mercoledì 8 agosto 2018

TI ACCORGI PRESTO


Quando contatti una comunità ti accorgi molto presto se i ministri, pastori/e, catechisti che svolgono in essa il loro ministero sono dei “ripetitori” o se, invece, cercano di creare un percorso in cui le parole, i simboli, i riti e le celebrazioni esprimano la vita reale in cui la fede possa incarnarsi.
Un malinteso senso di fedeltà alla tradizione, molta ignoranza e l’alibi che la maggioranza non gradisce i cambiamenti diventano alleati dell’immobilismo teologico, catechetico e liturgico.
Un parroco polacco recentemente mi ha detto che rosario e litanie sono la tradizione. Il cosiddetto “rosario per i morti” non è affatto una lunga tradizione, tanto meno le litanie lauretane (tutte pratiche che hanno pochi secoli di storia), ma i pastori hanno il compito di offrire alla comunità nuove proposte e di raccogliere la richiesta di rinnovamento che viene da singoli fedeli, da gruppi e movimenti.
Nella mia diocesi alcune parrocchie hanno sostituito il rosario con tre letture bibliche e tre momenti di riflessione.
Le litanie, ormai diventate incomprensibili e umoristiche, possono “cadere senza compenso”.
Certo che anche un disco rotto può, come già avviene in epoca robotica, “guidare il rosario”. E’ meno accessibile al disco o al robot preparare una meditazione biblica. Ma perché anche piccoli passi come questi non vengono promossi e avviati più diffusamente nelle nostre parrocchie e comunità?
Franco Barbero