giovedì 3 luglio 2014

Comunità Cristiana di Base di Via Città di Gap 13, Pinerolo

NOTIZIARIO DELLA CASA DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA

N°4 luglio e agosto '14
In evidenza:
     APPUNTAMENTI DI COMUNITA'
- 4/7 - Eucarestia comunitaria con predicazione del pastore Marco Gisola pag1
- 21/7 - Incontro a Pinerolo del gruppo "Primavera" su "Passioni costruttive …" pag1
- 8/9 - Ripresa gruppi biblici: introduzione di Franco Barbero su origini cristianesimo pag2
     ALTRI APPUNTAMENTI fuori sede
- 14/8: teologia internazionale ad Agape pag2
    NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI
- Solidarietà a papa Francesco pag3
- Incontro nazionale cdb (6-8 dicembre)
pag5
     COMMENTI
- Risposta ad Eugenio Scalfari pag8
    DALLA NOSTRA COMUNITA'
- Questa comunità pag12
APPUNTAMENTI DI COMUNITA' (via Città di Gap 13 - II piano)

      VENERDI' 4 LUGLIO alle ore 20,45: eucarestia comunitaria. Predicazione del pastore Marco Gisola. Chi lo desidera, dalle ore 19, può partecipare alla cena autogestita (ognuno/a porta qualcosa) che precede l'eucarestia.
     DOMENICA 13 LUGLIO alle ore 10,15: eucarestia comunitaria. Svolge la predicazione Franco Barbero sul vangelo di Luca 12,49-59. A seguire pranzo autogestito (ognuno/a porta qualcosa) per chi lo desidera.
     LUNEDI' 21 LUGLIO alle ore 20,45: incontro del gruppo "Primavera" genitori e adulti di Rivalta. Franco introdurrà la discussione sul tema "Passioni costruttive. Uomini e donne nella Bibbia e nel mondo".
     VENERDI' 25 LUGLIO alle ore 20,45: eucarestia omunitaria.
     VENERDI' 1 AGOSTO alle ore 20,45: eucarestia comunitaria.
     DOMENICA 10 AGOSTO alle ore 10,15: eucarestia comunitaria. A seguire pranzo autogestito (ognuno/a porta qualcosa) per chi lo desidera.
     VENERDI' 22 AGOSTO alle ore 20,45: eucarestia comunitaria.
     DOMENICA 7 SETTEMBRE alle ore 10,15: eucarestia comunitaria. A seguire pranzo autogestito (ognuno/a porta qualcosa) per chi lo desidera.
     LUNEDI' 8 SETTEMBRE alle ore 16 e alle ore 21: ripresa attività dei gruppi biblici.
Iniziamo con un'introduzione di Franco Barbero sulle origini del cristianesimo. Per chi vuole arrivare "preparato/a" all'incontro si consiglia la lettura del libro di Enrico Norelli, La nascita del cristianesimo, Il Mulino, Bologna 2014, pp. 280, € 22.
Nell'assemblea di programmazione dell'1 luglio abbiamo deciso di dedicare le 3 serate successive (6 capitoli) alla lettura della lettera di Paolo ai Galati.
Ecco alcune segnalazioni bibliografiche su questa lettera:
- Charles Cousar, Galati, ed. Claudiana, Torino 2003
- Giuseppe Barbaglio, Le lettere di Paolo, volume 2, ed. Borla.
- Francois Vouga, Introduzione al nuovo Testamento, ed. Claudiana, pp. 231- 246.
- Mauro Pesce, L'esperienza religiosa di Paolo, ed. Morcelliana.
- AA.VV., La Bibbia delle donne, vol.2, ed. Claudiana.
- Bruno Corsani, Lettera ai Galati, ed. Marietti.
Da metà ottobre proseguiremo con il vangelo di Giovanni, che ci occuperà fino a fine gennaio, per circa 3 mesi, suddividendo i 21 cc. in 11 serate.
Concluderemo con una rassegna di scritti sapienziali. Per prepararci useremo anche i testi di Adriana Valerio, "Le ribelli di Dio. Donne e Bibbia tra mito e storia", e di Lidia Maggi ""Giobbe. Il dolore del mondo".
Per una bibliografia dettagliata per la lettura del vangelo di Giovanni e degli scritti sapienziali rimandiamo ai successivi notiziari.

     FINE SETTEMBRE (data da stabilire)
Nel corso dell'assemblea di programmazione dell'1 luglio abbiamo pensato di organizzare un incontro con Luigi Sandri, vaticanista esperto. Dobbiamo ancora contattarlo per verificare la sua disponibilità. Vi comunicheremo la data e il tema preciso nel prossimo notiziario di settembre.
Vorremmo presentare il suo ultimo libro sulla storia dei concili "ecumenici" e discutere con lui delle ultime evoluzioni delle "retrovie" vaticane, alle prese con un papa non facilmente inquadrabile e controllabile come papa Francesco. A tal proposito rimandiamo alla lettera della comunità nascente di Torino che pubblichiamo a p. 3 di questo notiziario.
ALCUNI APPUNTAMENTI fuori sede con Franco Barbero

    DOMENICA 27 LUGLIO e DOMENICA 31 AGOSTO alle 10,30 a TORINO (comunità nascente): come ogni ultima domenica del mese, ci troviamo in via Principe Tommaso 4 per la giornata comunitaria: celebrazione eucaristica, pranzo autogestito e confronto comunitario. Intanto funziona alla grande il blog della comunità: chi è interessato/a può consultarlo all'indirizzo http://comunitanascentetorino.blogspot.it/. Per informazioni: Wilma 349/6014039 e Anna 0131/264149.
    GIOVEDI' 14 AGOSTO dalle ore 9 alle ore 16 ad Agape (Prali): campo internazionale  di teologia.
NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI
 Solidarietà a papa Francesco
 Pubblichiamo integralmente la lettera che la comunità nascente di Torino ha scritto per solidarizzare con papa Francesco. La nostra comunità di via Città di Gap sottoscrive pienamente i suoi contenuti e invita altri gruppi e comunità a fare altrettanto, inviando la propria adesione a comunitanascentetorino@gmail.com

LETTERA A PAPA FRANCESCO E ALLE COMUNITA' CRISTIANE
Siamo una comunità cristiana che fa parte della chiesa. Non siamo certo difensori della struttura del pontificato romano, di cui anzi siamo critici, ma ci ritroviamo in molte delle posizioni chiaramente evangeliche di Papa Francesco: vita sobria, presa di distanza da certe operazioni finanziarie e dallo Ior, condanna dello stile ricco e fastoso di alcune esperienze ecclesiali, presa di posizione contro i poteri mafiosi, contro la discriminazione dei diversi, dei minori e degli anziani, contro l'industria delle armi, contro il sistema del Dio denaro, apertura verso le religioni del mondo e verso i separati e divorziati.
Oggi, domenica 29 giugno 2014, nel corso della celebrazione dell'Eucarestia, la comunità ha ribadito che in questo momento il Vescovo di Roma rappresenta una voce profetica a favore dei più deboli e della pace. Tuttavia sentiamo che è sorto un clima di ostruzionismo e avversione allo svolgimento del ministero di Papa Francesco nell'opera di conversione ad una chiesa dei poveri. A ciò si aggiunge la silenziosa resistenza in varie chiese locali.
Pertanto desideriamo esprimere la nostra affettuosa solidarietà alla persona e all'opera del Vescovo di Roma e gli assicuriamo il nostro sostegno con la preghiera e il nostro amore.
Invitiamo le comunità cristiane a far sentire la loro voce e a esprimere vicinanza alla persona e all'opera pastorale di Papa Francesco anche diffondendo e aderendo a questa lettera.
Comunità Nascente di Torino

Comitato contro l'omofobia
Credo che la pausa estiva sia anche l'occasione di ripensare ed intensificare, di approfondire ed allargare la partecipazione a nuovi soggetti. Personalmente ho vissuto una decina di incontri in varie città ove ho davvero avvertito quando si stia lavorando per andare oltre il pregiudizio omofobico.
Anche la benedizione delle nozze gay – la prossima sabato 6 settembre – costituisce per la nostra comunità un momento di impegno pubblico, ecclesiale e politico. Il matrimonio sarà celebrato a Fidenza, ma Emanuele e Tommaso hanno compiuto un cammino di un intero anno a Pinerolo e a Torino e li rivedremo presto. Anche così si va oltre l'omofobia.
Franco Barbero

Ragazzi e ragazze di strada del Guatemala
Ogni volta che, come sabato 28 giugno, partecipiamo ad un incontro con Gerardo Lutte e qualche membro del movimento, la situazione del Guatemala e le testimonianze di chi si ribella alla condizione di emarginazione rinnovano il nostro impegno concreto di solidarietà. Ancora una volta prendiamo atto che le cose cambiano dal basso.
 Gruppo "Primavera" di Rivalta
I "genitori" del gruppo "Primavera" di Rivalta e dintorni si sono incontrati il 10 giugno per l'usuale momento di approfondimento mensile: Franco Barbero ha introdotto la discussione comunitaria su "Passione, desideri, sogni: come mantenerli vivi in una prospettiva biblica?".
Il 20 giugno abbiamo festeggiato a gruppi "unificati" la fine dell'anno comunitario, con un momento di preghiera insieme alle famiglie del "Filo d'Erba" ed una cena comunitaria autogestita.
Nei mesi estivi le attività non si interrompono:
Lunedì 21 luglio alle ore 20:45 (presso la sede della cdb di via Città di Gap 13 a Pinerolo): Franco Barbero introdurrà un momento di riflessione e confronto del gruppo adulti su "Passione costruttive. Uomini e donne nella Bibbia e nel mondo".
Per informazioni: 320-0842573.
Valentina Pazé

Chicco di senape: le voci delle donne nella 
chiesa
Il 29 marzo ho partecipato al Convegno torinese "Va dai miei fratelli. Di' loro" organizzato da chiccodisenape.
Sono stato molto interpellato dalla relazione della teologa Stella Morra. Infatti è soprattutto attraverso il pensiero delle donne che, come maschio, ho preso atto della parzialità del mio modo di vedere la realtà, di leggere la Bibbia, di fare esperienza della vita: una parzialità che non costituisce  una "disgrazia", ma un difficile, fecondo e anche felice fare i conti con me stesso. Questa parzialità, riconosciuta e praticata, diventa la base insostituibile per un dialogo reale in cui si possano valorizzare le differenze e le specificità.
Non mi sono trovato, invece, in sintonia con la  esemplare e documentatissima relazione della canonista. Mentre apprezzo lo sforzo di adeguare il diritto e la sua espressione canonica, recependo almeno in parte alcune acquisizioni della cultura e delle teologie contemporanee, trovo che il lavoro dei canonisti e delle canoniste rimane contrassegnato da una contraddizione insopprimibile. Infatti, tutta la statuizione-codificazione canonica cattolica non può andare oltre, contraddire o superare la struttura fondamentalmente gerarchica e patriarcale che caratterizza l'istituzione cattolico-romana. Si tratta di prendere atto che l'istituzione cattolica non promuove un discepolato di eguali  perché tra clero e laici esiste una differenza "essentia ac gradu", come  ancora e purtroppo il Concilio vaticano II ribadisce. La tanto decantata "comunione gerarchica", pur rilanciando l'esplicarsi di ministeri diversi, spesso nell'aggettivo "gerarchico" fagocita il sostantivo "comunione". In tal modo l'istituzione cattolica non offre pari opportunità di ministero a tutti i suoi membri, uomini e donne comprese. Il diritto canonico, alla luce delle ricerche storico-critiche e alla luce della  cultura di genere, è vistosamente difforme dalla testimonianza del Secondo Testamento.
Eventi come questo costituiscono uno spazio di intelligente e coraggiosa libertà evangelica. La nostra chiesa deve recuperare secoli di ritardo e c'è chi vede già in atto i preliminari di una rivoluzione evangelica. Sono più guardingo. Non ci si può accontentare di qualche ritocco ai margini del sistema, di qualche aggiornamento. E' necessaria una vera e propria conversione culturale e strutturale, di cui fino ad oggi non si vede alcuna traccia.  Se vogliamo che il Vangelo e la Fede in Dio davvero diventino pane e lievito per la vita del mondo,  occorre niente di meno di una rivoluzione.
Franco Barbero
Cdb italiane: incontro a Roma (6-8 dicembre)
Il 21 giugno si è tenuto un incontro di collegamento nazionale in cui è stato definito il programma del XXXV incontro nazionale delle cdb che si terrà a Roma, presso la Casa La Salle, via Aurelia 472, dal 6 all'8 dicembre 2014. Il titolo scelto è: "Ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi" (Lc 10,3). Povertà evangelica in una società violenta.
    Ricordiamo che la nostra comunità di via Città di Gap si è impegnata ad animare uno dei quattro laboratori previsti domenica 7 dicembre. Chi pensa di partecipare contatti Francesco 320-0842573: la prenotazione va fatta entro il 4 novembre!
    Ecco il programma provvisorio:
Sabato 6 dicembre
-     h 14,30: accoglienza.
-     h 16: Relazioni introduttive: "Il contesto socio, politico ed ecclesiale odierno"
Roberto Mancini (relazione socio-politica)
Luigi Sandri (relazione sulla situazione delle chiese)
Antonietta Potente (relazione sul mondo dei poveri e delle povere)
-     A seguire: domande, brevi interventi  dell'assemblea ed eventuali repliche dei relator
-     h 20: cena
-     h 21,30: riunione di collegamento dei rappresentanti delle CdB.
Domenica 7 dicembre
-     h 9: gruppi di lavoro.
1) Povertà emotive e fede cristiana.(CdB di via città di Gap, Pinerolo)
Il vuoto interiore, le povertà emotive e relazionali, il culto dell'immagine, l'ideologia del nuovo  e della fruizione immediata. Come diventarne coscienti? Come resistere? Come attivare un atteggiamento di "resilienza" creativa per crescere come soggetti e cambiare la realtà che ci circonda? Quale apporto della nostra fede in questo quadro culturale ed intellettuale?
2) La povertà continua ad interpellarci (CdB di Pinerolo - c/o FAT)
La povertà come  frutto della violenza patriarcale: ragioniamo sul capitalismo e sulla connivenza/complicità della gerarchia cattolica.
La povertà come  ideale evangelico: sobrietà individuale di vita per una vita dignitosa per tutti/e.
Linguaggio semplice ed accessibile per comunicare i nostri pensieri e le nostre proposte
3) La buona novella è annunciata ai poveri" (CdB S. Paolo - Roma)
Chi sono i poveri? Vecchie e nuove povertà.
Mito e realtà nell'annuncio della buona novella. Quale significato oggi?
4) Ruolo del linguaggio nell'evoluzione culturale e religiosa  (CdB Isolotto - Firenze)
 La parola da forza creativa nell'antichità spesso si riduce attualmente a strumento di manipolazione e dominio.
La riappropriazione del linguaggio ha come presupposto il superamento della distinzione sacro/profano: l'esperienza delle CdB.
Il ruolo dei mass-media nella trasformazione del linguaggio e nell'evoluzione spirituale dell'individuo (tenendo presente il problema dell'informazione religiosa su stampa e TV).
-     h 13: pranzo
-     h 15,30: assemblea plenaria "Comunità cristiane di Base: memoria e progetto"
Ne parlano: Giovanni Franzoni e Rocco Pezzano a partire dai loro libri ("Autobiografia di un cattolico marginale" di G. Franzoni e "Troppo amore ti ucciderà" di R. Pezzano); coordina  Marcello Vigli.
-     h 18: Celebrazione eucaristica (a cura della CdB di san Paolo)
-     h 20: cena
-     h 21,30: proiezione di un film/documentario
Lunedì 8 dicembre
-     h 9: esperienze a confrontoCome essere oggi "Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri".
Tavola di confronto fra gruppi e reti di cristiani impegnati nel recupero del messaggio conciliare di rinnovamento ecclesiale in una stagione di crisi politica e sociale. Domande e proposte dalle Cdb. Associazioni/reti da invitare (non più di 5 relatori):
Il Vangelo che abbiamo ricevuto  (Enrico Peyretti), Associazione Anawim (Lilia Sebastiani), Chicco di senape , Noi siamo chiesa, Chiesa di tutti chiesa dei poveri, I viandanti, Nuova Proposta, Koinonia forum, Libera/pro Civitate Christiana.
Presiedono e intervistano:  Anna Maria Marlia/ Salvatore Ciccarello
-     h 12,30: conclusioni e saluti
-     h 13: pranzo

Noi siamo chiesa: resoconto dell'incontro
nazionale
 Domenica 15 giugno ho partecipato alla XVI assemblea nazionale di "Noi siamo chiesa" (NSC), ospitata, come al solito, dalla Cascina "Contina", nel comune di Rosate, pochi chilometri a sud di Milano.
Nel corso della mattinata, dopo un momento di preghiera ed un giro di presentazione dei circa 50 partecipanti, provenienti in grande maggioranza dal nord Italia, Luigi Sandri, vaticanista di NSC, ha svolto una relazione sul tema "Dinamiche della presenza cristiana nel mondo, ecumenismo e rapporto con le altre religioni".
L'incontro del mattino è terminato con una celebrazione eucaristica e con un pranzo comunitario allestito dagli animatori/trici della cascina "Contina".
Nel pomeriggio Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di NSC, ha informato l'assemblea sul tema "Un anno di Noi siamo chiesa nella situazione nuova della Chiesa. Iniziative in cantiere e proposte. Le situazioni locali di Noi siamo Chiesa".
Si è parlato delle numerose iniziative portate avanti quest'anno: dal consenso alla giornata di digiuno contro la guerra in Siria e alla Evangelii Gaudium e dalla partecipazione al questionario sulla famiglia promosso dal Sinodo dei vescovi  fino al dissenso sulla canonizzazione dei due papi. La presa di posizione, diversa dai trionfalismi ufficiali (a partire dal Card. Scola) sui millesettecento anni dall'editto di Milano ed, infine la partecipazione al terzo incontro di "Chiesa di tutti chiesa dei poveri" in maggio sulla "Lumen Gentium".
A seguire Mauro Castagnaro, membro del coordinamento nazionale di NSC, ha introdotto la discussione su "I rapporti internazionali di Noi siamo Chiesa. L'incontro internazionale del novembre 2015 a Roma". L'interessante discussione è stata monopolizzata dalla vicenda della scomunica di Martha e Gerd Heizer (vedi articolo pubblicato sul notiziario di giugno).
Al termine dell'assemblea Giovanni Ambrosoni ha relazionato sulla situazione economica di NSC e sulle adesioni al movimento.
Francesco Giusti

SPUNTI DI RIFLESSIONE

Questa storia
Per infinite volte, da grande, avrebbe rivisto quella immagine, proprio quella: la sagoma massiccia del padre che cammina a grandi passi davanti a lui, contro il volo della nebbia mattutina, senza mai voltarsi, né per aspettarlo né per controllare che ci fosse ancora. In quella severità, e in quella assenza totale di dubbi, vi era quanto suo padre gli aveva insegnato dell'essere padri: che è saper camminare, senza mai voltarsi. Camminare il passo lungo degli adulti, senza pietà, ma un passo limpido e regolare, perché tuo figlio possa capirlo e starci attaccato, nonostante il suo passo bambino. E farlo senza mai voltarsi, se ne avrai la forza: perché lui sappia che non si perderà, e che camminare insieme è un destino di cui non bisogna mai dubitare, giacché è scritto nella terra.
Alessandro Baricco

COMMENTI (dal blog di Franco Barbero)

 

Tibet. Un buddhismo non sempre pacifico

L'articolo sulle manifestazioni contro il Dalai Lama, apparso sul n. 14 di Riforma, può lasciare perplesso il lettore e richiede forse qualche chiarimento. Dallo studio delle fonti storiche tibetane si evince che la pratica del buddhismo in Tibet, a partire dalla sua adozione ufficiale nella seconda meta dell'XIII secolo, non è stata sempre esemplare. Nell'842 il nono abate di Samye, il primo monastero fondato in Tibet, uccise un sovrano tibetano che si opponeva energicamente al potere crescente del clero buddhista e che fu poi considerato apostata dalla storiografia ecclesiastica in quanto reo di avere sostenuto la religione nazionale basata sul culto delle tombe reali e delle divinità montane, che svolgeva un ruolo politico e religioso fondamentale nel Tibet monarchico. Questo assassinio segnò la fine della monarchia e dell'idea di uno stato tibetano laico. Samye fu poi distrutto nel 986 da un incendio causato dalla rivalità fra due maestri, e occorsero tre anni e 500 artigiani per ricostruirlo.
Lo sviluppo di ordini religiosi rivali a partire dall'XI secolo fu caratterizzato da contrasti di ogni genere, legati a motivi economici ed egemonici, più che dottrinali, aggravati dal ricorso dei monasteri a sovrani stranieri per soverchiare i propri rivali, con dinamiche analoghe a quelle degli stati italiani, compreso quello pontificio, prima dell'Unità. Cosi, dopo che l'imperatore Qubilai Khan ebbe scelto come interlocutore privilegiato l'abate di Sàkya a svantaggio di quello di Drikhùn, la rivalità fra quei due monasteri si trasformò in guerra: nel 1285 i monaci di Drikhùn distrussero un monastero avversario uccidendone l'abate, e nel 1290 un esercito mongolo guidato da un generale di Sàkya attaccò, saccheggiò e incendiò il monastero di Drikhùn, uccidendone molti monaci soldati.
Fu l'inizio della dipendenza del Tibet da sovrani stranieri scelti come protettori da ordini fra loro rivali: lo stesso titolo di Dalai («oceano» in mongolo) Lama (traduzione tibetana del sanscrito «guru») venne conferito nel 1578 da un principe mongolo al Capo dell'ordine del «Modello della Virtù» (tibetano: «Ghelukpa», più conosciuto con il soprannome di «Cappelli Gialli»). La lite tra due fazioni Ghelukpa, che sostenevano due diversi candidati alla carica di VI Lama appoggiandosi a principi mongoli rivali, condusse a un'altra devastante invasione mongola e spinse una delle due fazioni a chiedere l'intervento militare dell'imperatore mancese. Nel 1720 questi liberò il paese dal flagello mongolo, ma ridusse il Tibet a protettorato, condizione durata fino alla caduta della dinastia dei Qing (1911), mentre il buddhismo tibetano continue a essere protetto e ad avere seguaci nella stessa Cina.
Il dio Dorgé Shukden è la manifestazione irata di un virtuoso maestro rivale del V Dalai Lama. La sua morte nel 1654 in circostanze più che sospette1diede luogo a una divisione all'interno dell'ordine Ghelukpa durata fino a oggi.
Occorre qui accennare al clima dell'epoca e al ruolo di quello che i tibetani chiamano «Gran Quinto». Questi, allo scopo di imporre l'egemonia del proprio ordine a tutto il Tibet, ricorse all'appoggio di Gushri Khan, un altro principe mongolo, per sconfiggere i sovrani dei due ultimi regni tibetani indipendenti nel Tibet sud-occidentale e  orientale: Tsan e Berì. Nel 1679 il V Dalai Lama decise di invadere anche il Ladàk con un esercito appoggiato da cavalieri mongoli. Il comando della spedizione venne affidato a un generale monaco che si distinse in battaglia in maniera non consona ai voti da lui presi all'importante monastero Ghelukpa dove aveva completato i suoi studi. Le fonti tibetane narrano che, indossata l'armatura, montò a cavallo e, armato di moschetto, spada e lancia, guidò la carica contro i ladaki schiacciandoli sotto  gli zoccoli del suo cavallo e uccidendoli con le proprie armi «finché gli divenne difficile impugnarle, tanto erano insanguinate»2. Sia il Ladàk sia il Bhutan riuscirono a resistere agli eserciti tibetano e mongolo, ma il V Dalai Lama riuscì a estendere l'egemonia Ghelukpa a tutto il resto del Tibet geo-culturale, e conferì a Gushri Khan i titoli ereditari di «re» (tib. «ghiälpò») del Tibet e custode della dottrina buddhista.
Il culto di Dorgé Shukden è stato vietato dal XIV Dalai Lama, che sembra voler porre fine all'inadeguatezza politica del sistema di successione per «reincarnazione», ma tale divieto ha esasperato i contrasti all'interno del suo stesso ordine. In termini storici e politici l'attuale tendenza dei centri religiosi tibetani in America ed Europa viene giudicata da Samten Karmay, l'unico tibetologo tibetano a essere stato eletto presidente della International Association for Tibetan Studies, come una «logica prosecuzione dei vecchi interessi settari alla ricerca di protezione straniera». A proposito della situazione politica in Tibet negli anni quaranta del XX secolo, Karmay afferma che la «lotta interna fra capi ecclesiastici sostenuti da fazioni aristocratiche corrotte, unitamente a una colossale ignoranza dei cambiamenti politici mondiali e della situazione internazionale, probabilmente preparò il terreno all'imminente perdita dell'indipendenza nazionale». Karmay conclude il suo articolo sul tema spronando i suoi concittadini ad «aprire gli occhi» e a imparare dalla storia: «Leggiamo la storia, invece di fidarci degli sporadici mormorii del superstizioso e obsoleto Oracolo di Neciùn»3, ai cui responsi si affidavano i Dalai Lama per scelte importanti.
Erberto Lo Bue (Riforma 16 maggio)
1Cfr. A. Chayet e S. Karmay in Lhasa in the Seventeenth Century a c. di F. Pommaret, Leiden 2003, pp. 40, 68, 70, 76-77.
2YL. Petech, Selected Papers on Asian History, Roma 1988, p, 27.
3S. Karmay, Religion: A Major Cause of Tibetan Disunity «Tibetan Review», XII/ 5, p. 26.

Risposta ad Eugenio Scalfari

La lettera di Renato Pierri
Gesù, personaggio inventato secondo Eugenio Scalfari è persona colta e intelligente che ama parlare ogni tanto di Dio e di religione, però accade spesso quando parla di religione, che dica cose non esatte.
Su L'Espresso del 12 giugno, in un articolo intitolato "Perché Gesù è il mito universale", scrive: "Gesù per i credenti è il Figlio di Dio che si è incarnato assumendo su di sé le debolezze degli uomini, le loro gioie, i loro peccati... Per i non credenti è un personaggio storicamente inesistente, inventato da una setta ebraica guidata da persone assai creative e capaci di dar vita ad una religione che dopo duemila anni di storia conta... poco meno di due miliardi di fedeli.
Per me che non credo in nessun tipo di divinità... Gesù è un personaggio mitologico". Il discorso ha due punti deboli.
Intanto non si comprende perché Scalfari attribuisca ai non credenti ciò che crede lui. E poi non si comprende in base a quali prove certe Scalfari escluda la possibilità che l'uomo Gesù sia esistito. Il fatto che possa esser stato creato un mito sulla figura di un personaggio, non significa che quel personaggio non sia esistito. Perché Scalfari non fa lo stesso ragionamento, ad esempio, per Maometto? Perché non afferma che Maometto è personaggio mitologico? L'obiezione è: Maometto, diversamente da Gesù, ha lasciato prove storiche certe della sua esistenza. Ma è sufficiente che non vi siano prove certe dell'esistenza di una persona per escludere con certezza che sia esistita? Vale la pena ricordare che le narrazioni evangeliche e degli Atti, presentano caratteristiche notevolmente diverse dalle narrazioni mitologiche.
La risposta di Franco Barbero
Gentile Signor Pierri,
mi stupisco del suo stupore....Anch'io ho letto la pagina di Eugenio Scalfari che lei cita da L'Espresso del 12 giugno. Per me, che stimo la persona e apprezzo molti dei suoi scritti, quando leggo le riflessioni teologiche di Scalfari le trovo divertenti, umoristiche e così perentorie da far sorridere chiunque conosca un tantino le ricerche e gli studi sul Gesù storico, sul metodo storico-critico, sui significati ebraici e greci della metafora "figlio di Dio", "incarnazione".  Scalfari, su questi terreni, non va oltre il catechismo della prima comunione. Per lui ci sono i "credenti" e gli "atei", tutti ben sagomati e catalogati secondo il suo punto di vista: scatolette teologiche senza una visione storica del variopinto panorama teologico, linguistico, psicologico, antropologico.
Si ricorda delle semplificazioni nel suo dialogo con il  papa rispetto all'ebraismo? Cadde nel luogo comune che dipinge il Primo Testamento come il territorio del Dio terribile e il Secondo Testamento come lo svelamento del Dio dell'amore.
Purtroppo Scalfari non è solo. Molti intellettuali "laici" , quando si inoltrano su questioni attinenti la religione, l'ermeneutica, l'esegesi e la storia del dogma hanno una conoscenza che è paragonabile alla mia rispetto alle galassie. Io, però, sulle galassie non rilascio dichiarazioni.
Diventa sempre più importante, a mio avviso, sollecitare i credenti ad una riflessione rigorosa sui testi biblici, sulla storia dei dogmi, sull'evoluzione dei linguaggi...E, per fortuna, non mancano anche in questa Italia, piccole case editrici che "osano oltre il catechismo".
Un cordiale saluto a Lei, caro Renato Pierri

Scoprire l'acqua calda

Ho letto con interesse l'articolo di Fabio della Pergola su Left del 14 giugno. Riferendo il pensiero dello studioso Carlo Enzo, scrive che "un'interpretazione falsata ha fatto della Bibbia un libro religioso. Ma in realtà era un progetto antropologico. … Non è affatto un testo religioso, bensì un testo storico che diventa religioso solo quando è letto con occhi e mentalità religiosi"… Tutta l'esegesi, il culto e la teologia ebraica hanno, secondo Enzo Carlo, travisato la traduzione del termine elhoim che non fa assolutamente riferimento ad un Dio trascendente. Una perentorietà che da studioso mi lascia perplesso.
Dunque, secondo l'Autore citato, "elhoim non è Dio, ma l'essenza di un uomo". Ci vuole del fegato a dire che l'intero ebraismo ha preso e continua a prendere un abbaglio così sostanziale. Ma, fra l'altro, una tale affermazione curiosamente dimentica gli altri "nomi" di Dio della Bibbia ebraica. L'operazione di "cancellare" Dio e la sua "nominazione" dagli altri nomi di Dio è addirittura ridicola. Come si possono leggere i salmi elidendo questa dimensione?
Come si può leggere l'esodo, in cui Dio è chiamato con molti nomi, cancellando il grido degli oppressi al Dio liberatore?
Come si possono ridurre a solo progetto antropologico i libri di Giobbe, di Giona, di Ester, di Giuditta, di Rut?
È troppo semplicistico ridurre tutto all'influsso della metafisica greca e cosmologia tolemaica.
L'esegesi più avvertita da tempo parla della Bibbia conoscendo il particolare significato e il limite della sua storicità, ma storico, mitico, sapienziale, midrashico e teologico coesistono in questi libri in cui i "territori" confluiscono e non sono compartimenti stagno.
Che esistano e coesistano progetti antropologici diversi (e non uno solo!) non esclude l'aspetto religioso che li pervade e li attraversa.
Di tanto in tanto, estremizzando qualche affermazione, si vende come novità o come una scoperta una conoscenza acquisita da almeno due secoli.
Che poi la Bibbia ebraica non conosca il peccato originale è certamente vero. Esso è una costruzione cristiana che troverà pieno sviluppo in Agostino d'Ippona e che purtroppo compare ancora oggi in certi manuali di teologia e nel Catechismo. Così pure è ovvio che l'interpretazione della morte di Gesù come espiazione salvifica dei peccati del mondo è una dottrina estranea al Gesù storico che morì non per un "disegno divino" ma per le scelte compiute che lo misero in conflitto con il potere politico e religioso del tempo. Non posso che convenire su questi due dati che l'esegesi e la storia dei dogmi ha da tempo acquisito.
Ma voglio concludere queste brevi note con tre osservazioni.
1) Chi conosce la storia e la storiografia ebraica sa che "i libri" sono - a loro modo e tempo - enciclopedici. Lì trovi, accanto alla preghiera, tutto il mondo e la cultura dell'Israele antico: mito, leggenda, cronache di corte, violenze, oppressioni patriarcali, consigli medici sull'uso dei cibi, proverbi, imprecazioni, ma questo non come "capitoletti" ben separati, ma mescolati con un insolvibile intreccio letterario. La "carnalità" ebraica è per me affascinante e non conosce, se non in minima parte, la vivisezione platonica che ha contagiato larga parte dell'esperienza cristiana.
2) Credo che gli studiosi e le studiose ebree, i credenti ebrei che hanno testimoniato nei secoli la loro fedeltà e la loro ricerca del mistero affascinante di Dio (con tutti gli errori e le contraddizioni di ieri e di oggi) possano sorridere di chi li accusa di aver "creduto per errore", per manipolazione filosofica, in un testo di pura progettualità antropologica.
3) In fondo si dice alla tradizione ebraica nei suoi mille rigagnoli: la vostra fede è figlia di un equivoco, di un travisamento. Ora finalmente arrivano Carlo Enzo e Fabio della Pergola a "svelarvi" la Bibbia, quella vera. Mi tremano le vene...
Sinceramente preferisco leggere i grandi maestri ebrei da Jules Isaac a Riccardo Calimani, da Paolo De Benedetti a E. L. Fackenheim, da Buber a Elia Wiesel. Senza trascurare Kung, Schillebeeckx, Vesce, Destro, Lenaers… autori cristiani che hanno dialogato con l'ebraismo in tutte le sue espressioni plurali.
Franco Barbero

Autobiografia di un cattolico marginale

Sono risalito in superficie da pochi minuti. Col sottomarino di un libro: Giovanni Franzoni, Autobiografia di un cattolico marginale, Rubettino Editore, sono rimasto per un po' immerso nelle acque di una vita intensa come quella di Franzoni per comprendere un pezzo importante della storia di questo Paese e della chiesa italiana. Un periscopio sorprendente, quello dell'ex abate di San Paolo fuori le mura, che permette di spaziare al largo con lo sguardo restando nell'utero di una storia che ai più è sconosciuta. Tutta intessuta di una coerenza sincera e assoluta che non ha mai ceduto al compromesso. Fino a pagare il prezzo salatissimo del silenzio imposto con autorità, del rigetto e dell'emarginazione. Un percorso di vita che ha visto confrontarsi senza soluzione di continuità la parola «potere» da una parte brandita come sostantivo assoluto ed esercitata talvolta con arroganza e dall'altro coniugata come verbo, ossia come filo tenue con cui cucire una storia altra. Il primo preoccupato pressoché esclusivamente di autoconservarsi e il secondo teso al cambiamento. L'uno spaventato dal vento che scuote privilegi e garanzie e l'altro pronto a cercare strade nuove per vivere con radicalità la scelta evangelica di una comunità: stare dalla parte degli ultimi. Perché si può dissentire da talune prese di posizione e da alcuni degli atteggiamenti adottati ma non si può fare a meno di riconoscere la coerenza assoluta, l'intelligenza politica per la passione che porta a rischiare il nuovo. Franzoni e la Comunità di base di San Paolo hanno precorso i tempi, hanno vissuto una profezia del quotidiano che non poteva essere compresa e tantomeno accolta da chi vive fiutando la convenienza e l'opportunismo, né da chi adotta l'ipocrisia come bussola dei propri comportamenti. Ernesto Balducci diceva che «troppi ragionieri mangiano il pane intriso del sudore dei profeti» e forse il mondo dei ragionieri non ha ancora cominciato ad assaporare il pane sfornato in tutti questi anni dall'esperienza di Giovanni Franzoni. Anche se oggi, il magistero dei segni inaugurato da Papa Bergoglio, comincia a diradare qualche nube e a consentire un altro sguardo su quelle scelte coraggiose e incomprese. A guardare quella storia con il giudizio dell'oggi ci si può arrischiare ad affermare che sia mancato non tanto 1'esercizio della misericordia che ha condannato un benedettino alla riduzione allo stato laicale e una comunità a una sorta di clandestinità ecclesiale, quanto piuttosto l'arte del dialogo che avrebbe permesso un ascolto adulto senza ipocrisie e pregiudizi. Molte delle questioni che vengono dettagliatamente narrate nel libro e che hanno portato Franzoni e altri ad essere definiti «cattolici del dissenso» o «cattocomunisti» sono ormai superate dalla storia, i giovani non comprendono o non credono che possano mai essere esistite tali contrapposizioni. Alcuni temi sono oggi dibattuti nelle aule di teologia o nel cuore della chiesa cattolica. Dalla lente consunta di questo periscopio intravedo una riva non distante il cui approdo darà ragione di rotte che alcuni non vedevano segnate nelle loro carte nautiche e che altri hanno solcato con più coraggio. Amaramente ci ritroveremo forse a considerare che ci si poteva arrivare prima e insieme. Chissà! Per ora e importante cominciare a riconoscere che se ormeggeremo in nuovi porti lo dobbiamo anche all'ardimento di chi non si è accontentato di seguire i manuali della navigazione sicura e ha voluto obbedire al mare.
Tonio Dell'Olio (Rocca)


DALLA NOSTRA COMUNITA'

Lettere
In estate aumenta il numero delle "lettere personali" che arrivano in comunità. Nessuno si aspetti la risposta in giornata. Ho molti arretrati da smaltire.
Franco Barbero
Questa comunità

·      In  estate, come si può leggere da queste note, sono in calendario molti momenti di preghiera e di studio, anche se saremo dispersi e ci si ritrova come piccolo gruppo.
·      La sede della comunità è aperta ogni giorno per gruppi, colloqui, dialoghi. E' buona cosa telefonare per accordi allo 0121/72857 o al 340/861548.
·      In luglio ed agosto avrà luogo l'usuale celebrazione eucaristica della seconda domenica del mese alle ore 10,15 in via Città di Gap 13 – 2° piano: una proposta per chi crede di accoglierla. Sono inoltre previste altre due eucarestie sia a luglio che ad agosto il venerdì alle 20,45 (vedi p.1 di questo notiziario)
·      Personalmente dedicherò molto tempo all'ascolto, agli incontri con persone di passaggio. Per la comunità si presenta l'occasione di incontrare persone ed esperienze che allargano la "rete di comunione" e l'orizzonte del nostro cammino.

Franco Barbero (Comunità cristiana di base di Via Città di Gap 13 Pinerolo)

Saluti ad Elsa Gelso

Ogni incontro con lei è una festa, con la gioia di raccontarci mille piccole cose. Elsa riceve il notiziario della nostra comunità: anche questo serve a tenere vivo il filo della nostra profonda amicizia. Il suo indirizzo è Villa Elisa, via Angrogna 14, 10066 Torre Pellice.
Fiorentina Charrier

Un saluto a chi comincia il cammino comunitario

Un'altra Franca si aggiunge al cammino della nostra comunità. Arriva dalla Nigeria, ma abita molto più vicino a noi. E' madre di due "tesori". Ha già incontrato anche il gruppo Primavera di Rivalta.
Fiorentina Charrier

Il nostro notiziario
     
Questo notiziario cartaceo viene ancora stampato in 100 copie. I precedenti sono stati esauriti. Chi desidera riceverlo in versione elettronica (via e-mail) ci risparmia una spesa piuttosto consistente. Contattare Francesco (giupaz@tin.it; 320-0842573)


CONTATTI

·             Franco Avaro: 339-8426075
 ·            don Franco Barbero: 0121-72857; e-mail: donfrancobarbero@alice.it
·              Fiorentina Charrier: 339-4018699; e-mail: francoefiore@alice.it
·              Ada Dovio: 011-9801129
·              Francesco Giusti: 320-0842573; e-mail: giupaz@tin.it
·              Franca Gonella: 0121-69881
  In attesa del nuovo sito: le notizie riguardanti la comunità possono essere trovate nel blog http://donfrancobarbero.blogspot.it/