Don Sandro racconta un episodio della sua infanzia. Lo riporto nel mio blog perché è significativo.
Quando ero in terza elementare la mia maestra ci fece scrivere una lettera a Gesù per ricevere da lui un regalo a Natale ( e poi la diede di nascosto ai nostri genitori). Io e il mio compagno di banco scrivemmo di avere come regalo un cammioncino fantastico che abbiamo visto in un negozio.
Durante il mese di dicembre il mio compagno, figlio di un imprenditore, si comportò molto duramente in classe e la maestra gli disse che se faceva così Gesù non gli portava il regalo che aveva chiesto. Io invece cercai di comportarmi bene per ricevere il regalo.
Quando arrivò la notte di Natale io al mattino mi alzai, andai in cucina e, invece del cammioncino che avevo chiesto, trovai un cavallo a dondolo. Salii sul cavallo a dondolo, cominciai a dondolarmi agganciandomi alle sue orecchie. Mi resi conto che una era rotta.
Mi venne in mente che qualche settimana prima io ero andato da quel mio compagno e salito sul suo cavallo a dondolo gli strappai un' orecchia. Mi resi conto che quello era il cavallo a dondolo rotto che il mio amico aveva buttato via in pattumiera.
Andai allora subito a trovare il mio compagno. Arrivato in casa sua vidi che a lui Gesù aveva portato il cammioncino.
Tornai a casa mia, andai al presepio e presi in mano la statuetta del Gesù bambino e, gridando, dissi : “Perché non lo hai portato anche a me che sono stato più buono a scuola ?” E l'ho buttata per terra.
La mia mamma mi prese in braccio. Mi portò nella stanza da letto, nascosto dalle mie sorelline, e, piangendo, mi disse : “Sandrino ti confesso che i regali di Natale non li porta Gesù ma dobbiamo comprarli noi. E tu sai che noi non abbiamo soldi. Allora il tuo papà è andato a raccogliere quel cavallo a dondolo, lo ha pitturato e te lo regala a te”.
Allora io, piangendo anch’io, gli dissi : “Mamma perchè non me lo avete detto prima. Voi sapete che io non avrei mai chiesto a voi di spendere soldi per farmi un regalo. E a Gesù avrei chiesto qualcosa d'altro, non un regalo”. Andai a raccogliere la statuina di Gesù bambino e la rimisi nel presepio.
E cominciai a pensare fin dall'ora che quelli che nella loro vita hanno molte cose belle non le hanno perchè amati da Gesù che gliele regala. Ma solo perchè sono ricchi. E ho sentito invece Gesù vicino a me e agli altri poveri del mondo.
Quando ero in terza elementare la mia maestra ci fece scrivere una lettera a Gesù per ricevere da lui un regalo a Natale ( e poi la diede di nascosto ai nostri genitori). Io e il mio compagno di banco scrivemmo di avere come regalo un cammioncino fantastico che abbiamo visto in un negozio.
Durante il mese di dicembre il mio compagno, figlio di un imprenditore, si comportò molto duramente in classe e la maestra gli disse che se faceva così Gesù non gli portava il regalo che aveva chiesto. Io invece cercai di comportarmi bene per ricevere il regalo.
Quando arrivò la notte di Natale io al mattino mi alzai, andai in cucina e, invece del cammioncino che avevo chiesto, trovai un cavallo a dondolo. Salii sul cavallo a dondolo, cominciai a dondolarmi agganciandomi alle sue orecchie. Mi resi conto che una era rotta.
Mi venne in mente che qualche settimana prima io ero andato da quel mio compagno e salito sul suo cavallo a dondolo gli strappai un' orecchia. Mi resi conto che quello era il cavallo a dondolo rotto che il mio amico aveva buttato via in pattumiera.
Andai allora subito a trovare il mio compagno. Arrivato in casa sua vidi che a lui Gesù aveva portato il cammioncino.
Tornai a casa mia, andai al presepio e presi in mano la statuetta del Gesù bambino e, gridando, dissi : “Perché non lo hai portato anche a me che sono stato più buono a scuola ?” E l'ho buttata per terra.
La mia mamma mi prese in braccio. Mi portò nella stanza da letto, nascosto dalle mie sorelline, e, piangendo, mi disse : “Sandrino ti confesso che i regali di Natale non li porta Gesù ma dobbiamo comprarli noi. E tu sai che noi non abbiamo soldi. Allora il tuo papà è andato a raccogliere quel cavallo a dondolo, lo ha pitturato e te lo regala a te”.
Allora io, piangendo anch’io, gli dissi : “Mamma perchè non me lo avete detto prima. Voi sapete che io non avrei mai chiesto a voi di spendere soldi per farmi un regalo. E a Gesù avrei chiesto qualcosa d'altro, non un regalo”. Andai a raccogliere la statuina di Gesù bambino e la rimisi nel presepio.
E cominciai a pensare fin dall'ora che quelli che nella loro vita hanno molte cose belle non le hanno perchè amati da Gesù che gliele regala. Ma solo perchè sono ricchi. E ho sentito invece Gesù vicino a me e agli altri poveri del mondo.
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