martedì 2 settembre 2025

A VOLTE PROVI UN’EMOZIONE GIOIOSA

Come sapete io ho fatto fatica a ricordare NICEA perché, essendo fin nel profondo della mia fede, notavo che la si dava per “morta e sepolta”.

Con gli incontri per festeggiare i 1700 anni dal suo presunto superamento ho letto la frase “semplificazione di Nicea”, anzi, il suo “superamento”.

Oggi nelle chiese cristiane Nicea è l’ortodossia e questo viene visto come una solida acquisizione con il grande valore superesaltato dei suoi 1700 anni.

Proprio in questi mesi il volume 225 di Biblioteca di Teologia contemporanea, è titolato così: RIPARTIRE DA NICEA PER LEGGERE LA FEDE DENTRO NUOVI ORIZZONTI.

Ma questo titolo non è ciò che da 50 anni dico e scrivo io? povero prete teologo, con i miei modestissimi strumenti e una ricerca povera.

 

 

Qui, nel libro, le cose cambiano per due tra i teologi viventi di più alto livello culturale da essere noti in tutto il mondo per altri precedenti studi e ora per questo “RIPARTIRE DA NICEA”, Queriniana, pag. 256, € 25.00

Per me è una grande gioia come discepolo di Ario.

Domani vado a comprarlo e solo la morte così vicina mi potrà impedire, come faccio da 45/50 anni, di presentare Ario e NICEA in tutti i gruppi che mi invitano.

Franco Barbero, 28 agosto 2025

Dal libro “Semi di saggezza”

di Edgard Morin (pag. 12)

 

Il tweet è un'arte antica, già sperimentata nelle Massime di La Rochefoucauld, nei Pensieri di Pascale negli aforismi di Lichtenberg.

Crogiolarsi al sole, semplicemente. Un sentimento di pienezza che ho scoperto sul tardi.

È strano sentirsi giovani quando si è anziani.

Il cuore-organo è vecchio e stanco; il cuore-sentimento non ha una ruga.

DIFFERENZE

 

Devo forse eliminare tutti i grandi,

perché io sono piccina?

 

Tutti quelli che sono grassi

perché io sono snella?

 

Tutti i ragazzi

perché io sono una fanciulla?

 

Tutti quelli che provengono da Paesi diversi

perché io sono africana?

 

Tutte quelle che non si vestono come me?

Tutte quelle che hanno occhi diversi dai miei?

Tutte quelle che non sono come me?

 

Se tutte le persone fossero razziste,

al mondo ci sarebbe una sola persona: I0.

 

Per questo io ti amo, così come TU sei.

 

Feven - ragazza dell'Eritrea (da "P.P.P - A.d.C." 1995)


Questo articolo è stato segnalato da Sergio Serafini

Celibato e solitudine nella Chiesa

di Maria Giovanna Titone

Di recente, la notizia della morte tragica di un giovane sacerdote ha scosso profondamente l’opinione pubblica e il mondo ecclesiale. Una scelta estrema, che interroga senza offrire risposte semplici. In molti, quasi istintivamente, hanno puntato il dito contro il celibato, come se fosse la causa immediata e unica di una sofferenza tanto profonda. Ma la realtà è più complessa, e merita rispetto. Il suicidio – lo sappiamo – attraversa ogni condizione di vita: colpisce celibi e sposati, credenti e non credenti, persone in ogni fase dell’esistenza. Ridurre tutto a una sola variabile non rende giustizia al dolore vissuto, né a chi resta.

Eppure, ignorare il contesto in cui tanti sacerdoti vivono sarebbe altrettanto irresponsabile. Il tema del celibato torna così, inevitabilmente, al centro del dibattito. Ma più che come “causa” di un malessere, è il simbolo di un sistema che fatica a interrogarsi, che confonde la disciplina con l’identità, la fedeltà con l’immobilismo.

Il celibato, nella Chiesa cattolica di rito latino, non è un dogma ma una regola. Una regola che ha radici storiche profonde, ma non inscalfibili. Nei primi secoli del cristianesimo, i preti potevano sposarsi: Pietro stesso, il primo Papa, aveva una suocera. Fu solo a partire dal Medioevo, e in particolare con i Concili Lateranensi del 1123 e del 1139, che il celibato fu imposto come condizione per l’ordinazione. Una scelta maturata non tanto per ragioni spirituali, quanto per esigenze di controllo: evitare che i beni ecclesiastici fossero trasmessi ai figli dei sacerdoti e rafforzare il potere gerarchico della Chiesa.

Ma c’è di più. La scelta celibataria si inserisce all’interno di un processo più ampio: la monacalizzazione del clero. A partire dal IX secolo, il modello del monaco – casto, separato, dedito alla preghiera – si impone anche sul presbitero, che perde progressivamente la sua dimensione pastorale per assumere un’identità quasi sacrale. La liturgia prende il posto della relazione, il ruolo prende il posto della persona.

Nel frattempo, altre Chiese in piena comunione con Roma – come quelle di rito greco o bizantino – permettono da secoli l’ordinazione di uomini sposati. Solo i vescovi devono essere celibi. Il matrimonio, in queste comunità, non è visto come ostacolo alla vocazione, ma come una possibile forma di santità. Due modelli, due tradizioni, due visioni del ministero.

Ma oggi, più che mai, non è solo la questione affettiva ad essere in crisi. È l’intero modello di leadership clericale a dover essere ripensato. Il prete non è più solo il celebrante dei sacramenti: è chiamato a essere amministratore, gestore, facilitatore, formatore, responsabile di patrimoni ecclesiastici, animatore di comunità. Un carico enorme, per il quale spesso non ha ricevuto alcuna formazione. E in molti contesti – soprattutto in parrocchie isolate o vaste – è solo. Il modello ancora dominante è quello del singolo uomo a capo, incaricato di reggere tutto, senza una reale corresponsabilità comunitaria. Un modello gerarchico e unidirezionale che oggi mostra tutti i suoi limiti.

A questo si aggiunge il retaggio del sistema beneficiale, mai del tutto superato, che per secoli ha sovrapposto il patrimonio ecclesiale a quello personale del chierico, generando ambiguità, diseguaglianze e un’idea proprietaria del ministero. Una mentalità che sopravvive in alcuni contesti, spesso alimentando tensioni e isolamenti ancora più marcati.

È tempo allora di proporre un altro modello: una leadership più circolare, dove il prete non è un uomo solo al comando, ma parte di una rete di corresponsabilità, dove donne e uomini laici, famiglie, religiosi e religiose condividano la cura della comunità. Una Chiesa dove guidare non significhi più reggere da soli, ma camminare insieme.

Non si tratta di “scaricare” tutto sul celibato. Si tratta di chiedersi se una disciplina pensata mille anni fa possa ancora essere universale, obbligatoria, imposta. Si tratta di domandarsi se la figura del prete debba davvero essere plasmata sull’ideale monastico o se non sia tempo di recuperare il volto del prete uomo, fragile, imperfetto, immerso nella vita dei suoi fedeli, non sopra di essi.

La Chiesa ha già concesso eccezioni: basti pensare ai pastori anglicani sposati accolti nel sacerdozio cattolico. Ma le eccezioni non bastano. Occorre ripensare il modello, non rattopparlo. Il calo delle vocazioni, la crisi delle parrocchie, la sofferenza silenziosa di tanti sacerdoti non possono essere ignorati.

Il celibato può restare – per chi lo sceglie liberamente – una forma di testimonianza. Ma finché resta un’imposizione, rischia di essere una maschera, o peggio: una gabbia. E ogni gabbia, prima o poi, porta con sé dolore.
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da Il giornale di Rodafà, Home n. 831 - 17 agosto 2025

ARMI A ISRAELE, LA COMPLICITA’ ITALIANA

 

Neanche la "guerra preventiva" scatenata da Israele sull'Iran ha posto fine al sostegno incrollabile del Governo Meloni a Netanyahu. Invece di adottare sanzioni contro chi ha incendiato il Medio Oriente e ha reso Gaza un inferno, Palazzo Chigi sostiene il diritto di Tel Aviv a difendersi! Anche all'ultimo Consiglio Europeo il nostro Paese non ha chiesto di sospendere, contrariamente ad altri, l'Accordo di Associazione fra l'Unione Europea e lo Stato ebraico, per favorire la cooperazione economica. Il ministro degli Esteri, Tajani, ha affermato che Netanyahu nonostante sia ricercato dal Tribunale penale internazionale per crimini contro l'umanità, qualora venisse nel nostro Paese non sarebbe arrestato. Oltre al sostegno politico c'è anche quello militare.

L'Italia continua a esportare armamenti e tecnologie militari ad Israele. È quanto emerge da un'analisi dell'Istituto di ricerche archivio disarmo di Roma (Iriad), che chiede di fermare questo commercio di morte.

Lo studio, incrocia dati ufficiali del Sipri, dell'Istat (portale Coeweb per le statistiche sul commercio estero) e della Relazione governativa sull'export di armamenti, smentisce le dichiarazioni pubbliche del Governo sulla sospensione delle forniture dopo il 7 ottobre 2023.

Nel periodo 2019-2024, l'Italia, secondo il Sipri, è stata la terza esportatrice e ha esportato verso Israele 26.7 milioni di dollari (23.8 milioni di euro) in maggior sistemi d'arma comprendenti 12 elicotteri leggeri AW119 Koala e 4 cannoni navali Super Rapid da 76mm prodotti entrambi dalla Leonardo, oltre alla cooperazione per il programma dei caccia F-35, con componenti italiane destinate ai velivoli di Tel Aviv.

Le esportazioni più recenti mostrano una stretta collaborazione tra Italia e Israele. Secondo il Coeweb nel 2024 l'Italia ha esportato in Israele "armi e munizioni" (cat. 93) per circa 5.8 milioni, dei quali ne esplicita solo l'11% come appartenenti alle sottocategorie "armi non letali" (cat. 9304), "parti e accessori" (cat. 9305) e "bombe, granate e siluri" (cat. 9306).

"Serve maggiore trasparenza", osserva Matteo Taucci, ricercatore di Archivio Disarmo. È urgente una mobilitazione per far rispettare la Legge 185/1990 anche alla luce del partenariato strategico con Israele che scadrà e si rinnoverà automaticamente prossimamente

Particolarmente rilevante è il capitolo delle tecnologie per "navigazione aerea e spaziale" (cat. 88), che comprende aerei, droni, radar per un valore di 34 milioni di euro. Di questi, ben 31 milioni non sono inseriti in sottocategorie dal Coeweb, rendendone difficile la tracciabilità. Rientra probabilmente in questa categoria anche la vendita del jet M346 Master, impiegato per l'addestramento militare avanzato. Va sottolineata poi l'esportazione di macchine per l'elaborazione automatica dell'informazione (cat. 8471). Come si legge nel Coeweb, nel 2024, il nostro Paese ha esportato 2,7 milioni di euro in computer industriali, lettori ottici e dispositivi per l'inserimento e l'elaborazione codificata delle informazioni, strumenti fondamentali per le infrastrutture militari, la logistica e l'Intelligenza artificiale. Tecnologie che possono essere utilizzate per il controllo dei droni.

 

Luciano Bertozzi, Rocca, 15 agosto 2025

lunedì 1 settembre 2025

ABC DELLA VITA CRISTIANA

 

Non occorre che tu faccia nulla: il divino ti

ha già dato tutto. Guardati dentro! Non andare

da nessuna parte, non desiderare, non pensare

al futuro, non pensare al passato, resta qui e ora

in silenzio. Improvvisamente ecco la meta... È

sempre stata lì.

 

PAOLO SCQUIZZATO, presbitero e scrittore, di Antropologia teologica e responsabile dell'Ufficio per l'Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso nella diocesi di Pinerolo (TO). Si occupa di formazione spirituale, conduce gruppi di meditazione silenziosa ed è guida biblica in Palestina.

Fondatore dell'associazione Scuola Diffusa del Silenzio, è autore di numerosi testi di spiritualità. Con Paoline: Dalla cenere la vita (2019); Ogni storia è storia sacra. Il Vangelo secondo Matteo (2020); Ascoltare l'Inaudito. Il Vangelo secondo Marco (2020); Trasformati e diventa. Il Vangelo secondo Luca.

 

NOTA DI DON FRANCO BARBERO

Anche don Scquizzato è un prete che viene da esperienze precedenti e la sua creatività lo spinse a cercare una diocesi diversa e così fu ed è. Un appassionato della creatività e delle tradizioni orientali e delle varie esperienze spirituali di cui sono ricche le esperienze orientali.


Da un sentiero sulla foresta

 

70 PARTIRE

 

Partire significa prima di tutto uscire da se stessi.

Rompere la crosta di egoismo che cerca

di imprigionarci nel nostro proprio io.

 

Partire significa smetterla di girare intorno a se stessi,

come se fossimo il centro del mondo e della vita.

 

Partire significa non lasciarsi rinchiudere

nel cerchio dei problemi

del piccolo mondo cui apparteniamo:

qualunque sia la sua importanza,

l'umanità è molto più grande

ed è lei che dobbiamo servire.

 

Partire non significa

divorare migliaia di chilometri, attraversare i mari,

o raggiungere velocità supersoniche.

Significa prima di tutto aprirsi agli altri,

scoprirli, andare loro incontro.

 

Aprirsi alle idee,

comprese quelle che sono contrarie alle nostre.

Significa avere il fiato di un buon camminatore.

 

Dom Helder Camara (Mission, giugno 2002)

 


AL DI LÀ DELLE BARRIERE

 

Al di là delle barriere che dividono

una razza dall'altra, i bianchi dai neri,

  Riconciliaci, o Cristo,

per mezzo della tua croce.

 

Al di là delle barriere che dividono

i ricchi dai poveri, i potenti dagli umili,

  Riconciliaci, o Cristo,

per mezzo della tua croce.

 

Al di là delle barriere che dividono

i popoli di religioni diverse,

i credenti dagli atei,

  Riconciliaci, o Cristo,

per mezzo della tua croce.

 

Al di là delle barriere che dividono

i cristiani di confessioni diverse,

o di orientamenti teologici differenti,

  Riconciliaci, o Cristo,

per mezzo della tua croce.

 

Al di là delle barriere che dividono

i giovani dai vecchi,

gli uomini dalle donne,

  Riconciliaci, o Cristo,

per mezzo della tua croce.

 

Facci scoprire, o Cristo,

i timori ed i pregiudizi occulti,

che contraddicono le nostre preghiere palesi.

Rendici capaci di scoprire,

i veri motivi delle rivendicazioni,

liberaci da ogni senso di superiorità.

Insegnaci a crescere nell'unità,

assieme a tutti i figli di Dio.

Amen!

 

Anonimo

("Jésus Christ, la lumière du monde", da “Al di là delle barriere”)


Ecco cosa può fare il governo italiano


Organizzare una grande Operazione di Salvataggio dei bambini, delle bambine e di tutti i sopravviventi di Gaza. Facciamo partire subito le tre grandi portaerei italiane “Cavour”, “Garibaldi” e “Trieste”. Carichiamole di aiuti e affidiamo ai nostri militari il compito di consegnarli al personale delle agenzie dell’Onu e alle organizzazioni della società civile che ancora resiste nel cimitero di Gaza. Facciamo in modo che tutti i bambini e le bambine possano riceverli. Rompiamo l’assedio di Gaza. La Presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri salgano su quelle navi, dirigano le operazioni di soccorso e chiedano a tutti i capi di Stato europei di fare altrettanto.
Convocare ogni giorno l’ambasciatore israeliano in Italia per chiedere spiegazioni e ribadire la richiesta di mettere fine a tutte le “attività illegali”.
Richiamare l’ambasciatore italiano da Israele per consultazioni.
Negare l’ingresso in Italia ai militari e riservisti israeliani che hanno combattuto o stanno combattendo a Gaza e nei Territori Palestinesi Occupati.
Perseguire penalmente i cittadini italiani che vanno a combattere a Gaza e nei Territori Palestinesi Occupati.
Adottare sanzioni nei confronti di persone ed entità coinvolte in azioni e politiche del governo di Israele che compromettono i valori fondamentali della Costituzione Italiana, dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite.
Presentare un ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia per violazione da parte di Israele della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio.
Proporre la sospensione di Israele dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Revocare il Memorandum d’intesa per la collaborazione militare tra Italia e Israele e interrompere ogni compravendita di armi e sistemi d’arma da e per Israele.
Adottare misure restrittive economiche tra cui restrizioni in materia di scambi, finanza, energia, tecnologia e beni a duplice uso, industria, trasporti e beni di lusso.
Colpire coloro che forniscono sostegno finanziario, tecnico o materiale per violazioni dei diritti umani in Israele, o sono associati a persone ed entità che commettono tali violazioni.
Vietare agli istituti di credito la possibilità di effettuare investimenti a favore di imprese, enti od organizzazioni di Israele e ad operatori che intrattengono rapporti economici con Israele.
Sostenere tutte le iniziative umanitarie, politiche e giuridiche in soccorso del Popolo Palestinese promosse dall’Onu, dalla Corte Penale Internazionale e dalla Corte Internazionale di Giustizia.
Riconoscere lo Stato di Palestina e insieme a tutti i governi che lo hanno già riconosciuto dare attuazione ad un piano d’azione per fermare il genocidio di Gaza e mettere fine all’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi.
Richiedere la sospensione dell’Accordo di associazione tra Unione Europea e Israele, adottare un Regolamento “Sanzioni contro il regime di apartheid in Israele”, interrompere tutti i rapporti commerciali con Israele, in particolare l’esportazione di beni che contribuiscono al rafforzamento militare e tecnologico e vietare l’importazione di merci di qualsiasi genere prodotte in Israele.

 

da “Pressenza” del 25.08.25

domenica 31 agosto 2025

O Dio, aiutaci nella normalità

 

Voglio ringraziarti della gioia che ho provato nel vedere in questi ultimi giorni, i cittadini/e quasi tutti rientrati alla vita, al lavoro, alla scuola, al saluto per strada, al mercato al quale ora vado anch'io.

La bellezza e la fecondità della vita tra casa, relazioni, gruppi comunitari sono realtà.

Via porro 16 a Pinerolo è ricca oltre misura di visite, passaggi, posta, problemi.

Grazie ancora o Dio di questi ultimi giorni che mi regali per incontrare persone che ti cercano.

Vivere è cercare te per compiere la tua volontà. 

 

Franco


Ferie verso la fine?

 

Su questo punto il popolo italiano, più o meno è diviso.

Qui a Pinerolo il 21 di agosto è già finito, cioè è avvenuto il grande rientro.

Tutto è aperto sul terreno del mercato dei vari negozi. La riapertura e il rientro sono iniziati nei giorni 18 e 19 agosto con una crescita in grande velocità.

La differenza è nel portafoglio ed è ben visibile.

I ricchi prolungano ancora. I negozi sono già aperti. Il condominio ha cambiato il rumore delle presenze. C'è chi prolunga fino al 29 e 30 agosto e alcuni arrivano al 1° settembre o oltre.

Questa è l'Italia in cui viviamo che svela la sua realtà anche sul terreno delle ferie.

Io non so che cosa siano le ferie.

Molti che vedo sono già rientrati/e e si tratta di persone estranee alle comunità e altrettanti appartengono alle comunità.

Buone ferie e buona vita quotidiana a tutti

In ferie c'è più tempo per la preghiera, un caro saluto.

 

Franco Barbero, 19 agosto 2025