da: www.liff.it, 22 ottobre 2006
INTERVISTA: "SONO UN PRETE FELICE LEGATO A VINCOLO DI OBBEDIENZA SOLO A DIO"
Franco Barbero, sacerdote celebrante nel 1978 del primo matrimonio tra due persone dello stesso sesso; da allora sono in tutto 104 le coppie omosessuali e 70 le coppie etero “divorziate”, da lui unite
di Ludovica Mazza , Lega Italiana Famiglie di Fatto
Torino:” Jutta Pabst, convivente dello scrittore-pittore Silvano Bernasconi, morto all’improvviso per un malore lo scorso 20 Agosto, non può entrare nella casa dove ha convissuto per anni con il suo compagno, La Procura ha posto i sigilli per tutelare gli eredi, la prof.ssa Pabst richiede solo gli oggetti personali per vivere e lavorare.”
Roma: “Benedetto XVI desidera ripristinare la Messa in latino in tutte le Chiese Cattoliche del Mondo”
Roma: “Benedetto XVI ammonisce le famiglie a non lasciarsi travolgere da moderne correnti culturali ispirate all’edonismo e al relativismo ed esorta a mantenersi fedeli nella loro vocazione in ogni stagione della vita, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, come hanno promesso nel rito sacramentale: non osi separare l’uomo ciò che Dio ha unito!”
INTERVISTA: "SONO UN PRETE FELICE LEGATO A VINCOLO DI OBBEDIENZA SOLO A DIO"
Franco Barbero, sacerdote celebrante nel 1978 del primo matrimonio tra due persone dello stesso sesso; da allora sono in tutto 104 le coppie omosessuali e 70 le coppie etero “divorziate”, da lui unite
di Ludovica Mazza , Lega Italiana Famiglie di Fatto
Torino:” Jutta Pabst, convivente dello scrittore-pittore Silvano Bernasconi, morto all’improvviso per un malore lo scorso 20 Agosto, non può entrare nella casa dove ha convissuto per anni con il suo compagno, La Procura ha posto i sigilli per tutelare gli eredi, la prof.ssa Pabst richiede solo gli oggetti personali per vivere e lavorare.”
Roma: “Benedetto XVI desidera ripristinare la Messa in latino in tutte le Chiese Cattoliche del Mondo”
Roma: “Benedetto XVI ammonisce le famiglie a non lasciarsi travolgere da moderne correnti culturali ispirate all’edonismo e al relativismo ed esorta a mantenersi fedeli nella loro vocazione in ogni stagione della vita, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, come hanno promesso nel rito sacramentale: non osi separare l’uomo ciò che Dio ha unito!”
Brescia: “ Hina Saleem, la giovane pachistana massacrata a coltellate dal padre non ha ancora avuto un degno funerale . Il convivente della ragazza ha chiesto di poterle dare sepoltura in Italia, in contrasto con l'intendimento della famiglia di seppellirla in Pakistan. Al momento non vi sono basi giuridiche per soddisfare tale richiesta”.
Roma:” Prodi dal Papa: I PACS non sono previsti nel programma di governo, ma si prevede il riconoscimento dei diritti delle persone che scelgono un’unione di fatto”
Reality o Soap Opera? Ovviamente la mia mente malpensante mi rievoca l’oscurantismo, l’ipocrisia e il perbenismo. Basita di fronte a tale indifferenza sono “ascesa” in quel di Pinerolo per chiedere conforto a Don Franco Barbero, sacerdote celebrante nel 1978 del primo matrimonio tra due persone dello stesso sesso; da allora sono in tutto 104 le coppie omosessuali e 70 le coppie etero “divorziate”, che hanno ricevuto un’identificazione così considerevole da un sacerdote cattolico.
Franco Barbero 67 anni, ordinato ministro di Dio nel 1963, è un religioso italiano ridotto allo stato laicale il 25 Gennaio 2003 da Papa Giovanni Paolo II, con un decreto della congregazione per la dottrina della fede, firmato allora dal cardinale Joseph Ratzinger, eletto il 19 Aprile 2005 al soglio pontificio.
Quali sono i pensieri di Don Franco di fronte a questo comportamento vaticano da KGB? Qual è la Sua missione? Lo Stato Italiano è un feudo della città del Vaticano? L’omosessualità è una svista di Dio, o “Dio non è la Fiat”? Le Unioni di Fatto, di qualsiasi sesso, hanno diritto ad una tutela legale, ad un riconoscimento giuridico e magari cattolico?
Ascoltiamo, con umiltà e silenzio, un sacerdote di gran vitalità e “passione”, un uomo libero, un maestro di preghiera, un mago della comunicazione interpersonale. Fondatore della Comunità di base di Pinerolo, in provincia di Torino, geniale, vulcanico e innamorato della vita.
Lei si sente un sacerdote?
Se per sacerdote s’intende ministro della comunità, mi sento tale, ora più che mai e non ho tenuto in alcuna considerazione il decreto “ad personam” del Papa, reso esecutivo dal cardinale Ratzinger. Il provvedimento può considerarsi invalido, non ascoltando il soggetto su cui si sentenzia ed è un modo incivile non dialogare e risolvere comunque “a suon di scomunica”.
Indi la maledizione papale è divenuta la mia benedizione: non ho mai avuto tantissime richieste di ministero come in questo momento e incontro le persone più belle, sane ed oneste; le persone che non hanno in mano tutte le certezze, affrontano i problemi, la vita e non possiedono la carrozza della verità.
Mi dilettano le persone “appiedate”, mi piace chi cammina lungo il sentiero della vita, guardando negli occhi le persone, i problemi e non ricevono alcuna telefonata divina, indicante i percorsi umani di questa nostra esistenza. Sono un prete felice.
Ha fatto vincolo d’obbedienza e rispetto, non ha mantenuto la promessa?
Quando promisi obbedienza e riverenza, erano queste le due parole, credevo ingenuamente che obbedire al mio vescovo fosse l’anticamera dell’obbedienza a Dio. Mi sono reso conto che i funzionari del tempio sono esecutori d’ordini societari e nulla hanno a che vedere con il vangelo, di conseguenza ho maturato ben presto il doloroso, ma chiaro convincimento che tra l’obbedienza alla gerarchia e l’obbedienza a Dio vi era un profondo divario.
Successivamente la mia coscienza mi ha suggerito di obbedire a Dio e non al magistero e non è stato un ingenuo ribellismo, ma una maturazione spirituale, psicologica e culturale, indicatami dal confronto con molte donne e uomini: il popolo di Dio.
Il Suo è un sentiero, paragonabile alla famosa poesia di Robert Frost: “ Due strade divergevano nel bosco. Io scelsi la meno frequentata”?
E’ un contrasto che all’inizio sembra insuperabile, in seguito diventa liberatorio: un’urgenza insita nell’anima c’induce a scegliere, se stare dalla parte della vita, dell’onestà e del vangelo. A quel punto è necessario opporsi e sono felice di aver infranto il mito dell’obbedienza gerarchica, altrimenti sarei stato un vile. Rispettare la gerarchia è infinitamente facile e molto comodo, perché c’è chi t’indica ciò che è giusto o sbagliato, chi è nella natura o contro natura, sono padroni di tagliare il mondo come il formaggio!
L’abitudine “ all’argent” è fondamentale, perché in “Quella” Istituzione non manca e non ti è negato! Fuori si ha la necessità di pagare le bollette e conoscere la vita: dall’enel al gas, dall’acqua all’affitto, questa è l’onestà del reale, dell’esistenza. Sono contento di aver potuto disobbedire al faraone.
Se potessi tornare indietro, prenderei le medesime decisioni, le stesse scelte, il tempo insegna: lo farei prima! Dopo 43 anni di sacerdozio sento che la strada percorsa è stata la migliore, rapportata a ciò che l’istituzione avrebbe continuato a propormi.
Alcun rimpianto?
Per quello che mi riguarda e ciò non è molto piacevole, aver perso l’amicizia d’alcuni miei confratelli…
L’ hanno abbandonata?
Evidentemente una parte mi ha visto come il diavolo, indi l’acqua santa si mette da parte. Molti mi telefonano e mi scrivono di nascosto, che non si sappia!
Questo aspetto mi ha causato sofferenza. Non ho subito un’emarginazione, è vero che ho perso qualche corpuscolo d’amici, ma ne ho trovati altri, numerosi e molto più vivi, ho una vita intensissima con contatti di una ricchezza straordinaria.
Numerose volte i giornali hanno descritto la mia figura come se facessi cose straordinarie: l’eucaristia con due donne lesbiche o due uomini gay, una celebrazione matrimoniale di una coppia etero in seconde nozze o una gay, assolutamente ordinario. L’interrogativo che mi pongo, quando officio la messa, non è il modo con cui si amano, E’… Se Sì Amano; perciò soffro, quando nella pubblicistica, tutto questo è presentato come una cosa eccezionale, forse è una sofferenza che in parte comprendo.
Che cos’è l’Amore?
Soprattutto ciò che il femminismo ha scoperto e che continua ad asserire, spesso inascoltato: è prendersi cura, è mettere insieme una grande passione, una bella corporeità vissuta secondo le stagioni dell’esistenza…Si, è un grande prendersi cura.
La tenerezza è uno dei valori assoluti della vita, dove corpo e sentimenti coabitano, tutto ciò supera il dettame patriarcale. Bisognerebbe vivere gelosamente il soffio vitale: intraprendere, sognare, creare, rispettare e non invadere. Il prendersi cura è il vertice più alto dell’amore, reciprocamente, nel bene e nel male, nella fragilità, nei limiti, accettarsi.
La libertà, la morale comune, la propria coscienza, il libero arbitrio, come si possono manifestare nei confronti della società, permeata di ipocrisia e falso perbenismo, di fronte alla Chiesa, allo Stato e a Dio?
La strada che conduce alla libertà è bella, avvincente ma difficile, perché da ogni parte giungono echi di schieramento: nella cultura, nelle chiese, nella società, a volte nei partiti; insomma è difficile compiere il percorso di libertà, però lo ritengo possibile nel senso ideologico, se apriamo gli occhi sulla vita ci sono tante voci da ascoltare, tanti momenti, una moltitudine di emozioni.
Sono stato a Torino per la manifestazione “ Laici in piazza” e ho visto un bosco di positività, ci sono tanti suoni, uomini, donne, i gruppi, i movimenti; di conseguenza il metodo migliore è il confronto continuo, l’ascolto reciproco, il dialogo, evitando alcune contrapposizioni, sovraesposizioni, come il Papa ha fatto con i mussulmani. Ecco, io credo sia possibile continuare questi percorsi di libertà e di libero arbitrio, nel confronto e nello studio, con un’espressione seria, positiva e costruttiva.
Nella chiesa vige la censura, in realtà mi sembra molto importante non parlare in sacrestia, bensì a viso aperto e compiere personalmente un itinerario di libertà interiore, di argomenti da portare sulle questioni, di mitezza nel dialogo, nessuno vuole scomunicare nessuno, ma anche di autonomia nell’esistenza quotidiana.
Mi spiego meglio, moltissimi miei confratelli mi parlano con grandissimi ed enormi sensi di colpa, con una dipendenza dall’istituzione che hanno interiorizzato come la Madre: non sono mai nati, non hanno mai visto la luce. Poi esiste realmente il problema economico, conosco migliaia, ma migliaia di preti che mi dicono: “ o mangio questa minestra o non campo”.
Io non mi nutro di questa “brodaglia”, perché ho imparato cosa significa mantenersi e allora capisco quanto sia tragico vivere alle dipendenze di uno, che se non mangi i suoi prodotti, se non esprimi le sue idee, se ti discosti da un’opinione, ti castagna! Se tue sei dentro l’istituzione possiedi la casa, la macchina, il telefono, hai tutto! Oggi è un privilegio incredibile!
Credo la chiesa, soprattutto a livello gerarchico, una società di assicurazioni. Guardi cos’è accaduto politicamente, si ostentano discorsi di pace, poi s’impartisce l’ordine ai vescovi americani di appoggiare la rielezione di Bush, questi sono i fatti. La chiesa a livello gerarchico non vuole perdere alcuna amicizia ricca e potente, quello che mi dispiace maggiormente è che si metta sul conto di Gesù una disumanità ecclesiastica. Gesù è sempre stato molto umano: la chiesa è disumana.
Un matrimonio su due dura al massimo tre anni. Nel 60% dei casi le persone iniziano un nuovo rapporto di coppia. Perché lo stato non può legiferare nei confronti delle unioni di fatto etero e gay?
Ritengo lo Stato Italiano represso e impedito nel Suo legiferare, perché inferiormente ci consideriamo una provincia dell’impero Vaticano, dovremmo aver capito che non siamo un feudo, ma una società di liberi cittadini! Purtroppo, nella cultura diffusa dai nostri politici e amministratori, trova troppo spazio la consultazione oltre Tevere, è una tradizione drammatica la nostra, in questa Italia subiamo un condizionamento fortissimo del potere Vaticano che su tutto interviene.
In questi giorni si disquisisce sul testamento biologico, sull’eutanasia, il Papa si esprime e allora parla agli Onorevoli, ai Senatori cattolici ,dicendo loro qual è la posizione che dovremmo assumere, come nella lettera inviata ai politici riguardo ai PACS, le unioni di fatto. L’ingerenza Vaticana da un lato e la poca crescita laica dei rappresentanti del popolo che non sanno rappresentare il popolo!
Spesse volte mi chiedo se intendono raffigurare la volontà dei cittadini o il dominio Vaticano! Inoltre è sconcertante che ciò sopravvenga nei partiti della sinistra, per quanto possa rincrescere, nel frattempo ci sono dei processi di crescita laici, purtroppo sono stentorei, lenti, contradditori. Ci troviamo in una situazione di vera difficoltà, avessimo qualche Zapatero!
Conosce, naturalmente, i PACS. Cosa ne pensa del progetto di legge presentato dall' On. Grillini?
Conosco bene i PACS, con Franco Grillini li presento volentieri durante manifestazioni e quant’altro. Li ritengo un passo di civiltà , per prendere in considerazione tante situazioni che attraverso la solidarietà, potrebbero trovare non dico la soluzione integrale, ma decisamente migliorie o addirittura deliberazioni conclusive: anziani, uomini, donne.
Mi rammarico che sia la chiesa a condannare, proprio Lei, oratrice di solidarietà! Ma non si è capito che qui si vuole garantire giuridicamente un aiuto reciproco? Ma è mai possibile? Nasce una proposta di legge che vuole far crescere nella società l’unione, l’accordo, la partecipazione , la felice convivenza, evitando tante violenze e tante miserie e cosa si fa? Ci si contrappone!
Ritengo i PACS un primo passo per regolare tante situazioni di sofferenza facilmente risolvibili. Affermare che questa proposta di legge sia contro la famiglia, è puramente un’invenzione ideologica, non c’è alcun attentato a nulla e a nessuno, c’è semplicemente un allargamento del concetto di famiglia., un arricchimento interiore.
Ha celebrato matrimoni tra persone divorziate?
Si. Ho celebrato tanti matrimoni, in seconde nozze, dopo aver ascoltato queste persone che mi hanno raccontato le loro storie, il bello e il brutto, la sofferenza e la rinascita. Ritengo che cristallizzare gli individui nel dolore sia la cosa più insana di questo mondo. Ho visto nascere in queste coppie, a volte dopo separazioni molto provate, nuovi amori e ho sorriso, gioendo con loro, perché quando nasce un amore ti senti sempre bene!
Per quale motivo condannare alla solitudine, all’ansia e all’infelicità…? E’ nato un amore! Si fa tesoro dell’esperienza precedente, le seconde nozze sono sempre indovinate! Si amano, si vogliono bene, certo usando discernimento, di conseguenza procedo tranquillamente in barba a tutte le leggi ecclesiastiche, perché la felicità degli uomini e delle donne viene prima di tutte le regole. Nel vangelo non c’è alcuna opposizione a questa situazione e la società a questo è arrivata prima della chiesa.
Quante sono state le coppie divorziate che lei ha sposato, la loro provenenza e l'estrazione sociale?
Le coppie che ho sposato in seconde nozze sono circa una settantina e provengono da parti molto diverse, dal Veneto, alla Sicilia, parecchi dal Lazio: sono coppie che hanno trovato porte sbattute in faccia e sono persone di grande intendimento umano, che hanno allevato famiglie, hanno continuato a prendersi cura dei figli nati all’interno del primo matrimonio, hanno un grande sentimento di fede e vogliono AVERE un segno di fede.
Anche di età molto diverse, l’ultima coppia che ho sposato avevano lei 68 anni lui 72. E’ una bella decisione! Come estrazione sociale, direi ceto medio, persone provenienti da ambienti cattolici e qualche coppia non particolarmente credente, poi ci siamo incontrati ed è nato un desiderio di fare un cammino spirituale e cristiano.
L’atteggiamento più ipocrita che riscontro in alcuni sacerdoti è quando dicono: “ non venite a fare la comunione qui, andate in un altro paese, a 20 km”, si appellano alla coscienza dei loro parrocchiani, ma in modo tragico, perché questa è una scuola d’ipocrisia, le cose sono o non sono, purtroppo questo è un atteggiamento estremamente diffuso.
Lei ha celebrato 107 matrimoni gay di cui alcuni transessuali. L'omosessualità è ancora considerata una diversità?
Devo dire, per quanto dispiaccia riconoscerlo, che in una parte della popolazione c’è ancora questo tragico pregiudizio:sono in essere ed in atto dei sostanziali cambiamenti, se ne parla, anche molte persone di una certa età hanno accolto bene questa evoluzione. Le persone più giovani hanno avuto altri stimoli per riflettere, anche se nei giovanissimi c’è un certo timore, dovuto alla paura di affrontare una vita che ha molti volti: la pluralità.
Quando scarseggia la nostra autostima, ci rispecchiamo ossessivamente nella nostra identità, fomentata ulteriormente dalla morale cattolica con parole in culturali, volgari e pesantissime: contro natura, anormalità, malattia. Oscenità “ di ordinaria follia”, perché si chiude l’omosessuale nel senso di colpa, si consiglia un bravo confessore, un terapeuta funzionale, nell’appoggiare le tesi sopra descritte.
Purtroppo anche nella chiesa protestante, pur avendo una maggiore apertura nei confronti della dinamica omosessuale, non c’è un grande coraggio. Il 10 Novembre sarò a Roma per il convegno protestante delle coppie e delle benedizioni omosessuali, ma nemmeno questa chiesa si pronuncia a favore delle coppie gay.
Cosa consiglia a quelle persone che non riescono a dichiarare la prorpia omosessualità e cosa suggerisce ai genitori, amici, colleghi?
Una domanda grossa, la domanda che spesso mi sento rivolgere. Tantissime persone non riescono a dirlo ad altri, perché ancora non hanno compiuto il passo di dirlo a se stessi. Cosa consiglio? Che non si isolino, che prendano contatto con realtà diversificate: gruppi di gay credenti, gruppi laici, Arcigay, Arcilesbica, che vivano, quindi comunichino. In realtà, pur rispettando i soggetti che hanno tutte queste incertezze, pongo sempre una domanda: “ quando diventerai una persona che avrà il coraggio, cosa possiamo fare per aiutarti?
Dobbiamo fare di più, in modo che le persone siano coscienti della loro dignità, della bellezza, dell’amore e del vivere secondo la nostra personale natura: trovarsi nella vita. La chiesa insegna a nascondersi, nel lavoro gli ambienti sono estremamente delicati, però si deve acquisire un’indipendenza psicologica, perché la realtà è conflittuale. Purtroppo sono pochissime le famiglie raggiunte dall’AGEDO.
Adozione per coppie gay?
L’adozione è accudire: non sono legato alla figura maschile e femminile, perché i ragazzi nella società incontreranno entrambe le persone. La nostra legge prevede, per le coppie eterosessuali, una disamina dell’attitudine, della stabilità e delle capacità accuditive , così dovrebbe essere per le coppie omosessuali, eguale trattamento.
Le prime indagini compiute sui figli di gay e lesbiche dicono che questi non hanno alcun disturbo aggiuntivo rispetto agli altri. Nella nostra comunità ci sono due donne lesbiche che vengono da matrimoni precedenti e hanno figli, le bambine stanno benissimo! Se c’è amore accuditivo, dov’è il problema?? Si possono superare “documenti” in nome dell’amore. Noi siamo la chiesa e lo stato dei certificati, abbiamo dimenticato gli uomini, le donne e il loro cammino nella vita.
Cosa possiamo fare per indurre i politici italiani a legiferare nei confronti delle unioni di fattoetero e gay?
Intanto non rassegnarsi! La battaglia per i PACS deve rimanere al centro dell’attenzione.
La proposta dell’On Grillini la trovo molto importante, perché può trovare un fronte più ampio e mi sembra fondamentale che i PACS non siano esclusivamente legati al fattore omosessuale, ma percepiti come solidarietà al di là del genere e del sesso.
Lavorare per le alleanze parlamentari, organizzare iniziative di aperture, un esempio, il registro delle unioni civili nei comuni.
Tutto questo perché solleva dibattito, pone il problema, fa discutere nelle associazioni, nei comuni, nel volontariato. Ogni battaglia per la laicità deve essere portata avanti con costanza, in modo continuativo e pubblico, altrimenti si rischia di incorrere nel pericolo di battaglie isolate o regionali, che non producono effetti.
Il centro-sinistra dovrebbe darsi delle priorità su questo capitolo e terreno dei diritti. Per esempio quello che ha fatto Zapatero, senza farne un mito, è stato fondamentale per la Spagna. Il re Juan Carlos, richiamato all’ordine dalle autorità vaticane, ha semplicemente risposto che avrebbe firmato le leggi proposte dal suo paese.
Ci sono persone della sinistra ecclesiale, come Zanotelli e Ciotti, estremamente validi, che però non si espongono su questi argomenti. Se si combatte contro la mafia, la droga, la pedofilia, non ci sarà alcun ordine gerarchico ecclesiale che potrà ostacolare questi buoni intendimenti, perché per la chiesa si rappresenta il volto pulito di una realtà sporca.
Nella chiesa cattolica il mito del matrimonio eterosessuale è un dogma, il divorzio lo rompe, ma non lo nega! L’aborto è qualcosa che non nega affatto, la chiesa dice: “ è un incidente di percorso”! L’unione gay scardina quello che è il dogma:« Per sua indole naturale, l'istituto stesso del matrimonio e l'amore coniugale sono ordinati alla procreazione e all'educazione della prole e in queste trovano il loro coronamento ».
Mentre l’aborto e il divorzio non toccano questa unicità della struttura del matrimonio eterosessuale monogamico, che fanno difendere da dio come una soffiata divina, l’unione omosessuale ribalta totalmente la situazione.
Lo stato non deve occuparsi dei dogmi ma dei bisogni del suo paese!
Cosa augura alla Chiesa...
Auguro alla Santa Romana Chiesa Cattolica ed Apostolica che arrivino due o tre Papi come il pastore tedesco, paradossalmente figure di questo genere, così oppressori e faraonici , fuori dai processi di liberazione, fanno crescere una precisa distinzione: una cosa è la fede con una comunità di credenti che si confrontano, l’altra è la chiesa burocrate, la chiesa caserma, esercito.
Forse qualcuno comincia ad aprire gli occhi, si comincia a dire che la fede è un’altra cosa. Se Dio è così brutto, io mi allontano, mi spavento! Se Dio è così mostruoso come lo sono le leggi ecclesiastiche, da domani inizio a rapinare banche!
Cosa augura allo Stato Italiano...
Allo Stato Italiano auguro semplicemente laicità. Pensare in base alla ragion-critica e alla ragion- politica costruttiva, prendere in considerazione i cittadini e le cittadine e smetterla di sbirciare in Vaticano. E’ uno stato con cui mantenere rispettosi colloqui ,ma non deve influire nelle cose interne, è uno stato straniero! E il capo di stato straniero quando va in visita al parlamento, non si sieda al centro, ma sotto a chi detiene il governo delle istituzioni (leggesi presidente del consiglio), gli si può assegnare una bella sedia, ma non situarlo nel nucleo principale della Camera, sono cose che stupiscono, sembra che tutti diventino chierichetti!
Con questa esilarante battuta saluto Don Franco Barbero, guardando negli occhi un sacerdote, a tutti gli effetti, in grado di fare pastorale.
Di cosa ha paura la Chiesa? Delle persone che si dedicano totalmente ad amare il prossimo e far scoprire loro il silenzio interiore. Di coloro che hanno il coraggio di amare e di esistere, perché contribuiscono a far sì che migliaia di individui credano in se stessi e si lancino nell’avventura di vivere per gli altri. Di coloro che hanno il coraggio di dire un sì assoluto alla vita.
Roma:” Prodi dal Papa: I PACS non sono previsti nel programma di governo, ma si prevede il riconoscimento dei diritti delle persone che scelgono un’unione di fatto”
Reality o Soap Opera? Ovviamente la mia mente malpensante mi rievoca l’oscurantismo, l’ipocrisia e il perbenismo. Basita di fronte a tale indifferenza sono “ascesa” in quel di Pinerolo per chiedere conforto a Don Franco Barbero, sacerdote celebrante nel 1978 del primo matrimonio tra due persone dello stesso sesso; da allora sono in tutto 104 le coppie omosessuali e 70 le coppie etero “divorziate”, che hanno ricevuto un’identificazione così considerevole da un sacerdote cattolico.
Franco Barbero 67 anni, ordinato ministro di Dio nel 1963, è un religioso italiano ridotto allo stato laicale il 25 Gennaio 2003 da Papa Giovanni Paolo II, con un decreto della congregazione per la dottrina della fede, firmato allora dal cardinale Joseph Ratzinger, eletto il 19 Aprile 2005 al soglio pontificio.
Quali sono i pensieri di Don Franco di fronte a questo comportamento vaticano da KGB? Qual è la Sua missione? Lo Stato Italiano è un feudo della città del Vaticano? L’omosessualità è una svista di Dio, o “Dio non è la Fiat”? Le Unioni di Fatto, di qualsiasi sesso, hanno diritto ad una tutela legale, ad un riconoscimento giuridico e magari cattolico?
Ascoltiamo, con umiltà e silenzio, un sacerdote di gran vitalità e “passione”, un uomo libero, un maestro di preghiera, un mago della comunicazione interpersonale. Fondatore della Comunità di base di Pinerolo, in provincia di Torino, geniale, vulcanico e innamorato della vita.
Lei si sente un sacerdote?
Se per sacerdote s’intende ministro della comunità, mi sento tale, ora più che mai e non ho tenuto in alcuna considerazione il decreto “ad personam” del Papa, reso esecutivo dal cardinale Ratzinger. Il provvedimento può considerarsi invalido, non ascoltando il soggetto su cui si sentenzia ed è un modo incivile non dialogare e risolvere comunque “a suon di scomunica”.
Indi la maledizione papale è divenuta la mia benedizione: non ho mai avuto tantissime richieste di ministero come in questo momento e incontro le persone più belle, sane ed oneste; le persone che non hanno in mano tutte le certezze, affrontano i problemi, la vita e non possiedono la carrozza della verità.
Mi dilettano le persone “appiedate”, mi piace chi cammina lungo il sentiero della vita, guardando negli occhi le persone, i problemi e non ricevono alcuna telefonata divina, indicante i percorsi umani di questa nostra esistenza. Sono un prete felice.
Ha fatto vincolo d’obbedienza e rispetto, non ha mantenuto la promessa?
Quando promisi obbedienza e riverenza, erano queste le due parole, credevo ingenuamente che obbedire al mio vescovo fosse l’anticamera dell’obbedienza a Dio. Mi sono reso conto che i funzionari del tempio sono esecutori d’ordini societari e nulla hanno a che vedere con il vangelo, di conseguenza ho maturato ben presto il doloroso, ma chiaro convincimento che tra l’obbedienza alla gerarchia e l’obbedienza a Dio vi era un profondo divario.
Successivamente la mia coscienza mi ha suggerito di obbedire a Dio e non al magistero e non è stato un ingenuo ribellismo, ma una maturazione spirituale, psicologica e culturale, indicatami dal confronto con molte donne e uomini: il popolo di Dio.
Il Suo è un sentiero, paragonabile alla famosa poesia di Robert Frost: “ Due strade divergevano nel bosco. Io scelsi la meno frequentata”?
E’ un contrasto che all’inizio sembra insuperabile, in seguito diventa liberatorio: un’urgenza insita nell’anima c’induce a scegliere, se stare dalla parte della vita, dell’onestà e del vangelo. A quel punto è necessario opporsi e sono felice di aver infranto il mito dell’obbedienza gerarchica, altrimenti sarei stato un vile. Rispettare la gerarchia è infinitamente facile e molto comodo, perché c’è chi t’indica ciò che è giusto o sbagliato, chi è nella natura o contro natura, sono padroni di tagliare il mondo come il formaggio!
L’abitudine “ all’argent” è fondamentale, perché in “Quella” Istituzione non manca e non ti è negato! Fuori si ha la necessità di pagare le bollette e conoscere la vita: dall’enel al gas, dall’acqua all’affitto, questa è l’onestà del reale, dell’esistenza. Sono contento di aver potuto disobbedire al faraone.
Se potessi tornare indietro, prenderei le medesime decisioni, le stesse scelte, il tempo insegna: lo farei prima! Dopo 43 anni di sacerdozio sento che la strada percorsa è stata la migliore, rapportata a ciò che l’istituzione avrebbe continuato a propormi.
Alcun rimpianto?
Per quello che mi riguarda e ciò non è molto piacevole, aver perso l’amicizia d’alcuni miei confratelli…
L’ hanno abbandonata?
Evidentemente una parte mi ha visto come il diavolo, indi l’acqua santa si mette da parte. Molti mi telefonano e mi scrivono di nascosto, che non si sappia!
Questo aspetto mi ha causato sofferenza. Non ho subito un’emarginazione, è vero che ho perso qualche corpuscolo d’amici, ma ne ho trovati altri, numerosi e molto più vivi, ho una vita intensissima con contatti di una ricchezza straordinaria.
Numerose volte i giornali hanno descritto la mia figura come se facessi cose straordinarie: l’eucaristia con due donne lesbiche o due uomini gay, una celebrazione matrimoniale di una coppia etero in seconde nozze o una gay, assolutamente ordinario. L’interrogativo che mi pongo, quando officio la messa, non è il modo con cui si amano, E’… Se Sì Amano; perciò soffro, quando nella pubblicistica, tutto questo è presentato come una cosa eccezionale, forse è una sofferenza che in parte comprendo.
Che cos’è l’Amore?
Soprattutto ciò che il femminismo ha scoperto e che continua ad asserire, spesso inascoltato: è prendersi cura, è mettere insieme una grande passione, una bella corporeità vissuta secondo le stagioni dell’esistenza…Si, è un grande prendersi cura.
La tenerezza è uno dei valori assoluti della vita, dove corpo e sentimenti coabitano, tutto ciò supera il dettame patriarcale. Bisognerebbe vivere gelosamente il soffio vitale: intraprendere, sognare, creare, rispettare e non invadere. Il prendersi cura è il vertice più alto dell’amore, reciprocamente, nel bene e nel male, nella fragilità, nei limiti, accettarsi.
La libertà, la morale comune, la propria coscienza, il libero arbitrio, come si possono manifestare nei confronti della società, permeata di ipocrisia e falso perbenismo, di fronte alla Chiesa, allo Stato e a Dio?
La strada che conduce alla libertà è bella, avvincente ma difficile, perché da ogni parte giungono echi di schieramento: nella cultura, nelle chiese, nella società, a volte nei partiti; insomma è difficile compiere il percorso di libertà, però lo ritengo possibile nel senso ideologico, se apriamo gli occhi sulla vita ci sono tante voci da ascoltare, tanti momenti, una moltitudine di emozioni.
Sono stato a Torino per la manifestazione “ Laici in piazza” e ho visto un bosco di positività, ci sono tanti suoni, uomini, donne, i gruppi, i movimenti; di conseguenza il metodo migliore è il confronto continuo, l’ascolto reciproco, il dialogo, evitando alcune contrapposizioni, sovraesposizioni, come il Papa ha fatto con i mussulmani. Ecco, io credo sia possibile continuare questi percorsi di libertà e di libero arbitrio, nel confronto e nello studio, con un’espressione seria, positiva e costruttiva.
Nella chiesa vige la censura, in realtà mi sembra molto importante non parlare in sacrestia, bensì a viso aperto e compiere personalmente un itinerario di libertà interiore, di argomenti da portare sulle questioni, di mitezza nel dialogo, nessuno vuole scomunicare nessuno, ma anche di autonomia nell’esistenza quotidiana.
Mi spiego meglio, moltissimi miei confratelli mi parlano con grandissimi ed enormi sensi di colpa, con una dipendenza dall’istituzione che hanno interiorizzato come la Madre: non sono mai nati, non hanno mai visto la luce. Poi esiste realmente il problema economico, conosco migliaia, ma migliaia di preti che mi dicono: “ o mangio questa minestra o non campo”.
Io non mi nutro di questa “brodaglia”, perché ho imparato cosa significa mantenersi e allora capisco quanto sia tragico vivere alle dipendenze di uno, che se non mangi i suoi prodotti, se non esprimi le sue idee, se ti discosti da un’opinione, ti castagna! Se tue sei dentro l’istituzione possiedi la casa, la macchina, il telefono, hai tutto! Oggi è un privilegio incredibile!
Credo la chiesa, soprattutto a livello gerarchico, una società di assicurazioni. Guardi cos’è accaduto politicamente, si ostentano discorsi di pace, poi s’impartisce l’ordine ai vescovi americani di appoggiare la rielezione di Bush, questi sono i fatti. La chiesa a livello gerarchico non vuole perdere alcuna amicizia ricca e potente, quello che mi dispiace maggiormente è che si metta sul conto di Gesù una disumanità ecclesiastica. Gesù è sempre stato molto umano: la chiesa è disumana.
Un matrimonio su due dura al massimo tre anni. Nel 60% dei casi le persone iniziano un nuovo rapporto di coppia. Perché lo stato non può legiferare nei confronti delle unioni di fatto etero e gay?
Ritengo lo Stato Italiano represso e impedito nel Suo legiferare, perché inferiormente ci consideriamo una provincia dell’impero Vaticano, dovremmo aver capito che non siamo un feudo, ma una società di liberi cittadini! Purtroppo, nella cultura diffusa dai nostri politici e amministratori, trova troppo spazio la consultazione oltre Tevere, è una tradizione drammatica la nostra, in questa Italia subiamo un condizionamento fortissimo del potere Vaticano che su tutto interviene.
In questi giorni si disquisisce sul testamento biologico, sull’eutanasia, il Papa si esprime e allora parla agli Onorevoli, ai Senatori cattolici ,dicendo loro qual è la posizione che dovremmo assumere, come nella lettera inviata ai politici riguardo ai PACS, le unioni di fatto. L’ingerenza Vaticana da un lato e la poca crescita laica dei rappresentanti del popolo che non sanno rappresentare il popolo!
Spesse volte mi chiedo se intendono raffigurare la volontà dei cittadini o il dominio Vaticano! Inoltre è sconcertante che ciò sopravvenga nei partiti della sinistra, per quanto possa rincrescere, nel frattempo ci sono dei processi di crescita laici, purtroppo sono stentorei, lenti, contradditori. Ci troviamo in una situazione di vera difficoltà, avessimo qualche Zapatero!
Conosce, naturalmente, i PACS. Cosa ne pensa del progetto di legge presentato dall' On. Grillini?
Conosco bene i PACS, con Franco Grillini li presento volentieri durante manifestazioni e quant’altro. Li ritengo un passo di civiltà , per prendere in considerazione tante situazioni che attraverso la solidarietà, potrebbero trovare non dico la soluzione integrale, ma decisamente migliorie o addirittura deliberazioni conclusive: anziani, uomini, donne.
Mi rammarico che sia la chiesa a condannare, proprio Lei, oratrice di solidarietà! Ma non si è capito che qui si vuole garantire giuridicamente un aiuto reciproco? Ma è mai possibile? Nasce una proposta di legge che vuole far crescere nella società l’unione, l’accordo, la partecipazione , la felice convivenza, evitando tante violenze e tante miserie e cosa si fa? Ci si contrappone!
Ritengo i PACS un primo passo per regolare tante situazioni di sofferenza facilmente risolvibili. Affermare che questa proposta di legge sia contro la famiglia, è puramente un’invenzione ideologica, non c’è alcun attentato a nulla e a nessuno, c’è semplicemente un allargamento del concetto di famiglia., un arricchimento interiore.
Ha celebrato matrimoni tra persone divorziate?
Si. Ho celebrato tanti matrimoni, in seconde nozze, dopo aver ascoltato queste persone che mi hanno raccontato le loro storie, il bello e il brutto, la sofferenza e la rinascita. Ritengo che cristallizzare gli individui nel dolore sia la cosa più insana di questo mondo. Ho visto nascere in queste coppie, a volte dopo separazioni molto provate, nuovi amori e ho sorriso, gioendo con loro, perché quando nasce un amore ti senti sempre bene!
Per quale motivo condannare alla solitudine, all’ansia e all’infelicità…? E’ nato un amore! Si fa tesoro dell’esperienza precedente, le seconde nozze sono sempre indovinate! Si amano, si vogliono bene, certo usando discernimento, di conseguenza procedo tranquillamente in barba a tutte le leggi ecclesiastiche, perché la felicità degli uomini e delle donne viene prima di tutte le regole. Nel vangelo non c’è alcuna opposizione a questa situazione e la società a questo è arrivata prima della chiesa.
Quante sono state le coppie divorziate che lei ha sposato, la loro provenenza e l'estrazione sociale?
Le coppie che ho sposato in seconde nozze sono circa una settantina e provengono da parti molto diverse, dal Veneto, alla Sicilia, parecchi dal Lazio: sono coppie che hanno trovato porte sbattute in faccia e sono persone di grande intendimento umano, che hanno allevato famiglie, hanno continuato a prendersi cura dei figli nati all’interno del primo matrimonio, hanno un grande sentimento di fede e vogliono AVERE un segno di fede.
Anche di età molto diverse, l’ultima coppia che ho sposato avevano lei 68 anni lui 72. E’ una bella decisione! Come estrazione sociale, direi ceto medio, persone provenienti da ambienti cattolici e qualche coppia non particolarmente credente, poi ci siamo incontrati ed è nato un desiderio di fare un cammino spirituale e cristiano.
L’atteggiamento più ipocrita che riscontro in alcuni sacerdoti è quando dicono: “ non venite a fare la comunione qui, andate in un altro paese, a 20 km”, si appellano alla coscienza dei loro parrocchiani, ma in modo tragico, perché questa è una scuola d’ipocrisia, le cose sono o non sono, purtroppo questo è un atteggiamento estremamente diffuso.
Lei ha celebrato 107 matrimoni gay di cui alcuni transessuali. L'omosessualità è ancora considerata una diversità?
Devo dire, per quanto dispiaccia riconoscerlo, che in una parte della popolazione c’è ancora questo tragico pregiudizio:sono in essere ed in atto dei sostanziali cambiamenti, se ne parla, anche molte persone di una certa età hanno accolto bene questa evoluzione. Le persone più giovani hanno avuto altri stimoli per riflettere, anche se nei giovanissimi c’è un certo timore, dovuto alla paura di affrontare una vita che ha molti volti: la pluralità.
Quando scarseggia la nostra autostima, ci rispecchiamo ossessivamente nella nostra identità, fomentata ulteriormente dalla morale cattolica con parole in culturali, volgari e pesantissime: contro natura, anormalità, malattia. Oscenità “ di ordinaria follia”, perché si chiude l’omosessuale nel senso di colpa, si consiglia un bravo confessore, un terapeuta funzionale, nell’appoggiare le tesi sopra descritte.
Purtroppo anche nella chiesa protestante, pur avendo una maggiore apertura nei confronti della dinamica omosessuale, non c’è un grande coraggio. Il 10 Novembre sarò a Roma per il convegno protestante delle coppie e delle benedizioni omosessuali, ma nemmeno questa chiesa si pronuncia a favore delle coppie gay.
Cosa consiglia a quelle persone che non riescono a dichiarare la prorpia omosessualità e cosa suggerisce ai genitori, amici, colleghi?
Una domanda grossa, la domanda che spesso mi sento rivolgere. Tantissime persone non riescono a dirlo ad altri, perché ancora non hanno compiuto il passo di dirlo a se stessi. Cosa consiglio? Che non si isolino, che prendano contatto con realtà diversificate: gruppi di gay credenti, gruppi laici, Arcigay, Arcilesbica, che vivano, quindi comunichino. In realtà, pur rispettando i soggetti che hanno tutte queste incertezze, pongo sempre una domanda: “ quando diventerai una persona che avrà il coraggio, cosa possiamo fare per aiutarti?
Dobbiamo fare di più, in modo che le persone siano coscienti della loro dignità, della bellezza, dell’amore e del vivere secondo la nostra personale natura: trovarsi nella vita. La chiesa insegna a nascondersi, nel lavoro gli ambienti sono estremamente delicati, però si deve acquisire un’indipendenza psicologica, perché la realtà è conflittuale. Purtroppo sono pochissime le famiglie raggiunte dall’AGEDO.
Adozione per coppie gay?
L’adozione è accudire: non sono legato alla figura maschile e femminile, perché i ragazzi nella società incontreranno entrambe le persone. La nostra legge prevede, per le coppie eterosessuali, una disamina dell’attitudine, della stabilità e delle capacità accuditive , così dovrebbe essere per le coppie omosessuali, eguale trattamento.
Le prime indagini compiute sui figli di gay e lesbiche dicono che questi non hanno alcun disturbo aggiuntivo rispetto agli altri. Nella nostra comunità ci sono due donne lesbiche che vengono da matrimoni precedenti e hanno figli, le bambine stanno benissimo! Se c’è amore accuditivo, dov’è il problema?? Si possono superare “documenti” in nome dell’amore. Noi siamo la chiesa e lo stato dei certificati, abbiamo dimenticato gli uomini, le donne e il loro cammino nella vita.
Cosa possiamo fare per indurre i politici italiani a legiferare nei confronti delle unioni di fattoetero e gay?
Intanto non rassegnarsi! La battaglia per i PACS deve rimanere al centro dell’attenzione.
La proposta dell’On Grillini la trovo molto importante, perché può trovare un fronte più ampio e mi sembra fondamentale che i PACS non siano esclusivamente legati al fattore omosessuale, ma percepiti come solidarietà al di là del genere e del sesso.
Lavorare per le alleanze parlamentari, organizzare iniziative di aperture, un esempio, il registro delle unioni civili nei comuni.
Tutto questo perché solleva dibattito, pone il problema, fa discutere nelle associazioni, nei comuni, nel volontariato. Ogni battaglia per la laicità deve essere portata avanti con costanza, in modo continuativo e pubblico, altrimenti si rischia di incorrere nel pericolo di battaglie isolate o regionali, che non producono effetti.
Il centro-sinistra dovrebbe darsi delle priorità su questo capitolo e terreno dei diritti. Per esempio quello che ha fatto Zapatero, senza farne un mito, è stato fondamentale per la Spagna. Il re Juan Carlos, richiamato all’ordine dalle autorità vaticane, ha semplicemente risposto che avrebbe firmato le leggi proposte dal suo paese.
Ci sono persone della sinistra ecclesiale, come Zanotelli e Ciotti, estremamente validi, che però non si espongono su questi argomenti. Se si combatte contro la mafia, la droga, la pedofilia, non ci sarà alcun ordine gerarchico ecclesiale che potrà ostacolare questi buoni intendimenti, perché per la chiesa si rappresenta il volto pulito di una realtà sporca.
Nella chiesa cattolica il mito del matrimonio eterosessuale è un dogma, il divorzio lo rompe, ma non lo nega! L’aborto è qualcosa che non nega affatto, la chiesa dice: “ è un incidente di percorso”! L’unione gay scardina quello che è il dogma:« Per sua indole naturale, l'istituto stesso del matrimonio e l'amore coniugale sono ordinati alla procreazione e all'educazione della prole e in queste trovano il loro coronamento ».
Mentre l’aborto e il divorzio non toccano questa unicità della struttura del matrimonio eterosessuale monogamico, che fanno difendere da dio come una soffiata divina, l’unione omosessuale ribalta totalmente la situazione.
Lo stato non deve occuparsi dei dogmi ma dei bisogni del suo paese!
Cosa augura alla Chiesa...
Auguro alla Santa Romana Chiesa Cattolica ed Apostolica che arrivino due o tre Papi come il pastore tedesco, paradossalmente figure di questo genere, così oppressori e faraonici , fuori dai processi di liberazione, fanno crescere una precisa distinzione: una cosa è la fede con una comunità di credenti che si confrontano, l’altra è la chiesa burocrate, la chiesa caserma, esercito.
Forse qualcuno comincia ad aprire gli occhi, si comincia a dire che la fede è un’altra cosa. Se Dio è così brutto, io mi allontano, mi spavento! Se Dio è così mostruoso come lo sono le leggi ecclesiastiche, da domani inizio a rapinare banche!
Cosa augura allo Stato Italiano...
Allo Stato Italiano auguro semplicemente laicità. Pensare in base alla ragion-critica e alla ragion- politica costruttiva, prendere in considerazione i cittadini e le cittadine e smetterla di sbirciare in Vaticano. E’ uno stato con cui mantenere rispettosi colloqui ,ma non deve influire nelle cose interne, è uno stato straniero! E il capo di stato straniero quando va in visita al parlamento, non si sieda al centro, ma sotto a chi detiene il governo delle istituzioni (leggesi presidente del consiglio), gli si può assegnare una bella sedia, ma non situarlo nel nucleo principale della Camera, sono cose che stupiscono, sembra che tutti diventino chierichetti!
Con questa esilarante battuta saluto Don Franco Barbero, guardando negli occhi un sacerdote, a tutti gli effetti, in grado di fare pastorale.
Di cosa ha paura la Chiesa? Delle persone che si dedicano totalmente ad amare il prossimo e far scoprire loro il silenzio interiore. Di coloro che hanno il coraggio di amare e di esistere, perché contribuiscono a far sì che migliaia di individui credano in se stessi e si lancino nell’avventura di vivere per gli altri. Di coloro che hanno il coraggio di dire un sì assoluto alla vita.
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