Quello che succede in Vietnam dà segnali di speranza contro lo strapotere della multinazionale NIKE, una azienda USA che, oltre gli stabilimenti in Vietnam, ha 130 fabbriche in Cina, decine in India, Malesia e Indonesia.
Per quanto la NIKE sia stata costretta a varare un codice etico e a pubblicare un “rapporto di responsabilità sociale”, è ovvio che essa ha creato le sue fortune sullo sfruttamento dei lavoratori asiatici sottopagando la manodopera locale.
Ora le cose stanno prendendo un corso diverso. La NIKE ha perso ogni dichiarato volto umano in un recente scandalo venuto alla luce in Pakistan dove, in uno stabilimento, molti bambini erano coinvolti nella produzione di palloni cuciti a mano.
Il fatto che 20 mila operai in Vietnam siano scesi in sciopero paralizzando lo stabilimento, non è impresa di poco conto. Si tratta del più grande sciopero della storia del Vietnam riunificato sotto le bandiere del governo comunista.
Con un Pil dell’otto per cento, il Vietnam ha conosciuto una crescita economica impensabile in Europa, ma l’inflazione e l’aumento del prezzo del riso hanno messo in moto questa protesta che riaccende la lotta in tutto il paese e smaschera lo sfruttamento di questa azienda sfruttatrice.
Per quanto la NIKE sia stata costretta a varare un codice etico e a pubblicare un “rapporto di responsabilità sociale”, è ovvio che essa ha creato le sue fortune sullo sfruttamento dei lavoratori asiatici sottopagando la manodopera locale.
Ora le cose stanno prendendo un corso diverso. La NIKE ha perso ogni dichiarato volto umano in un recente scandalo venuto alla luce in Pakistan dove, in uno stabilimento, molti bambini erano coinvolti nella produzione di palloni cuciti a mano.
Il fatto che 20 mila operai in Vietnam siano scesi in sciopero paralizzando lo stabilimento, non è impresa di poco conto. Si tratta del più grande sciopero della storia del Vietnam riunificato sotto le bandiere del governo comunista.
Con un Pil dell’otto per cento, il Vietnam ha conosciuto una crescita economica impensabile in Europa, ma l’inflazione e l’aumento del prezzo del riso hanno messo in moto questa protesta che riaccende la lotta in tutto il paese e smaschera lo sfruttamento di questa azienda sfruttatrice.
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