mercoledì 17 novembre 2021

SAGGEZZA

 Non sono un prete. Sono solo un uomo


Se vuoi ascoltare una parola cattiva e un pettegolezzo gratuito, basta varcare le soglie di una sacrestia prima di una grande celebrazione.

Oggi un prete mi fa: «ma sei ancora prete tu? Ti vedo solo dietro i ragazzi e i progetti sociali? Anche ora, senza una stola addosso».

Il fastidio è stato subito sostituito da un sorriso e dalla consapevolezza che forse ha ragione.

La vita è strana. E credo mi abbia fatto fare un percorso al contrario. In cui ciò che è più importante è sottrarre che aggiungere. E in questo cammino a perdere le fatiche e le storie dei miei ragazzi sono state maestre.

All’inizio del seminario mi sentivo già prete. Da prete ho iniziato a capire che non c’era nulla di più bello che essere cristiano. E nel tentativo di diventarlo, ho scoperto che, se c’è una cosa che conta davvero nella vita e per l’eternità, è essere uomo. Uomo.

No, non sono un prete. Se per prete si intende quello che intendeva l’amico di stamattina, un uomo del culto e dalle certezze granitiche utili solo a dimenticare di essere se stessi, diventando maschere sacrali. Se la devo dir tutta, credo di non essere riuscito neanche a diventare un buon cristiano a causa della mia “capa tosta” e di tante sfumature egoistiche.

Ma una cosa posso dire a me stesso, al cielo e ai miei figli: cerco di essere un uomo. E di insegnare loro a tener fede al più importante dei voti: quello di umanità.


don Gennaro Pagano (prete e psicoterapeuta di Pozzuoli)