"Il vero pastore che ama le pecore fino a dare la vita per loro ha queste caratteristiche: le chiama per nome, le pecore ascoltano la sua “voce”, le conduce fuori, cammina innanzi a loro ed esse lo seguono.
Quanta vita e quanta fecondità e forza avremmo e passerebbero nella nostra esistenza se le nostre relazioni fossero così, se riuscissimo ad ascoltarci, riconoscerci, prenderci cura degli altri, grandi e piccoli, che incrociamo sul nostro cammino…
Allora come oggi il potere incalza e schiaccia, rinchiude e non si cura di nessuno se non del proprio interesse e del proprio tornaconto, ma il Vangelo ci restituisce una trama di speranza, riesce a spezzare il filo della rassegnazione e ci offre la sua “mano”: nessuno le rapirà dalla mia mano, proclama
Gesù alla fine di questa parabola, nessuno si perderà se sapremo farci guidare fuori dal recinto, se ricominceremo a superare gli orizzonti ristretti a cui ci hanno abituato, se cominceremo a ridare sapore alle nostre azioni e alle nostre relazioni quotidiane".
Quanta vita e quanta fecondità e forza avremmo e passerebbero nella nostra esistenza se le nostre relazioni fossero così, se riuscissimo ad ascoltarci, riconoscerci, prenderci cura degli altri, grandi e piccoli, che incrociamo sul nostro cammino…
Allora come oggi il potere incalza e schiaccia, rinchiude e non si cura di nessuno se non del proprio interesse e del proprio tornaconto, ma il Vangelo ci restituisce una trama di speranza, riesce a spezzare il filo della rassegnazione e ci offre la sua “mano”: nessuno le rapirà dalla mia mano, proclama
Gesù alla fine di questa parabola, nessuno si perderà se sapremo farci guidare fuori dal recinto, se ricominceremo a superare gli orizzonti ristretti a cui ci hanno abituato, se cominceremo a ridare sapore alle nostre azioni e alle nostre relazioni quotidiane".
Alessandro Santoro, parroco alle Piagge di Firenze
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