sabato 20 dicembre 2014

NATALE DI GESU' DI NAZARETH

Nessuno sa in quale mese e in quale giorno sia nato Gesù di Nazareth. Sappiamo invece che la festa del Natale cominciò a diffondersi tra il V e VI secolo dopo la sua nascita.
Essa avvenne, secondo i calcoli storici più attendibili, quattro anni prima della datazione odierna (Barbaglio, Gesù ebreo di Galilea, Pg 86).
Il suo nome è Gesù, i genitori Maria e Giuseppe, giudeo palestinese di Nazareth, artigiano di villaggio che lavorava il legno (Mc. 6,3).
La nascita a Betlemme appartiene alle leggende teologiche di Matteo 1-2 e Luca 1-2, per inserirlo nella stirpe di Davide: un dato teologico, non storico.
Gesù nasce in una "numerosa famiglia", come unanimemente documentano biblisti e teologi. Spesso i Vangeli fanno cenno al padre , alla madre, ai fratelli e alle sorelle.
La leggenda dei cugini è piuttosto ridicola perché il testo greco distingue accuratamente i fratelli dai cugini: " Per la storia non esiste affatto il problema dei fratelli di Gesù: esiste solo per la dogmatica cattolica" ( M. Goguel, 1932).
Della nascita di Gesù in questo sperduto borgo della Galilea non si accorsero se non i borghigiani. Né svolazzi d'angeli, né visita dei magi....Gesù nacque dalla relazione affettiva e sessuale di due giovani
 sposi.
Più tardi, quando si comprese, dopo la sua missione- morte-risurrezione, chi era davvero quell'uomo, i suoi discepoli e le sue discepole riconobbero in lui l'inviato di Dio, il Cristo, il Messia. Lo chiamarono anche "il figlio di Dio" per significare non la realtà di Dio, ma per individuare colui al quale Dio aveva affidato una missione tutta speciale.
Per rendere omaggio a Gesù, come era nella tradizione ebraica ed ellenistica, all'interno del suo movimento nacquero racconti poetici, fantastici e leggendari della sua nascita.
Tutti i movimenti religiosi, accanto alle memorie preziose dei loro capostipiti, crearono sempre le leggende della nascita e dell'infanzia in modo poetico e celebrativo.
Chi li legge come resoconti di cronaca, prende un solenne abbaglio, come succede in molte predicazioni.

NATALE :CHE COSA DICE ALLA NOSTRA FEDE?

Ricordando Gesù, ancora una volta siamo condotti a ringraziare Dio perché per noi cristiani/e, egli, creatura di Dio, è la più alta manifestazione della volontà e dell'amore di Dio. Quando nacque il Natale, questa festa sostituì quella pagana del "Sole invitto".
Fu una intuizione felice perché, collocata al solstizio di inverno, venne a significare che in Gesù di Nazareth, profeta di Israele, era sorta per noi la luce messianica.
Festeggio davvero il Natale se ogni giorno seguo le tracce di Gesù: la fiducia in Dio e l'amore per i più deboli. Questo è il sole che Dio ha donato a noi cristiani e al mondo.
Poi ringrazio Dio perché, come discepolo e innamorato di Gesù, riconosco volentieri che Dio è più grande anche del cristianesimo e si rivela in tante altre strade.
La mia identità di cristiano è amica delle altre identità religiose tanto più che Dio, come il nazareno ci ha insegnato, è la presenza che anima ed accompagna tutte le creature.
don Franco Barbero