martedì 26 giugno 2007

Cari amici e amiche della “sinistra radicale”...

Cari amici e amiche della “sinistra radicale”,

credo che siamo giunti ad una “stagione” in cui o si compiono nuove scelte o si finisce in un buco.

Voglio dire: o si riesce a dar vita ad una formazione politica che superi i singoli partitini o si va verso la scomparsa a livello di rappresentanza politica parlamentare. A mio avviso, ci vuole una svolta.

Il paese non capisce più queste divisioni, suddivisioni con l’esasperato tentativo di presentare un propria identità. Una robusta ed unitaria formazione politica di sinistra potrebbe dare un alternativa stabile all’attuale centrodestra.

Le piccole formazioni sono preziose sul terreno dell’associazionismo e dei movimenti, ma diventano irrilevanti a livello parlamentare, perché svolgono una funzione ormai più declamatoria che politica.

Si tratta di una svolta culturale che si impone come necessaria nella attuale scacchiera europea e planetaria. Ma, a mio avviso, la sinistra radicale ha anch’essa il problema dei “troppi galletti nel pollaio”. Troppe persone vivono di politica e non si rassegnano facilmente a perdere il posticino.

Eppure, perché possa progredire la politica, è necessario che parecchie persone dei “corpi dirigenti” dei singoli partitini facciano un passo indietro. I personalismi sono più presenti e pesanti di quanto si creda.

E se si cominciasse a compiere uno sfoltimento a questo livello? Questa potrebbe rappresentare la prima sana “decrescita”.

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