mercoledì 17 marzo 2021

PER UNA SANA ALIMENTAZIONE

 La fenomenologia della prugna secca

Paolo Pigozzi

Il Manifesto
11.03.2021

Se, restrizioni Covid permettendo, gironzolate in queste settimane tra campi e colline noterete facilmente la fioritura delle Rosacee. Ciliegio selvatico, biancospino, prugnolo saltano facilmente all’occhio perché i fiori abbondanti, bianchi con una punta di rosa, si stagliano su siepi e boschi non ancora verdeggianti. Il prugno o susino appartiene alla stessa famiglia botanica ed è un albero assai diffuso negli orti e nei giardini. Per i frutti freschi c’è ancora da aspettare, ma le prugne secche sono regolarmente disponibili nella dispensa di molti, da consumare come golosità ma anche come rimedio intestinale. L’esperienza popolare lo conferma da sempre e da qualche tempo è anche ufficialmente scritto nero su bianco in etichetta, dopo sei anni di studi approfonditi, con il consenso dell’EFSA-European Food Safety Authority, l’organismo della Ue che si occupa di sicurezza alimentare: le prugne secche contribuiscono «al mantenimento delle normali funzioni intestinali». È noto che la regolarità intestinale è legata anche a un adeguato apporto di fibre nella dieta. 
In Europa generalmente l’assunzione di fibre è inferiore alle dosi raccomandate (non meno di 30-35 grammi/giorno), mentre in Italia l’assunzione giornaliera media per un adulto è inferiore a 20 grammi. Le fibre provengono da frutta, verdura, cereali integrali, legumi, noci e semi: è quindi importante includere un’ampia varietà di questi alimenti nella dieta quotidiana. Cento grammi di prugne secche (8-12 prugne) forniscono circa 7-8 grammi di fibre, quasi il 25% dell’apporto raccomandato. Nelle prugne secche ci sono anche altri preziosi nutrienti: caroteni (precursori della vitamina A) e vitamina K, potassio, calcio, fosforo, magnesio, rame, sostanze antiossidanti e quantità significative (oltre 15 grammi per 100) di sorbitolo, uno zucchero che trattiene molta acqua nell’intestino e rende più efficace, in alleanza con le fibre, l’azione lassativa delle prugne. Le prugne secche snocciolate si possono masticare lentamente e tenere in bocca anche a lungo così come sono, al naturale. 
 Tuttavia l’attività regolatoria intestinale migliora molto se le prugne sono messe in ammollo prolungato (almeno una notte) in acqua, da mangiare e bere al mattino successivo a colazione. Oppure si possono cuocere brevemente in acqua o succo di mela e poi assaporarle tiepide. Una delizia da consumare anche ogni giorno, se necessario: le prugne non danno assuefazione.