Se ne parla, e giustamente, in tutte le sedi e in tutte le salse. Eppure si ha l’impressione, specialmente in questi giorni, che il discorso sulla laicità sfugga, diventi evanescente.
Credo che da molti anni soprattutto con l’esplosione e la diffusione del berlusconismo, manchi l’anello forte che rende possibile essere laici.
Penso che sopraffatti dagli slogan, dalle battute, dai comizi, dal primato dell’audience, dalle volgarità, dalle mode, dalla teledipendenza… siano venute meno in troppe persone la gioia e la fatica del pensiero argomentato, la costruttiva capacità di ascoltare l’altro/a senza interromperlo, di distribuire equamente i tempi della parola secondo il numero degli interlocutori.
Oggi quasi ogni dibattito si svolge con un penoso sovrapporsi di voci, con la prevaricazione di chi ascolta solo sé stesso.
Mi sembra che non ci si avvii verso una laicità di metodo e di contenuto, se non riscopriamo il lusso di pensare.
Forse creare luoghi e spazi in cui, dentro l’esistenza quotidiana, si riprenda vigorosamente l’arte di pensare, studiare, documentarsi… non è impresa facile.
Tale è la disabitudine al pensiero che bisognerà attuare i meccanismi della riabilitazione. Spesso partendo da un gesto semplice: spegnere il televisore.
Credo che da molti anni soprattutto con l’esplosione e la diffusione del berlusconismo, manchi l’anello forte che rende possibile essere laici.
Penso che sopraffatti dagli slogan, dalle battute, dai comizi, dal primato dell’audience, dalle volgarità, dalle mode, dalla teledipendenza… siano venute meno in troppe persone la gioia e la fatica del pensiero argomentato, la costruttiva capacità di ascoltare l’altro/a senza interromperlo, di distribuire equamente i tempi della parola secondo il numero degli interlocutori.
Oggi quasi ogni dibattito si svolge con un penoso sovrapporsi di voci, con la prevaricazione di chi ascolta solo sé stesso.
Mi sembra che non ci si avvii verso una laicità di metodo e di contenuto, se non riscopriamo il lusso di pensare.
Forse creare luoghi e spazi in cui, dentro l’esistenza quotidiana, si riprenda vigorosamente l’arte di pensare, studiare, documentarsi… non è impresa facile.
Tale è la disabitudine al pensiero che bisognerà attuare i meccanismi della riabilitazione. Spesso partendo da un gesto semplice: spegnere il televisore.
Nessun commento:
Posta un commento