Putin avverte Occidente e «provocatori»: «Non superate la linea rossa»
21 aprile 2021
Il sole 24 ore
«Dirò
solo qualche parola sulle questioni internazionali - chiarisce subito
Putin -. Il mio discorso sarà dedicato soprattutto ai problemi interni».
Poche parole, messaggio chiarissimo. La Russia vuole avere buoni
rapporti «con tutti gli attori del dialogo internazionale» e non vuole
«bruciare i ponti», ma se provocata risponderà duramente: «Siamo
pazienti e responsabili, ma non superate la linea rossa».
Chi
temeva che il presidente russo avrebbe sfruttato l’occasione - il
messaggio annuale alle Camere riunite, ai governatori delle regioni, ai
ministri e a tutte le più alte cariche dello Stato - per qualche colpo a
sorpresa, si è sentito rassicurato. Ma in realtà, è come se il
presidente russo si fosse fermato al bivio tra confronto e distensione.
E, senza entrare in dettagli, avesse indicato le linee rosse che Mosca
si riserva di considerare cruciali per i propri interessi strategici.
«Abbiamo
abbastanza pazienza, senso di responsabilità e professionalità per
gestire le decisioni all’estero», ha detto Putin. Ma «se scambiano per
debolezza le nostre buone intenzioni, la risposta della Russia sarà
asimmetrica, rapida e durissima. Ci auguriamo che nessuno attraversi la
linea rossa. Decidereremo noi dove tracciarla in ogni caso specifico».
Ucraina? Bielorussia? Putin ha parlato ambiguamente di un tentativo di
colpo di Stato e di assassinio del presidente bielorusso, Aleksandr
Lukashenko, facendo un parallelo con quanto accaduto in Ucraina.
Il ritorno della protesta
Mentre
Putin parlava, nelle città dell’Estremo Oriente russo erano iniziate le
prime manifestazioni a sostegno di Aleksej Navalny. Appuntamento alle
19 locali, seguendo gli 11 fusi orari della Federazione, per chiedere di
permettere a medici di fiducia dell’oppositore, in sciopero della fame
dal 31 marzo, di visitarlo nell’ospedale carcerario in cui è stato
trasferito. Le repressioni delle ultime proteste - nei giorni
dell’arresto e della condanna di Navalny - hanno lasciato il segno, e i
manifestanti che sognano un cambio di leadership e la libertà per
Navalny questa volta erano molti meno.
Kira
Yarmysh e Ljuba Sobol’, portavoce e legale per il Fondo anti-corruzione
di Navalny, sono state arrestate fin dal mattino, a Mosca. Era forse
rivolto anche al fronte interno l’avvertimento di Putin a chi minaccia
la stabilità del Paese, i «provocatori» impegnati ad agitare la barca:
«Gli organizzatori di qualunque provocazione che minacci interessi
centrali per la nostra sicurezza rimpiangeranno di averlo fatto, come
non hanno mai rimpianto altro».
Dalla
piazza del Maneggio presso il Cremlino, dal salone in cui parlava Putin,
la protesta sembrava una realtà parallela, estranea al centro del
potere che ascoltava il proprio unico punto di riferimento. Assorbito
quasi esclusivamente dalla necessità di mantenere l’appoggio del fronte
che non protesta, e il controllo del sistema, Putin ha tenuto
costantemente lo sguardo sulle elezioni parlamentari di settembre.
Una Russia verde
Populista,
attento all’ambiente e al benessere della popolazione, energico: così
ha voluto apparire. A un certo punto Putin ha perfino usato la parola
“misericordia”. Ha affrontato la crisi sanitaria e la prova che i russi
sono stati chiamati ad affrontare, ringraziando profusamente volontari e
personale medico, promettendo aumenti salariali e nuovi ospedali. Ha
pregato tutti di vaccinarsi. Ha proclamato l’istituzione della “Giornata
dei lavoratori del Pronto Soccorso”. Poche le mascherine, in platea: ma
per poter entrare al Maneggio, i test anti-Covid richiesti erano tre.
«Scusate
se parlo di cose della vita quotidiana, ma è di questo che vive la
gente»: Putin ha ripetuto più volte che la priorità è aumentare i
redditi e migliorare il tenore di vita. Ha parlato a lungo del mondo
della scuola, ha promesso aiuti alle famiglie con bambini, alle coppie
che contribuiranno a frenare il calo demografico. Per ogni scolaro una
famiglia riceverà 10.000 rubli (poco più di 100 euro) una tantum, il
prossimo agosto. A un mese, appunto, dal voto.
Particolare
attenzione è stata dedicata al cambiamento climatico: Putin parteciperà
giovedì al summit a distanza sull’ambiente convocato da Joe Biden,
l’invito è stato accettato malgrado le tensioni bilaterali. La sfida
della transizione energetica è particolarmente impegnativa per un Paese
esportatore di gas e petrolio, ma anche su questo fronte Putin vede la
possibilità di migliorare la qualità della vita, aumentare i posti di
lavoro, promuovere lo sviluppo di nuove tecnologie. Nei prossimi 30 anni
«le emissioni di gas serra accumulate in Russia devono essere inferiori
a quelle dell’Unione Europea. Obiettivo difficile ma raggiungibile», ha
detto. E in tutti i campi dell’economia, ha invitato gli imprenditori a
investire nello sviluppo, ha assicurato attenzione alle piccole e medie
imprese, ha prospettato un migliore sistema di finanziamento delle
regioni. Offrendo esempi concreti di progetti sparsi per il Paese: «Non
sono parole vuote, ma cose concrete».
In
chiusura, Putin è tornato sulla prova dell’epidemia Covid, e ha stretto
i ranghi del Paese: «Faremo di tutto per raggiungere gli obiettivi che
ci siamo posti insieme».