giovedì 4 marzo 2021

PURIFICA LA NOSTRA FEDE

Sei preghiere della mia giovinezza 

Riporterò nel mese di marzo, sul blog, sei preghiere che scrissi nella mia prima giovinezza, negli anni 1965-1967.
Esse sono state pubblicate nel libro "Osiamo dire" dell'editore Gribaudi di Torino nel 1968. 
Le pubblico ora come testimonianza del fatto che la ricerca di nuove modalità di preghiera mi ha caratterizzato fin dall'inizio del mio cammino.
Franco Barbero

Purifica la nostra fede
O Signore, rendi la nostra fede più semplice e trasparente: liberala da tanti fronzoli e da tante cianfrusaglie inutili e urtanti. C'è sempre per noi-come per il popolo ebraico-il pericolo di farci idoli scolpiti.
L'idolatria si serve di tutte le strade per riemergere. Che cosa pensi, o Signore, dei santini che portiamo in tasca, di tutto quel sottobosco di medaglie, immagini, crocette, quadri, candele, ciondoli…? 
Non provi forse un po' di sdegno verso di noi che per sfuggire allo sforzo di pensare a Te che sei al di là del tempo e dello spazio, per evitare la fatica dell'adorazione e l'impenetrabilità del mistero, troviamo più comodo darti un volto che si veda e si tocchi? Tutto questo ai tuoi occhi non è forse un ritorno al culto idolatri pagano? 
Abbiamo ragione di chiederci specialmente dopo il Concilio, come mai la Chiesa non liquidi questa religiosità superstiziosa; anzi ci sorprende che continuino a prosperare certi santuari, centrali potentissime di tale religiosità e botteghe frequentatissime di amuleti. 
È innegabile che nella tua casa, o Signore, trovano troppo spazio, troppa cura e troppa compiacenza l'immagine di Santa Rita, la statua di Sant'Antonio…; Più ancora la cassetta che sta sotto! Molti nostri fratelli, in nome di una dignità cui giustamente non vogliono rinunciare, sono usciti dalla tua casa perché puzzava di bottega; si sono detti: "Non è più una cosa seria". 
Signore, aiuta, aumenta, purifica la nostra fede. 
Aiutaci a superare la superstizione e la vana credulità. Ripeti a noi che sei un Dio geloso, che vuoi una preghiera vera, un culto serio, una pietà essenziale.
Liberaci da certe devozioncelle insulse e sentimentali; alimenta piuttosto in noi una pietà soda che si fondi sui grandi misteri della nostra salvezza.
Soprattutto libera i predicatori da qualunque falsa esagerazione, tenendoli lontani dalla retorica.
Riconduce la nostra preghiera alla cristallina freschezza delle fonti.
O Spirito Santo, educa la nostra fede, rendila ferma e matura.
Scalda ciò che è freddo, brucia ciò che è paglia e soprattutto insegnaci a distinguere la fede dalla superstizione.

Franco Barbero, Osiamo dire, Gribaudi editore, Torino 1968 pag. 58