domenica 10 agosto 2008

INQUIETANTE

Emilia è morta una settimana fa.
Ho partecipato per ragioni di parentela, di affetto e di fede ai due momenti comunitari che costituiscono il funerale cattolico.
Abbiamo rispettato il desiderio e la fede tradizionale di Emilia predisponendo il funerale nella parrocchia del paese in cui ha trascorso molti anni della sua vita. Domenica sera 3 agosto don Luciano, parroco di Perosa Argentina, ha articolato il breve momento di preghiera proponendoci tre testi biblici intercalati da 10 Ave Maria.
Il giorno seguente ha celebrato la consueta messa per i defunti nel giorno del funerale, rispettando tutte le rubriche. Don Luciano, con esemplare calma e devozione, ha guidato queste due liturgie tipicamente funerarie lasciando in tutti i noi la percezione assai gradita di un prete che non fa le cose per abitudine, come spesso si deve constatare.
Eppure, nel pieno rispetto di sensibilità teologiche diverse, mi sono sentito ripiombare nei funerali che  60 anni fa, da chierichetto, mi vedevano partecipe nella mia parrocchia.
Maria sembra più importante di Dio. Gesù è confuso con Dio. Le Scritture vengono lette come se fossero immediatamente parlanti. Questa chiesa che non cambia, che non educa all'ascolto del messaggio biblico, che ripete formule fisse e rigide come pietre ... davvero mi inquieta. I preti, anche quelli devoti e convinti come don Luciano, sono soprattutto dei liturghi che ripetono riti e parole dove senti la muffa dei linguaggi scaduti e ti danno a vedere una chiesa che va per conto suo, fuori dal tempo reale e fuori dai linguaggi storici degli uomini e delle donne.

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