sabato 6 agosto 2022

UNA GUERRA PER PROCURA

di Moni Ovadia

(…) C’è una prima evidenza in questo conflitto fra la Russia e l’Ucraina che è innegabile ed è davanti agli occhi di tutti: la guerra l’ha scatenata Vladimir Putin. È mia opinione però che le ragioni prime, le ragioni profonde, le ragioni che hanno preparato questa guerra e da ultimo l’hanno fatta deflagrare siano da ricercarsi nel modus operandi dell’intero Occidente e soprattutto degli Stati Uniti d’America.

L’Occidente ha peraltro dimostrato di non avere una sua autonomia, perché segue pedissequamente, in maniera appiattita, le indicazioni delle amministrazioni Usa, il cui scopo è replicare in questo secolo quanto accaduto nel secolo scorso, cioè l’egemonia dell’impero statunitense. Il discorso sarebbe molto lungo, basti dire che quando crollò l’Unione Sovietica, Paul Wolfowitz, sottosegretario alla Difesa statunitense, di fatto estese la dottrina Monroe dall’emisfero occidentale a tutto il mondo. Wolfowitz esplicitò la cosa dicendo che non sarebbe più dovuta sorgere nessuna potenza in grado di contendere l’egemonia agli Stati Uniti d’America. Il senatore Ted Kennedy definì la teoria Wolfowitz una teoria imperialista. Dick Cheney la mitigò un po’, ma de facto tutte le decisioni delle amministrazioni degli Stati Uniti d’America sono state improntate a questa teoria. Altrimenti non si spiegherebbe perché gli americani abbiano oltre 800 basi militari dovunque nel mondo. E anche l’estensione della Nato fa parte di questo giochino. (…)

In linea di principio, e non solo, un popolo invaso ha il pieno diritto di difendersi, con i mezzi che riesce a trovare e a impiegare. Tutto questo, però, sarebbe indiscutibile se questa guerra fosse “solo” una guerra di invasione di una potenza contro uno Stato indipendente. Non sono l’unico a ritenere che invece questa non sia una guerra della Russia contro l’Ucraina, ma che, sulla pelle del popolo ucraino, degli innocenti cittadini ucraini, si combatta un altro tipo di conflitto, un conflitto per procura fra gli Stati Uniti e la Russia. Del resto, il presidente Joe Biden ha detto esplicitamente di mirare a un cambio di regime in Russia. Obiettivo (rovesciare un regime per instaurarne uno amico) che le amministrazioni statunitensi e i servizi segreti, in particolare la Cia, hanno tradizionalmente perseguito, rovesciando anche regimi democratici. 

L’elenco sarebbe lungo, ricordo solo Mossadeq in Iran, Árbenz Guzmán in Guatemala e il presidente Salvador Allende in Cile. È la modalità che gli americani utilizzano per far credere che loro non fanno mai niente di male e che i regimi cadono da soli, mentre invece questa è una tecnica precisa denunciata in primo luogo dagli intellettuali statunitensi liberi pensatori. Penso ancora a Noam Chomsky. Ma anche a un politico come il senatore Bernie Sanders.

Tornando all’Ucraina, gli americani intendono combattere questa guerra fino all’ultimo uomo, o perlomeno piacerebbe loro farlo, ma non fino all’ultimo uomo americano, bensì fino all’ultimo uomo ucraino ed eventualmente fino all’ultimo uomo europeo. 

Persino il New York Times il 22 maggio scorso ha scritto che bisogna smetterla, perché questa guerra devasterà gli ucraini e l’Europa, mentre gli Stati Uniti ne usciranno rafforzati e con quella fama iper-usurpata di Impero del bene, mentre sono un Paese imperialista con una volontà di dominio totale sul mondo esercitata attraverso il loro sistema economico, che è un sistema dissennato, catastrofico e criminale.

(…) Di fronte al fatto che ci sono armi che possono distruggere il pianeta dieci volte, è ora di innescare un’altra marcia, di entrare in un’altra era, in un altro spazio mentale, in un altro ecosistema delle relazioni, di bandire i nazionalismi per cominciare a costruire un mondo unico per tutti i suoi abitanti. 

Che si cominci a pensare, per esempio, a un solo passaporto, quello dell’abitante del pianeta Terra, magari integrato da alcune pagine che indicano da quale luogo del pianeta Terra ciascuno proviene. Cito qui la straordinaria Carta di Palermo voluta dal sindaco Leoluca Orlando, che ha varato questo documento con molti autorevoli giuristi per chiedere labolizione universale del permesso di soggiorno. Noi non scegliamo dove nascere e non abbiamo nessun merito a essere nati in un posto anziché in un altro, per questo tutti devono poter scegliere dove vivere e dove morire. E oggi che abbiamo sentito l’alito gelido della minaccia delle armi atomiche, dobbiamo chiedere un bando universale di tutte le armi su questa Terra. Sembra un’utopia, ma molti progressi dell’umanità sono sembrate utopie. E l’utopia, come diceva Sebastião Salgado, è come l’orizzonte: serve a mettersi in cammino verso la meta. È ora che cominciamo almeno a metterci in cammino.