domenica 3 ottobre 2021

Comunità cristiana di base di via Città di Gap, Pinerolo

NOTIZIARIO DELLA CASA DELL'ASCOLTO

E DELLA PREGHIERA

N°83 ottobre '21


In evidenza:

     INCONTRI COMUNITA' IN SEDE E SU MEET

- 3, 10, 24 e 31/10 ore 10: eucarestie

- 5, 12, 19 e 26/10 h 21: gr. biblici del martedì

- 7, 14, 21 e 28/10 h 10: gr. biblici del giovedì

- 17/10 ore 14:30: inc. con cdb di Piossasco

- 24/10 ore 10:30: assemblea comunitaria

- 28/10 ore 20:45: incontro sul sinodo

    NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

- Inc. preparatori e seminario cdb 4-5 dicembre

     RECENSIONI E SEGNALAZIONI

- G. Piovano, Diversamente Chiesa…

- AA. VV., Oltre Dio, in ascolto del Mistero…

     SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE

- Ricordando Spong

    DALLA NOSTRA COMUNITA'

- Questa comunità

APPUNTAMENTI COMUNITÀ IN SEDE (v. Città di Gap) E SU MEET

NB: si ricorda che le eucarestie si svolgeranno tutte le domeniche alle ore 10 in modalità mista (in presenza e su meet), utilizzando il link meet.google.com/vpu-vkkh-wfm. Il gruppo biblico del giovedì alle ore 10 sarà solo in presenza in sede, mentre quello del martedì alle 20:45 si svolgerà in modalità mista (in presenza e su meet), utilizzando il link meet.google.com/qpe-wfjz-cdp.

     DOMENICA 3 OTTOBRE h 10 – Eucarestia: preparano Esperanza e Stefania (come tutte le domeniche l'incontro si svolgerà in modalità mista).

     MARTEDI' 5 OTTOBRE h 20:45 – Gruppo biblico: Franco Barbero introduce in generale sui profeti e in particolare su Isaia (come tutti i martedì l'incontro si svolgerà in modalità mista).

     GIOVEDI' 7 OTTOBRE h 10 – Gruppo biblico: Franco Barbero introduce in generale sui profeti e in particolare su Isaia (come tutti i giovedì l'incontro si svolgerà in presenza in sede).

     DOMENICA 10 OTTOBRE h 10 – Eucarestia (prepara W. Primo)

     MARTEDI' 12 h20:45 e GIOV. 14 OTTOBRE h 10 – Gr. bibl.: F. Barbero su Is. 1,1 - 6.13.

     DOMENICA 17 OTTOBRE h14:30-18– Incontro con cdb Piossasco (c/o Tempio valdese)

     MARTEDI' 19 h20:45 e GIOV. 21 OTTOBRE h 10 – Gr. bibl.: F. Barbero su Is. 7,1 - 12.6.

     DOMENICA 24 OTTOBRE h 10 – Momento di preghiera (prepara Fiorentina C.)

     DOMENICA 24 OTTOBRE h 10:30 - Assemblea comunitaria

     MARTEDI' 26 h20:45 e GIOV. 28 OTTOBRE h 10 – Gr. bibl.: F. Barbero Is. 13,1 - 23.18.

     GIOVEDI' 28 OTTOBRE h 20:45 – Incontro su: "Il Sinodo: tra speranza e delusione".

     DOMENICA 31 OTTOBRE h 10 – Eucarestia (prepara M. Brussino)

NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

Incontri preparatori e seminario nazion. CdB del 4-5/12/21

Abbiamo scelto di dedicare al tema della sinodalità, di grande attualità, il prossimo seminario nazionale delle comunità cristiane di base, che si svolgerà sabato 4 e domenica 5 dicembre 2021, ma ancora non sono stati definiti alcuni temi e alcuni/e relatori e relatrici (nel prossimo notiziario vi daremo indicazioni più precise).

Il seminario sarà preceduto da alcuni incontri preparatori su Zoom (i link saranno inviati dalla segreteria in prossimità degli incontri):

- Lunedì 11 ottobre ore 21: presentazione di Visitazioni, testo che presenta la storia, le ricerche e le prospettive dei gruppi donne CdB e le molte altre.

- Domenica 24 ottobre: ricordo di Enzo Mazzi nel corso dell'assemblea comunitaria dell'Isolotto (la CdB comunicherà le modalità per partecipare).

- Lunedì 15 novembre ore 21: Maria Soave Buscemi ci parlerà del suo lavoro sulla sinodalità con comunità protestanti.

RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Guido Piovano, Diversamente Chiesa. Tra utopia e profezia

Come nascono queste pagine? Mesi fa collaboravo all'impaginazione del libro di un amico disponendo nel contempo di dieci anni di scritti che avevo pubblicato su Insonnia; fatto due più due, mi sono chiesto "Possono diventare un libro quegli scritti?" e subito dopo "Ha senso che lo diventino?"

Mano a mano che il testo prendeva forma quattro argomenti mi confermavano nella scelta di trasformare in libro quella raccolta di scritti.

Primo: i temi, le vicende, i personaggi protagonisti di quei dieci anni conservano una attualità che deriva loro, purtroppo, dal fatto che quasi nulla di essi è oggi superato o risolto, forse neanche veramente analizzato.

Secondo: esiste una diffusa sudditanza della cultura laica nei confronti della chiesa gerarchica che di fatto impedisce un chiaro confronto su molti dei temi più attuali. Oggi molto si dibatte sul ruolo della donna nella società, ma raramente lo si fa circa le discriminazioni che la donna subisce nella chiesa. Poco si discute, infatti, del no al sacerdozio femminile o del modello di donna cui la chiesa fa ancora riferimento. La femminilità è ancora un tabù se riferita alla chiesa! Allo stesso modo, un tema come l'accoglienza degli omosessuali è molto discusso e dibattuto, con dovizia di particolari a volte, aimè, attinenti alla cronaca nera, ma lo stesso non si può dire per il rapporto omosessualità chiesa, rispetto al quale commentatori e saggisti si fermano, come di fronte ad un muro. Altri potrebbero essere gli esempi, si pensi al tema della laicità dello Stato, dalla scuola di religione al cappellanato militare, per non parlare di temi più interni alla chiesa come la dogmatica o il papato oggi.

Terzo: le persone citate nel testo meritano che si faccia memoria delle lotte, delle testimonianze, della passione con cui hanno vissuto e che hanno trasmesso al mondo, spesso pagando un pesante tributo personale. Occorre non già riabilitarle, né santificarle, cosa che la chiesa a volte fa, ma semplicemente restituire loro la dignità sottratta.

Quarto: mano a mano che il libro cresceva una mia personale consapevolezza prendeva forma e consiste nel fatto che il libro, sebbene frutto del contributo di molti, sia più che mai espressione del mio sentire, del mio immaginario, di ciò che io stesso sono. 

Concludo: sarebbe un errore vedere il libro come momento di rottura critica nei confronti della chiesa, intenderlo dunque come una proposta meramente distruttiva. Questo testo, fin dal titolo, esprime invece in modo sincero e schietto quanto la chiesa possa e debba diventare diversa, quanto la si voglia rigenerata da un cambiamento che la collochi chiaramente sulla strada di Gesù.

Il libro è dunque intensa espressione del vibrante desiderio profetico che è presente nella fede e che vive nel quotidiano di molti credenti.

(in libreria per "Il mio libro" edizioni, 2021, pp.260, €15)

Presentazione a cura di Guido Piovano (dalla prefazione del libro) 

AA. VV., Oltre Dio, in ascolto del Mistero senza nome

La lettura di "Oltre Dio", dopo gli altri tre volumi della stessa collana, mi ha fornito riflessioni, pensieri e argomentazioni sempre utili per chi, come me, cerca di "non nominare Dio invano".

Per essere sincero, dopo le letture "provocatrici" e costruttive che nel decennio 60-70 del secolo scorso popolarono le nostre biblioteche (Robinson, Tillar, Ricoeur, Jungel, Concilium, Holl, Heschel, Schalom Ben Corin...), questo libro e questa collana mi hanno un po' deluso per la qualità e il livello delle argomentazioni. Comunque, nonostante alcuni dissensi, restano in me prevalenti alcuni pregi che vorrei segnalare.

Si trovano in queste pagine Autori e Autrici molto diversi: tra Lenaers - Spong  e Vigil - Villamayor ci sono a volte distanze oceaniche come sul senso e la possibilità del "Tu" rivolto a Dio.

Gli stessi Autori presentano evoluzioni significative da un testo all'altro, da Gilberto Squizzato a Paolo Scquizzato, come sulla questione del panenteismo. Queste differenze e queste distanze rendono la collana più ricca e rispettosa del plurale della ricerca. Così pure trovo molto aderente alla realtà il fatto che questi libri non ci lascino cullare nella illusione di un passato teologico e linguistico ormai sepolto. Ci tocca constatare che questo Dio patriarcale, che abita lassù nei cieli, giudice e provvidenza universale, non è affatto tramontato in molti "territori" religiosi e laici e, soprattutto, nella cultura e nel cuore di molti cristiani e cristiane. Tanto meno è "uscito" dal catechismo della chiesa cattolica e dalle varie celebrazioni liturgiche e dalle scuole di catechismo. Ovviamente, constato questa permanenza nello schema arcaico senza ergermi a giudice della fede di nessuno.

E poi, detto un po' semplicisticamente, in un'epoca in cui la teologia ufficiale ripete e vernicia il passato con mille acrobazie linguistiche per dare l'idea di un vero rinnovamento, la ripresa di questo antico tema del "dire Dio oggi" può dare un utile scossone a chi ha paura delle "questioni radicali".

Dato per acquisito che qui Autori e Autrici sono donne e uomini che hanno il coraggio di esporsi ai rischi della ricerca, forse non esenti da qualche cedimento alle mode del pensiero presentista, a me restano da esprimere alcune opinioni in aperto dissenso.

Come ebreo discepolo del Gesù Nazareno, ho trovato qua e là l'affermazione, per me storicamente falsa, che "si tratta di un processo simile a quello seguito dallo stesso Gesù nel suo superamento dell'ebraismo... Gesù ha messo da parte il culto…" (pag.178, Una spiritualità oltre il mito).

Lo stesso Villamayor, a pagina 158 di "Oltre Dio", riprende questa canzone quasi bimillenaria di un Gesù che supera l'ebraismo per farne realmente un "post-teista... Con Gesù muore il Dio dell'Antico Testamento...". Queste affermazioni, a mio avviso, contrarie alle più rigorose ricerche sulla ebraicità di Gesù, non rischiano di tradursi in abusi ideologici per "piegare" il Gesù storico e subordinarlo ad una tesi o ad una ideologia?

"Forse si può dire che anche Gesù è stato uno dei grandi esegeti della tradizione antica, uno dei grandi prosecutori della tradizione rabbinica. Il "nuovo" che annunciava non era che la più profonda verità dell''antico" (Gabriella Caramore, "La parola Dio", pag.68).

Adolf Holl lo ricordava nel 1971 nel suo "Gesù in cattiva compagnia" (tradotto poi in italiano da Einaudi molti anni dopo) che: "storicamente Gesù appartiene alla religione ebraica biblica: si colloca nella tradizione mistico-profetica, in opposizione alle strutture sacerdotali costituite. Tuttavia il concetto ebraico della divinità resta un elemento essenziale dell'autocoscienza di Gesù; la usa predicazione non comporta assolutamente l'eliminazione di Jahvè....Persino l'appello di Gesù all'amore del prossimo non è nuovo nella sua formulazione: si tratta di una citazione dai libri più antichi della Bibbia" (pag. 30). La stessa dimensione apocalittica, oggi ampiamente condivisa negli studi (fino a Fernando Rubio) colloca Gesù nel cuore pulsante dell'ebraismo.

Il libro "Oltre Dio" e l'intera collana glissano, con uno strano silenzio, sul dato storico e sulla rilevanza della preghiera nella vita di Gesù.  Il Gesù storico non è spiegabile senza il rapporto con il "Tu" divino. Ma su questo argomento mi sono soffermato più volte in altri contesti.

 Direi che la ricerca più viva e più costruttiva oggi forse si esprime in libri come quello di Molari, "Il cammino spirituale del cristiano" (Gabrielli Editori), in cui la "liberazione dal Dio catechistico" avviene con una chiara indicazione prioritaria di nuovi cammini personali e comunitari.  Così pure, noto una ben diversa costruttività e capacità di valorizzare "nova et vetera" nel meraviglioso libro di Matthew Fox "Gli 89 splendidi nomi di Dio", redatto dall'Autore per segnalare i nomi più belli e più utili per "dire Dio" nel nostro tempo. Quindi il "Mistero senza nome" della copertina di "Oltre Dio" può anche essere il mistero dicibile in mille nomi.

In ogni caso, mi auguro che la collana "Oltre le religioni" possa, come ai tempi di Robinson e di Tillar, aprire un dialogo con il popolo di Dio, come avvenne nel 1960-1970 e continuare la ricerca soprattutto segnalando e dando voce ad esperienze reali in cui il "passaggio" sia avvenuto o stia avvenendo.

 Forse un ulteriore volume sul post-teismo potrebbe essere superfluo, se insieme non scoprissimo sempre di più le mille possibili fioriture liberanti della parola "Dio" in un'ottica ecumenica.

Ma, come spesso mi succede,  a metà di un libro, un po' scarso di novità,  ho trovato una perla: "quando dico Dio voglio dire: il mistero buono e indicibile che abita tutto, la Fonte eterna e inesauribile della realtà,  la Presenza creatrice e trasformatrice che sostiene e muove tutti gli esseri o forme di essere, l'Amore liberatore che respira nel cuore del mondo che geme,  il regno di Dio di cui parlava Gesù come la realtà ultima occulta e presente e attiva in tutto: nel fiore della vigna, nella spiga di grano, nell'usignolo che canta, nel sorriso di un neonato, nelle lacrime di una persona disperata, nel dramma di un rifugiato, nell'azione di un profeta.

Intendendo in questo senso i termini credere e Dio, oggi il cuore e la ragione mi portano a confessare: Credo in Dio o voglio credere in Dio.... Nella Fiamma della Coscienza universale di cui tutti gli esseri sono scintille, scintille dello stesso Fuoco senza forma. E non importa come si chiami o cosa sia. Io la / lo chiamo Dio, perché è il nome che porto più in profondità e non solo come altro chiamarlo e ancora ho bisogno di chiamarlo in qualche modo. Ma questo poco importa.

 Ciò che importa è dare il cuore, confidare nella Realtà, farsi Samaritano compassionevole verso ogni creatura ferita..." (José Arregi, pag. 127).

Credo che ai lettori e lettrici di queste pagine capiterà di sentire che la folla di nomi che usiamo per dire Dio sia il segno di una ricerca senza fine e anche il bisogno di dire il nostro amore alla Fonte della vita che molti credenti chiamano Dio. In ogni caso, per dirlo con le parole di Paolo Scquizzato (pag.22), si tratta per noi credenti di "un compito doveroso e improcrastinabile".

(in libreria per Gabrielli edizioni, 2021, pp. 272, €19)

Recensione a cura di Franco Barbero (6/9/2021, Comunità cristiana di v. città di Gap – Pinerolo)

SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE

Ricordando Spong

Dio si incontra nel cuore della vita

"Molti si chiederanno se questo concetto di Dio, per il quale cerco a tentoni parole in grado di comunicarlo, abbia sufficiente continuità da collegarmi con ciò che loro tendono a descrivere come una figura genitoriale più soddisfacente sul piano emozionale, la divinità che una volta pensavamo abitasse il cielo. Rispondo a questa domanda con un sonoro sì. La mia affermazione riflette la mia convinzione che l'esperienza di Dio è sempre la stessa. E' solo la nostra descrizione di Dio che cambia, e la nostra descrizione è sempre mutevole. Il teismo è una descrizione umana di Dio che è morta. Cerco di camminare oltre il cadavere di questa descrizione verso un nuovo senso di Dio: un Dio che non incontriamo fuori della vita ma nel cuore stesso della vita.

La mia mente, la mia integrità, la mia ricerca intellettuale è la mia esperienza di Dio confluiscono tutte insieme in questa nuova immagine. La mia schizofrenia religiosa volge al termine. Il teismo è morto, proclamo gioiosamente, ma Dio è reale. Quando mi trovo alla presenza di questo Dio che abita il cuore della vita so esattamente perché mi definisco come un gioioso, appassionato, convinto credente nella realtà di Dio".

(da J.S. Spong, "Un Cristianesimo nuovo per un nuovo mondo", ed. Massari, trad, F.)

Gesù è la strada per me

Gesù, la mia porta di accesso a Dio. "Queste sono le percezioni che mi spingono ad agire. Credo di dover ora abbandonare i compromessi politici ed etici che hanno corrotto la fede in questo Gesù. Credo di dover abbandonare questa teologia soffocante, la struttura patriarcale, i pregiudizi radicati che si basano su una qualunque convenzione della nostra umanità, come il colore della pelle, il sesso o l'orientamento sessuale. Devo abbandonare la mentalità che incoraggia a pensare che le nostre dottrine siano inalterabili o che i nostri testi sacri non contengano errori. Devo abbandonare il Dio dei miracoli e della magia, il Dio del potere soprannaturale e invasivo.
Devo abbandonare le promesse di certezza, l'illusione di possedere la vera fede, le eccessive proclamazioni di essere il destinatario di una rivelazione incontestabile, e perfino il nevrotico desiderio religioso di sapere di essere nel giusto: ma non potrò mai abbandonare l'esperienza di
Dio, né potrò mai allontanarmi da quella porta di accesso al divino che io credo di aver trovato in colui che chiamo Cristo e che riconosco: Come: «mio Signore».
Non affermerò mai più che il mio Cristo è l'unica strada per arrivare a Dio, poiché ciò sarebbe un atto estremo di umana follia. Dirò, comunque, che Cristo è l'unica strada per me, poiché questa è la mia esperienza".

(da J.S. Spong, "Un Cristianesimo nuovo per un nuovo mondo", ed. Massari, trad, F. Sudati, p.339)

I Giusti dell'Islam

"Quello che non si sa è che tra le migliaia di nomi censiti in modo rigoroso e riconosciuti con una cerimonia pubblica a Yad Vashem, figurano anche quelli di settanta musulmani.
Persone che - in nome di valori islamici – si diedero da fare per salvare la vita ad alcuni ebrei durante la persecuzione nazista. Con questo loro gesto hanno ricordato che la frase del Tałmud: «Chi salva una vita salva il mondo intero», compare anche nel Corano. Oggi, però, sono i più dimenticati tra i Giusti, perché politicamente scorretti sia per tanti ebrei sia per tanti arabi. Sono infatti un invito ad andare oltre le generalizzazioni facili nella percezione dell'altro e delle sue aspirazioni. Alcuni anni fa Giorgio Bernardelli, per conto del PIME, ha pubblicato un testo dove racconta la storia di loro.
Sono sessantatré gli islamici albanesi che hanno salvato numerosi ebrei, ospitandoli nelle loro case in Albania; nel 1943 furono le stesse autorità che non consegnarono le liste degli ebrei ai nazisti. «La grande maggioranza di coloro che ospitarono gli ebrei in Albania lo fece con la convinzione, che per un buon musulmano fosse un dovere assistere e salvare coloro che avevano cercato rifugio nel loro Paese, perché ingiustamente perseguitati». Anche in Bosnia ci furono islamici che salvarono la vita di ebrei, come Zejneba Hardaga insieme al marito Mustafa, a Sarajevo, che abitando proprio di fronte al quartier generale della Gestapo avvisavano gli ebrei ogni volta che uscivano le camionette per una retata. Gli Hardaga fecero di più, infatti aprirono anche le porte di casa all'ebreo Yossef Kabilio, dicendogli: «Voi siete nostri fratelli. Questa è casa vostra». Oppure la storia del Console turco a Rodi, Selahattin Ulkumen, che nel 1944 grazie a uno stratagemma riuscì a salvare 42 famiglie ebree. Il Console pagò a caro prezzo il suo atto di coraggio: i tedeschi, accortisi di essere stati presi in giro, bombardarono la sua casa, ferendo gravemente la moglie, la quale in seguito alle ferite morì.
Insomma, musulmani che in nome della loro fede e della loro umanità che dalla fede scaturisce non si sono voltati dall'altra parte quando hanno visto il dolore, non sono stati indifferenti a quanto succedeva a ebrei riconosciuti e presi in carico nella loro sofferenza. Musulmani capaci di quella «banalità del bene» che racconta, in modo esemplare e oltre ogni stereotipo, quanto ogni fede sappia custodire, nonostante le contraddizioni storiche e le smentite di tanti, il senso di buono e di vero a custodia dell'umano di tutti".

(da Daniele Rocchetti, "Servizio della parola" n°529, p.148)

L'importanza del linguaggio mitico

"Reiterati tentativi sono stati messi in atto per evacuare la portata veritativa del mythos. Farne un linguaggio inferiore e indiretto che nasconde le verità che le scienze fisiche e morali raggiungono direttamente: bisogna allora spogliare queste verità dell'involucro mitico ridotto così a vuota crisalide.

Il rifiuto del mythos, prima in nome dell'autentica fede, poi in nome dei lumi della ragione, è una costante del pensiero filosofico. Questo esorcismo accanito dice che la contrapposizione di logos e mythos è sterile e fuorviante, perché non permette di riconoscere che qualcosa è detto nel mythos che non può essere detto con le categorie del logos".

(da Paul Ricoeur, "Dire Dio", ed. Queriniana, pag.36)

Solitudine e depressione

"Gli altri uomini gli sono sempre stati necessari, in ogni senso. Oggi la loro funzione può essere in gran parte sostituita da macchine (per esempio il computer). Ma quel che non può essere sostituito è la presenza umana: la lontananza degli altri causa una privazione che è un vero danno psichico. L'uomo solo incontra la depressione; e, a circolo vizioso, l'uomo depresso è un uomo cui mancano la forza e la spinta per andare incontro al prossimo.

L'essere umano è dotato per nascita della capacità di imitare. In natura, all'interno di piccoli gruppi, guardare gli altri è la sua principale fonte di apprendimento".

(da Luigi Zoja, "La morte del prossimo", ed. Einaudi 2009, pag. 14)

Trinità e triteismo

"Il cristianesimo parla di Trinità divina. Ma per quanto riguarda la Trinità, io sono piuttosto reticente. Dicendo che Dio è tre persone, temo di fare una specie di triteismo: tre dei, tre persone, una specie di famiglia. Ho paura di fare una teologia speculativa sulle tre persone e sulle relazioni tra di loro ".

(da E. Schillebeeckx, "Sono un teologo felice", pag.58)

Nota: vedeva bene. Adesso i sostenitori della Trinità hanno fatto come una precisa carta d'identità delle tre persone attraverso un processo delirante di radiografia del mistero. Provo un certo sgomento di fronte a chi fa i raggi x a Dio. E' pericolosa manipolazione teologica.

Franco Barbero

Droghe

"Legalizzare non basta. Serve una rivoluzione culturale", scrive Michael Pollan su "Internazionale" del 24 settembre. Raccomando la lettura di questo numero del settimanale. Carlo e Ada hanno proposto di farne oggetto di un incontro comunitario che programmeremo.

Franco Barbero

La Bibbia ebraica

Al di fuori del cristianesimo non esiste alcun Antico Testamento. C'è la Bibbia ebraica.

E' diventato uno dei luoghi comuni più scontati della cultura occidentale che il Dio dell'Antico Testamento sia il Dio della legge, del senso letterale, della giustizia, del castigo, della vendetta, della collera, della carne e della morte. Il Dio del Nuovo Testamento è il Dio della fede, dello spirito, del perdono, della grazia, della sopportazione, dell'amore e della vita. Ma questo è puro marcionismo e, in termini cristiani, eresia. L'essenza del Cristianesimo, come è enunciata da Paolo e dai Vangeli, è che il Dio dell'Antico Testamento e il Dio del Nuovo sono lo stesso Dio.

Il suo amore è lo stesso amore. La sua giustizia è la stessa giustizia. Il suo perdono lo stesso perdono. Questo è il motivo per cui L'Antico Testamento è parte del canone cristiano.

(da Jonathan Sacks, "Non nel nome di Dio", ed. Giuntina, Firenze 2017, pag. 63)

Accettare la propria ombra

"L'ombra rimossa non è malvagia. Finché resta rimossa, però, ha delle ripercussioni distruttive su di noi. Il sentimento rimosso si manifesta come sentimentalismo che ci sommerge. E l'aggressività rimossa spesso si manifesta sotto forma di patologie.

 L'arte di diventare pienamente umani consiste nell' accettare la propria ombra. Per molti, in un primo momento, e uno choc scoprire dentro di sé lati duri, scortesi e offensivi, nonostante tutti gli sforzi per dimostrare amore e gentilezza. Uno choc del genere è anche quello che provano i servi del signore che ha seminato il buon seme nel suo campo.

Chi, a causa del perfezionismo, vorrebbe sradicare dalla propria anima ogni zizzania, alla fine non raccoglierebbe neanche il grano. La sua vita sarebbe sterile. La fecondità della nostra vita non è mai espressione di pura assenza di difetti ed errori, bensì la conseguenza della fiducia che il grano sarà più forte della zizzania e che, al momento del raccolto, la zizzania si potrà eliminare".

(da Anselm Grun, "Riconciliarci con Dio", ed. Queriniana, pp. 126 e 127) 

DALLA NOSTRA COMUNITA'

Questa comunità

  • Pur nello sgomento di ciò che succede non solo in Afghanistan e delle notizie che arrivano dall'ambiente, dentro il vortice dei femminicidi e delle morti sul lavoro, questo è un tempo in cui molte voci profetiche si alzano nel mondo e nelle varie tradizioni religiose. Tanti cuori e tanti e tante mani si mobilitano concretamente nelle piccole iniziative di organizzazioni, associazioni e comunità.
  • Essere cristiani e cristiane non può mai prescindere da queste lotte o esserne semplici spettatori. Per questo è essenziale, nel nostro agire quotidiano, vedere il grano che cresce, i fiori che sbocciano e profumano il mondo di speranza, vedere i tanti alberi che sorreggono mille ramificazioni di amore e solidarietà
  • l sorriso e la festa non si spengano nei nostri incontri. Per questo celebriamo venerdì primo ottobre alle ore 18 a Piossasco gli 80 anni di Silvana e aspettiamo con emozioni la festa per il battesimo di Giosuè…
  • Proprio le letture bibliche, a partire dal profeta Isaia, possono diventare per noi, dei momenti comunitari in cui attingiamo con gioia alle sorgenti di acqua viva.
  • Collochiamo all'interno di questo foglio le diverse iniziative che intendiamo organizzare su alcuni temi di attualità nei prossimi due mesi:

    Giovedì 28 ottobre alle ore 20:45 il professor Lorenzo Tommaselli, teologo laico molto impegnato nell'insegnamento scolastico e nelle chiese nella chiesa locale napoletana, dialogherà in rete con Antonella Ippolito e Sergio Serafini di Alessandria sul tema "Il Sinodo: tra speranza e delusione. che fare?".

    Martedì 16 novembre alle ore 20:45 Guido Piovano presenterà il suo libro "Diversamente chiesa" con Franco Barbero, Francesco Giusti e Gilda Pozzati.

    Giovedì 25 novembre saremo in collegamento con il prof. Paolo Rigliano, studioso di fama internazionale, su "Droghe, legislazione, responsabilità".

  • Un ricordo e un saluto particolare ai malati e ai loro famigliari ai quali siamo vicini con l'affetto e con la preghiera.

Franco Barbero

Il nostro notiziario

Grazie alla spedizione via e-mail abbiamo ridotto il numero di copie cartacee del notiziario. Per ricevere il notiziario via e-mail contattare Francesco (320-0842573).

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