Piero Stefani, biblista
[ ] L'ipotesi di allestire un festival [dei rom] è una provocazione. Non così proporre che il prossimo 27 gennaio, giornata della memoria, l'attenzione di tutti sia posta in modo privilegiato sui rom. Porajmos ("devastazione") è il termine da loro coniato per dire la loro Shoah. Fu un gruppo umano in tutto e per tutto uguagliato agli ebrei. I rom furono annientati non per come si comportavano, per le idee che professavano, per lo schieramento a cui appartenevano, ma per il semplice fatto di esserci, per la «colpa di esistere». A motivo della mancanza di dati anagrafici, è impossibile stabilire il numero delle vittime, ma è certo che esse furono varie centinaia di migliaia, e forse superano un milione. Nel gennaio prossimo enti locali, istituzioni culturali, scuole, comunità ebraiche e musei della Shoah dovrebbero essere i primi a cogliere l'occasione. Sarebbe un monito su dove possono condurre determinati climi oggi dilaganti in Italia.
(da "Notam" n. 309 del 02 giugno 2008,
Lettera agli Amici del Gruppo del Gallo di Milano)
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