A
QUANDO LA CONVERSIONE ECOLOGICA?
22.2.18
di
Alex Zanotelli (*)
Primo
della politica, oggi prigioniera della lobby degli idro-carburi, poi
del movimento ambientalista, oggi più che mai frammentato e
indebolito, e infine delle comunità cristiane che non hanno ancora
colto la sfida lanciata da Francesco con Laudato Sì: la sfida di una
“conversione ecologica” (leggi Il
Cantico che non c’era di
Paolo Cacciari).
Il
movimento ambientalista riteneva che l’Accordo di Parigi (COP
21-2015) avrebbe finalmente dato una forte spinta per forzare i
governi a prendere drastiche misure per scongiurare la catastrofe
ecologica. Ma
purtroppo non ci eravamo accorti che Parigi era il frutto avvelenato
delle lobby petrolifere Usa, perché è solamente un accordo e non un
Trattato;
inoltre ogni nazione ha la responsabilità di decidere i suoi impegni
che non sono vincolanti.
Ci
eravamo illusi che il movimento avrebbe potuto forzare i governi ad
implementare l’Accordo:
ciò non è avvenuto. L’arrivo
poi di Trump, con la decisione di ritirarsi dall’Accordo di Parigi,
ha fatto il resto.
L’Italia, invece, che ha firmato l’Accordo, ha fatto ben poco per
metterlo in pratica. Con Sblocca Italia, il governo Renzi
ha rilanciato con forza le trivellazioni per
terra e per mare, prevedendo procedure semplificate per il rilancio
dei permessi di ricerca e di estrazione. Sia
il governo Renzi che il governo Gentiloni hanno poi continuato la
politica degli inceneritori, delle discariche, della cementificazione
selvaggia del suolo, della Tav, della Tap, delle megastrutture
stradali e aeroportuali.
Purtroppo
dobbiamo anche riconoscere che il movimento in difesa dell’ambiente
si è indebolito e annacquato. “Col passare degli anni, i
movimenti si sono appiattiti sui valori e le ‘leggi’
dell’economia globalizzata -
osserva il noto ambientalista Giorgio Nebbia - Molti sono diventati
collaboratori dei governi nelle imprese apparentemente verdi”. In
questo indebolimento hanno giocato
anche
fattori
come
visibilità,
protagonismo,
individualismo,
ricerca
di
potere. Purtroppo anche
quel forte movimento in Campania (contro discariche, rifiuti tossici,
roghi) si è sciolto come neve al sole.
Ma
altrettanto deludente per me è il fatto che dalle comunità
cristiane non sia nato un forte impegno ecologico in seguito
all’enciclica Laudato Sì, un testo straordinario di papa
Francesco, ma che trova difficoltà
a essere fatto proprio dai fedeli, forse perché anche preti e
vescovi non l’hanno fatto proprio. Infatti non è ancora nato un
serio movimento in seno alla chiesa in Italia. È un peccato questo
perché in questo momento epocale un serio impegno da parte della
comunità cristiana potrebbe rafforzare il movimento in difesa
dell’ambiente. Solo insieme, credenti e laici, potremo
realizzare un grosso movimento
popolare per forzare i partiti
e il nuovo governo a mettere al centro il problema ecologico. È un
compito fondamentale per tutti noi, credenti e laici. Solo insieme ci
possiamo salvare.
“L’Accordo
di Parigi è totalmente insufficiente per affrontare la problematica
del riscaldamento globale – affermano giustamente G. Honty e E.
Gudynas di La Via Campesina. La società civile non può restare
passiva e deve raddoppiare i propri sforzi per andare oltre questo
tipo di accordi e realizzare misure effettive, reali, concrete,
contro il cambiamento climatico. Molte saranno costose e dolorose, ma
il compito è urgente”. A quando la conversione
ecologica?
(*)
ripreso (con le immagini) da Comune-info che segnala questi ARTICOLI
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