Sei preghiere della mia giovinezza 
Riporterò nel mese di marzo, sul blog, sei preghiere che scrissi nella mia prima giovinezza, negli anni 1965-1967.
Esse sono state pubblicate nel libro "Osiamo dire" dell'editore Gribaudi di Torino nel 1968. 
Le
 pubblico ora come testimonianza del fatto che la ricerca di nuove 
modalità di preghiera mi ha caratterizzato fin dall'inizio del mio 
cammino.
Franco Barbero
Purifica la nostra fede
O
 Signore, rendi la nostra fede più semplice e trasparente: liberala da 
tanti fronzoli e da tante cianfrusaglie inutili e urtanti. C'è sempre 
per noi-come per il popolo ebraico-il pericolo di farci idoli scolpiti.
L'idolatria
 si serve di tutte le strade per riemergere. Che cosa pensi, o Signore, 
dei santini che portiamo in tasca, di tutto quel sottobosco di medaglie,
 immagini, crocette, quadri, candele, ciondoli…? 
Non
 provi forse un po' di sdegno verso di noi che per sfuggire allo sforzo 
di pensare a Te che sei al di là del tempo e dello spazio, per evitare 
la fatica dell'adorazione e l'impenetrabilità del mistero, troviamo più 
comodo darti un volto che si veda e si tocchi? Tutto questo ai tuoi 
occhi non è forse un ritorno al culto idolatri pagano? 
Abbiamo
 ragione di chiederci specialmente dopo il Concilio, come mai la Chiesa 
non liquidi questa religiosità superstiziosa; anzi ci sorprende che 
continuino a prosperare certi santuari, centrali potentissime di tale 
religiosità e botteghe frequentatissime di amuleti. 
È
 innegabile che nella tua casa, o Signore, trovano troppo spazio, troppa
 cura e troppa compiacenza l'immagine di Santa Rita, la statua di 
Sant'Antonio…; Più ancora la cassetta che sta sotto! Molti nostri 
fratelli, in nome di una dignità cui giustamente non vogliono 
rinunciare, sono usciti dalla tua casa perché puzzava di bottega; si 
sono detti: "Non è più una cosa seria". 
Signore, aiuta, aumenta, purifica la nostra fede. 
Aiutaci
 a superare la superstizione e la vana credulità. Ripeti a noi che sei 
un Dio geloso, che vuoi una preghiera vera, un culto serio, una pietà 
essenziale.
Liberaci da certe devozioncelle insulse e sentimentali; 
alimenta piuttosto in noi una pietà soda che si fondi sui grandi misteri
 della nostra salvezza.
Soprattutto libera i predicatori da qualunque 
falsa esagerazione, tenendoli lontani dalla retorica.
Riconduce la nostra
 preghiera alla cristallina freschezza delle fonti.
O Spirito Santo, 
educa la nostra fede, rendila ferma e matura.
Scalda ciò che è freddo, 
brucia ciò che è paglia e soprattutto insegnaci a distinguere la fede 
dalla superstizione.
Franco Barbero, Osiamo dire, Gribaudi editore, Torino 1968 pag. 58