Preghiamo con gli induisti
Tu sei la Via, l’irraggiungibile meta, l’unico Signore
di quanto esiste, tu il sostentamento ed il pane;
non placabile la tua fame d’amore,
non estinguibile la tua sete.
Tu sei nell’agonia dell’uomo, nel grido dell’animale ferito;
tu elevata cima del monte e l’aquila che cala nel piano;
tu il canto del piccolo sotto il cuore della madre
e il grido vittorioso del bimbo che nasce.
Tu sei nelle volute canore degli uccelli,
nel tremul filo d’erba, nel passo del forte;
tu la mano che dà fiducia all’ansioso
e il segreto rimprovero dell’orgoglioso.
Tu sei la castità dell’acqua e la luce del solo e delle stelle;
tu lo splendore della bellezza e la corona del vero;
tu la solidità del reale, il bene che consuma il male
e la santità che va oltre il bene.
Dhan Gopal Mukerji
Preghiamo con i musulmani
Fa, o Signore, che con passo libero ci muoviamo
dalle soglie dell’aurora fino al tramonto dell’amica luce.
Noi siamo liberi, figli tuoi, perché preoccuparsi delle
ricchezze, della gloria e della potenza dei grandi?
La vita può darci o toglierci il tetto e le vesti, il pane e l’oro:
i nostri cuori rimangono allegri e saldi.
Il tempo è vento che soffia, ma l’avvenire è rosa non dischiusa:
nessuno conosce chi la coglierà.
Così noi andiamo, compagnia che ignora la paura,
in mano il bastone della libertà, cantando di terra in terra.
Infine incontreremo la notte, che porta i re e i mendicanti
al termine del loro cammino.
Dio è la luce dei cieli e della terra,
illumina come una lampada accesa nel cristallo,
il suo chiarore è quello di una stella.
La sua luce viene dall’albero benedetto, l’ulivo,
che non appartiene né all’oriente né all’occidente.
Il suo olio si accende appena è avvicinato dalla fiamma
e produce dei raggi sempre rinascenti.
Corano, Sura XXIV
Tu sei la Via, l’irraggiungibile meta, l’unico Signore
di quanto esiste, tu il sostentamento ed il pane;
non placabile la tua fame d’amore,
non estinguibile la tua sete.
Tu sei nell’agonia dell’uomo, nel grido dell’animale ferito;
tu elevata cima del monte e l’aquila che cala nel piano;
tu il canto del piccolo sotto il cuore della madre
e il grido vittorioso del bimbo che nasce.
Tu sei nelle volute canore degli uccelli,
nel tremul filo d’erba, nel passo del forte;
tu la mano che dà fiducia all’ansioso
e il segreto rimprovero dell’orgoglioso.
Tu sei la castità dell’acqua e la luce del solo e delle stelle;
tu lo splendore della bellezza e la corona del vero;
tu la solidità del reale, il bene che consuma il male
e la santità che va oltre il bene.
Dhan Gopal Mukerji
Preghiamo con i musulmani
Fa, o Signore, che con passo libero ci muoviamo
dalle soglie dell’aurora fino al tramonto dell’amica luce.
Noi siamo liberi, figli tuoi, perché preoccuparsi delle
ricchezze, della gloria e della potenza dei grandi?
La vita può darci o toglierci il tetto e le vesti, il pane e l’oro:
i nostri cuori rimangono allegri e saldi.
Il tempo è vento che soffia, ma l’avvenire è rosa non dischiusa:
nessuno conosce chi la coglierà.
Così noi andiamo, compagnia che ignora la paura,
in mano il bastone della libertà, cantando di terra in terra.
Infine incontreremo la notte, che porta i re e i mendicanti
al termine del loro cammino.
Dio è la luce dei cieli e della terra,
illumina come una lampada accesa nel cristallo,
il suo chiarore è quello di una stella.
La sua luce viene dall’albero benedetto, l’ulivo,
che non appartiene né all’oriente né all’occidente.
Il suo olio si accende appena è avvicinato dalla fiamma
e produce dei raggi sempre rinascenti.
Corano, Sura XXIV
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