Ricevo e pubblico
Si legge su Repubblica di oggi che il papa lancia un appello all’accoglienza. Si legge, nello stesso articolo, che “Benedetto XVI si è tenuto fuori dal dibattito in corso in Italia sul tema dell'immigrazione clandestina”.
E perché? Questo non è giusto. Soprattutto dal momento in cui tende a “tenersi dentro” a molte faccende etiche e morali della gente. Anche questa lo è, ma forse lui non lo sa.
Certo, come potrebbe esprimersi, prendere una posizione, quando il Vaticano sta sfrattando intere famiglie o persone disabili dagli appartamenti di sua proprietà perché non in grado di pagare un affitto rivalutato in base al livello attuale di mercato?
Inoltre occorre non dimenticare che questo è il governo che le gerarchie ecclesiastiche auspicavano, è impensabile quindi che gli si contrappongano in modo fermo.
Invece di promuovere la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, tanto per fingere di collaborare alla risoluzione del problema, ricca di belle frasi e di preghiere, addirittura di “grida d’allarme”, si potrebbe, ad esempio, smettere di sfrattare le persone, creando di fatto nuovi “rifugiati”, utilizzare le proprietà immense di congregazioni, ordini, diocesi (per non parlare del Vaticano stesso) per farci qualcosa si utile.
Non abbiamo più bisogno di ostelli per giovani pellegrini, ce ne sono fin troppi!! I conventi, i noviziati sono vuoti, non ci sono più religiosi, a cosa serve tenersi stretti i palazzi?
Ecco cosa propone il papa per risolvere la situazione: “che si incoraggino le celebrazioni particolari per i migranti e gli itineranti, che in esse potranno trovare, un fortissimo rimando alla propria famiglia, al proprio matrimonio, per vivere la propria situazione in prospettiva di fede, cercando nella grazia divina la forza necessaria per riuscirvi”.
Dov’è la grazia divina, che - sono certa - l’Altissimo ci consegni in gran quantità? In un giaciglio di lamiera dove nessuno di noi si avventurerebbe a vivere, dove probabilmente solo Gesù oserebbe posare il capo, prima di essere sfrattato, anche Lui.
Si legge su Repubblica di oggi che il papa lancia un appello all’accoglienza. Si legge, nello stesso articolo, che “Benedetto XVI si è tenuto fuori dal dibattito in corso in Italia sul tema dell'immigrazione clandestina”.
E perché? Questo non è giusto. Soprattutto dal momento in cui tende a “tenersi dentro” a molte faccende etiche e morali della gente. Anche questa lo è, ma forse lui non lo sa.
Certo, come potrebbe esprimersi, prendere una posizione, quando il Vaticano sta sfrattando intere famiglie o persone disabili dagli appartamenti di sua proprietà perché non in grado di pagare un affitto rivalutato in base al livello attuale di mercato?
Inoltre occorre non dimenticare che questo è il governo che le gerarchie ecclesiastiche auspicavano, è impensabile quindi che gli si contrappongano in modo fermo.
Invece di promuovere la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, tanto per fingere di collaborare alla risoluzione del problema, ricca di belle frasi e di preghiere, addirittura di “grida d’allarme”, si potrebbe, ad esempio, smettere di sfrattare le persone, creando di fatto nuovi “rifugiati”, utilizzare le proprietà immense di congregazioni, ordini, diocesi (per non parlare del Vaticano stesso) per farci qualcosa si utile.
Non abbiamo più bisogno di ostelli per giovani pellegrini, ce ne sono fin troppi!! I conventi, i noviziati sono vuoti, non ci sono più religiosi, a cosa serve tenersi stretti i palazzi?
Ecco cosa propone il papa per risolvere la situazione: “che si incoraggino le celebrazioni particolari per i migranti e gli itineranti, che in esse potranno trovare, un fortissimo rimando alla propria famiglia, al proprio matrimonio, per vivere la propria situazione in prospettiva di fede, cercando nella grazia divina la forza necessaria per riuscirvi”.
Dov’è la grazia divina, che - sono certa - l’Altissimo ci consegni in gran quantità? In un giaciglio di lamiera dove nessuno di noi si avventurerebbe a vivere, dove probabilmente solo Gesù oserebbe posare il capo, prima di essere sfrattato, anche Lui.
Stefania Salomone
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