CARLO SIRACUSA, A Sua immagine, Eidon Edizioni, Genova 2006, € 15,00.
“Cristo, la sua divinità e la Trinità. Analisi di una Dottrina” è il sottotitolo che disegna l’itinerario del libro che ho letto con grande interesse.
Da molti anni è diventato patrimonio acquisito di gran parte dell‘esegesi il fatto che nelle Scritture non esista traccia delle dottrine cristologiche e trinitarie oggi comunemente diffuse e predicate nel catechismo ufficiale delle chiese cristiane.
Il nostro Autore, sulla base di ricerche e di studi ben noti, documenta i “passaggi” che hanno permesso la elaborazione di dottrine così estranee alla Scrittura.
Condivido totalmente la tesi di Carlo Siracusa, che è ben consapevole di proporci uno studio riassuntivo che non ha alcuna presunzione di completezza. Qua e là, sul piano esegetico, solleverei più di una eccezione. Sulla interpretazione delle “tentazioni” e della “trasfigurazione” di Gesù mi sembra che l’Autore corra il rischio di considerarle quasi una cronaca. Ma, tutto sommato, si tratta di dettagli che non compromettono per nulla il valore dell’opera.
Aggiungerei quattro osservazioni critiche che presente all’Autore e ai lettori per un eventuale approfondimento.
Ho apprezzato il fatto che il nostro Autore citi e valorizzi l’opera di Martin Werner, uno studioso spesso volutamente e a torto ignorato. “Le origini del dogma cristiano” resta tuttora un “prodotto teologico” con cui fare seriamente i conti. Ma negli ultimi 50 anni sono state mosse alcune osservazioni critiche che vanno prese in considerazione.
Una seconda annotazione mi sembra necessaria sul terreno esegetico. Non so per quale motivo il nostro Autore non abbia preso in considerazione studi come quelli, preziosi e pertinenti, di Barbaglio, Ortensio da Spinetoli, Meier, Jersel, Crossan, Patterson, Rendtorff, Tamayo, Knitter, Scaccaglia, Pesce, Gianotto, Schillebeeckx, Elisabeth Johnson, Höll, Guerriero, Molari, Haight, Hopkins, Boismard e altri che avrebbero reso più ricco il panorama della ricerca contemporanea.
Ancora, in terzo luogo, una annotazione per ciò che riguarda il brano 1a Giovanni 5, 7-8. Questo brano della Prima Lettera di Giovanni, detto “comma giovanneo”, è sicuramente una aggiunta tardiva, come hanno documentato molto studiosi. A pagina 161 del libro di Siracusa manca questa argomentazione che fa di tale aggiunta una vera inserzione dottrinario-dogmatica nel testo biblico.
Da ultimo non sottovaluterei la proposta positiva di chi, rifiutata la dogmatica trinitaria, valorizza la simbolica trinitaria.
Non posso concludere queste note senza invitare lettori e lettrici a comperare questo libro che ritengo prezioso per segnalare l’orizzonte di una ricerca che ci aiuti ad uscire dalle secche di una dogmatica estranea alle Scritture.
Si tratta di una libro scritto con intelligenza e passione, con l’intento di purificare e approfondire la nostra ricerca di fede. Di questo dobbiamo essere grati a Carlo Siracusa.
Il volume può essere richiesto scrivendo a: asuaimmagine@virgilio.it
Buona lettura. Diffondiamo questo libro.
“Cristo, la sua divinità e la Trinità. Analisi di una Dottrina” è il sottotitolo che disegna l’itinerario del libro che ho letto con grande interesse.
Da molti anni è diventato patrimonio acquisito di gran parte dell‘esegesi il fatto che nelle Scritture non esista traccia delle dottrine cristologiche e trinitarie oggi comunemente diffuse e predicate nel catechismo ufficiale delle chiese cristiane.
Il nostro Autore, sulla base di ricerche e di studi ben noti, documenta i “passaggi” che hanno permesso la elaborazione di dottrine così estranee alla Scrittura.
Condivido totalmente la tesi di Carlo Siracusa, che è ben consapevole di proporci uno studio riassuntivo che non ha alcuna presunzione di completezza. Qua e là, sul piano esegetico, solleverei più di una eccezione. Sulla interpretazione delle “tentazioni” e della “trasfigurazione” di Gesù mi sembra che l’Autore corra il rischio di considerarle quasi una cronaca. Ma, tutto sommato, si tratta di dettagli che non compromettono per nulla il valore dell’opera.
Aggiungerei quattro osservazioni critiche che presente all’Autore e ai lettori per un eventuale approfondimento.
Ho apprezzato il fatto che il nostro Autore citi e valorizzi l’opera di Martin Werner, uno studioso spesso volutamente e a torto ignorato. “Le origini del dogma cristiano” resta tuttora un “prodotto teologico” con cui fare seriamente i conti. Ma negli ultimi 50 anni sono state mosse alcune osservazioni critiche che vanno prese in considerazione.
Una seconda annotazione mi sembra necessaria sul terreno esegetico. Non so per quale motivo il nostro Autore non abbia preso in considerazione studi come quelli, preziosi e pertinenti, di Barbaglio, Ortensio da Spinetoli, Meier, Jersel, Crossan, Patterson, Rendtorff, Tamayo, Knitter, Scaccaglia, Pesce, Gianotto, Schillebeeckx, Elisabeth Johnson, Höll, Guerriero, Molari, Haight, Hopkins, Boismard e altri che avrebbero reso più ricco il panorama della ricerca contemporanea.
Ancora, in terzo luogo, una annotazione per ciò che riguarda il brano 1a Giovanni 5, 7-8. Questo brano della Prima Lettera di Giovanni, detto “comma giovanneo”, è sicuramente una aggiunta tardiva, come hanno documentato molto studiosi. A pagina 161 del libro di Siracusa manca questa argomentazione che fa di tale aggiunta una vera inserzione dottrinario-dogmatica nel testo biblico.
Da ultimo non sottovaluterei la proposta positiva di chi, rifiutata la dogmatica trinitaria, valorizza la simbolica trinitaria.
Non posso concludere queste note senza invitare lettori e lettrici a comperare questo libro che ritengo prezioso per segnalare l’orizzonte di una ricerca che ci aiuti ad uscire dalle secche di una dogmatica estranea alle Scritture.
Si tratta di una libro scritto con intelligenza e passione, con l’intento di purificare e approfondire la nostra ricerca di fede. Di questo dobbiamo essere grati a Carlo Siracusa.
Il volume può essere richiesto scrivendo a: asuaimmagine@virgilio.it
Buona lettura. Diffondiamo questo libro.
1 commento:
Con riferimento al commento che don Franco Barbero fa sulla citazione impropria che Carlo Siracusa avrebbe inserito nel suo libro a pag. 161, su 1 Gv 5:7,8, mi preme sottolineare che, la parte a cui Barbero si riferisce come "parte spuria o aggiunta" non è quella a cui si riferisce Siracusa. L'autore del libro infatti utilizza solo la parte della scrittura riconosciuta come "ispirata", ovvero quella ove si fa riferimento allo Spirito, all'acqua e al sangue, dimostrando che, proprio come acqua e sangue non sono "persone", anche lo Spirito di Dio non è una "persona", ma la forza stessa di Dio.
La parte riconosciuta come aggiunta al testo ispirato è quella che sostiene che "Tre son quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, il Verbo e lo Spirito santo, e questi tre sono uno". Ecco, queste parole sono assolutamente un'aggiunta tardiva, fatta scaltramente per sostenere la Trinità, ma Carlo Siracusa non si riferiva a questa frase!
Credo fosse necessario fare questa precisazione!
Saluti
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