mercoledì 26 maggio 2021

GIUSTIZIA SOCIALE

 Provenzano “Basta timidezze la destra difende i privilegi noi vogliamo giustizia sociale”

La Repubblica 22/5

ROMA — Se c’è una persona, dentro il Pd, che non ha il minimo dubbio sulla necessità della “dote ai diciottenni” lanciata da Enrico Letta, è il vicesegretario Peppe Provenzano. «Enrico ha avuto coraggio», dice poco dopo essere andato a trovare i ragazzi del Cinema America a Roma, alle prese con l’ennesima intimidazione di stampo fascista. «È il primo segretario del Pd che propone un aumento delle tasse per i super ricchi con una esplicita finalità di giustizia sociale ». Spiega, l’ex ministro del Sud, che «dopo Berlusconi e la timidezza del centrosinistra del passato, l’Italia sulla successione è diventata una sorta di paradiso fiscale. E questo ha contribuito a rendere la nostra società quella con il più alto grado di disuguaglianza e la più bassa mobilità sociale. La polemica contro la casta dei politici non ci ha fatto vedere che la società stessa si stava dividendo in caste. E che si cristallizzava la peggiore delle ingiustizie. E cioè che il destino di ciascuno di noi sia segnato dalle eredità familiari o dai contesti geografici».
Cita uno studio della Banca d’Italia di qualche anno fa, secondo cui le famiglie più ricche di Firenze sono le stesse dal 1427. Ne mostra uno più recente, sul sito lavoce.info, basato sui registri delle imposte di successione: dalla metà degli anni ‘90, lo 0,1% più ricco ha visto raddoppiare la propria ricchezza, mentre i beni della metà più povera degli italiani si riducevano dell’80%.
«Noi, a differenza di Salvini, siamo pronti a fare la riforma fiscale complessiva. Sosteniamo davvero Draghi, che parla di progressività, spazzando via ogni ipotesi di flat tax. Ma progressività, nel dettato costituzionale, significa questo: chi ha di più paghi di più, affinché chi ha di meno paghi di meno». E quindi, per Provenzano, quella del Pd è una proposta tutt’altro che rivoluzionaria, anzi minima, rispetto a quanto accade sui patrimoni in Francia o Germania. «Non si tratta di prendere, come ha detto Draghi, ma di restituire alla società, di dare alla metà dei giovani italiani meno abbienti, a cui è stato sottratto molto durante la pandemia ». E non si tratta, come dice qualcuno - anche da sinistra - di sostituire i soldi allo studio: «Rivendico il lavoro fatto da ministro per l’allargamento della no tax area per favorire l’accesso all’università, soprattutto al Sud». È un altro, il punto. Anzi, il principio: «Basta tassare solo i redditi da lavoro. Non è una questione di merito, perché non c’è alcun merito nel nascere in una culla d’oro».
Davanti alle resistenze, sui modi e i tempi sbagliati, il vicesegretario pd risponde quasi con fastidio: «Se non lo facciamo adesso, dopo una crisi devastante che allarga i divari, soprattutto generazionali, quando lo facciamo? La verità è che in Italia per le classi dirigenti non è mai il momento di redistribuire. Questa proposta ha il merito di far giustizia su paginate intere di sociologia da strapazzo, secondo cui a difendere i poveri, il popolo, ci fossero Salvini e Meloni. E invece, hanno rivelato la vera anima della destra: la difesa dei privilegi, stavolta di una minoranza di straricchi». Ancora una volta mette davanti l’esempio americano: «Per alcuni la sinistra va bene solo quando è lontana, dunque innocua. Se Biden fa proposte radicali, ci rimproverano di non avere coraggio, di occuparci solo di legge Zan. Dimenticando che diritti civili e diritti sociali si tengono, soo inscindibili. Ma quando facciamo una proposta netta, che mette in discussione gli interessi di quei pochi che contano molto, partono i fischi dei commentatori ». Provenzano è convinto che la base apprezzi. Soprattutto, che apprezzi «il mondo fuori da noi, fuori dalle ZTL. Un ulteriore segnale che la pandemia sta facendo maturare una coscienza nuova». E quindi nessuna marcia indietro, nessun rinvio alla prossima legislatura. «Certo, non sarà facile, ma questo non ha importanza ».