mercoledì 10 settembre 2008

CHI E' QUEL SIGNORE VESTITO DI BIANCO...?

Ricevo e pubblico


Ci sarebbe da chiedersi come Berlusconi abbia realmente inteso il richiamo alla necessità "di evangelizzare il mondo del lavoro, dell'economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile", che l'universalmente noto grande teologo Ratzinger ha lanciato da Cagliari


Se domenica 7 settembre si fosse aggirato in quel di Cagliari un viandante bulgaro (ve lo ricordate Michele Mirabella nelle trasmissioni di Renzo Arbore?) e avesse rivolto lo sguardo ai maxi - schermi piazzati in città, si sarebbe probabilmente posto questa domanda: Chi è quel signore vestito di bianco che le televisioni inquadrano quanto Berlusconi? Domenica scorsa a Cagliari, alla presenza di oltre centomila persone, è stato festeggiato il primo Centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria a Patrona Massima della Sardegna. L'officiante, quel signore vestito di bianco, era Papa Benedetto XVI.

Stavano seduti in prima fila ad ascoltarlo il premier Silvio Berlusconi (inquadratissimo dalle tv nazionali e locali), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, anch'egli molto inquadrato, il governatore della Sardegna Renato Soru, il padrone di casa, poco inquadrato dalle televisioni nazionali e locali.

Il presidente del Consiglio aveva già dato il benvenuto al Papa all'aeroporto di Cagliari -Elmas (in qualità di sardo acquisito, abitante a Villa la Certosa, Berlusconia-Costa Smeralda), accogliendolo "con una vigorosa stretta di mano", come si fa normalmente fra vecchi amici (vedi Bush e Putin).

"E' un'occasione importante, sono qui per rendere omaggio a Benedetto XVI. Non volevamo mancare", ha detto poi il premier ai giornalisti. Sull'Unione Sarda, giornale di proprietà dell'editore - costruttore Sergio Zuncheddu che Berlusconi sta ipotizzando di candidare in qualità di governatore della Sardegna alle elezioni regionali del prossimo anno, il premier ha dichiarato:

"Siamo profondamente grati al Pontefice e ai vescovi per i suggerimenti e le parole di incoraggiamento che ci hanno riservato in questa prima fase del nostro mandato di Governo", aggiungendo che "Nessun esponente del nostro schieramento politico si e' mai sognato di mettere in discussione la libertà di espressione sui fatti politici da parte dei rappresentanti della Chiesa. Né mai lo farà. Quelli che volevano la Chiesa nel silenzio, e che ancora gradirebbero che i sacerdoti e i vescovi fossero confinati dentro le chiese, si sono sempre ispirati a principi opposti ai nostri, alle teorie marxiste-leniniste, in parole semplici al comunismo".

Troppo ghiotta l'occasione per lasciarsi sfuggire un ulteriore attacco ai quei cattivoni di comunisti in un contesto carico di devota spiritualità e di forte attaccamento ai valori indissolubili della famiglia e della morale cattolica di cui lui, il Silvio Berlusconi divorziato e protagonista di numerose vicende che di morale hanno ben poco è portatore, forse non particolarmente sano.

Ci sarebbe da chiedersi come Berlusconi abbia realmente inteso il richiamo alla necessità "di evangelizzare il mondo del lavoro, dell'economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile", che l'universalmente noto grande teologo Ratzinger ha lanciato da Cagliari, intendendo stimolare i cattolici a cercare e a trovare nella società , con la ragionevolezza e della fondatezza della fede vissuta, le giuste convergenze con i diritti naturali e con i fondamenti della vita associata in direzione della costruzione di una società a misura d'uomo e di una civiltà, quindi, sostenibile.

Il richiamo del Papa alla competenza e al rigore morale è stato commentato da Gianni Letta con un laconico: "Non ci è sfuggita l'importanza del suo appello", mentre l'ineffabile premier, con l'apprezzabile finalità di non voler oscurare in nessun modo la visita del Papa, non ha fatto alcuna esternazione al termine della cerimonia. Avrebbe però colto l'occasione, a detta di alcuni, per commissionare allo scultore Aldo Langione, autore della statua in legno con la navicella d'oro in mano della Madonna di Bonaria, una statua identica per la sua cappella di Arcore. Quando si dice la devozione sincera, disinteressata e silenziosa!

Benedetto XVI ha ringraziato al termine della messa il presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi per la sua presenza a Cagliari, a cui ha fatto seguito un lungo applauso dei fedeli presenti dimenticandosi, grave errore diplomatico, di ringraziare soprattutto Renato Soru, il governatore della Sardegna che, particolare forse irrilevante, aveva contribuito a finanziare l'evento con 1 milione di euro. Anche se poi ha poi rimediato, nell'incontro privato con Renato Soru definito molto cordiale, e successivamente nell'incontro con i giovani elogiando il presidente sardo, che a giudizio del Pontefice "governa egregiamente la Sardegna".

L'appello del Papa ha dato la stura a tanti interventi di politici di varia estrazione, tutti accomunati dal fare puntuale riferimento all'insegnamento sociale della Chiesa. In particolare la ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna (si, proprio lei con il suo passato da soubrette, dimensione riconducibile al consumismo e alla superficialità che, secondo il Papa, "attecchiscono nella società contemporanea e portano a dare valore solo a chi ha fatto fortuna, a chi ha notorietà, a chi conquista ricchezze e l'applauso della gente"), ha intravisto nelle parole del Papa "un monito al governo sulla famiglia".

Il leader dell'UDC Casini ha visto in quello del Papa " un richiamo ineccepibile" per far crescere una nuova generazione costruita sulla idealità e sui principi. Ciò che conta è l'essere e il non apparire, sostiene il divorziato Pierferdy, mentre la società di oggi idolatra veline e calciatori. Silvio e Mara sono così serviti!

Sarebbe ora interessante il commento della cattolicissima ministra lombarda nonché avvocato calabrese Mariastella Gelmini al messaggio del papa finalizzato a sviluppare la formazione intellettuale dei giovani attraverso il sistema scolastico (quale?) per la trasmissione alle nuove generazioni di un forte patrimonio culturale e valoriale.

Il nostro amico viandante bulgaro avrebbe avuto certamente difficoltà a rilevare da solo tutti questi aspetti legati all'evento sardo svoltosi, a detta dello stesso Papa, in maniera perfetta dal punto di vista religioso, con la partecipazione di molte migliaia di persone provenienti da ogni parte dell'isola e anche da altre regioni, con il solo "incidente", poi recuperato, del mancato saluto al presidente della Regione.

Il viandante bulgaro, pur provenendo da una secolare esperienza di incontro con la cultura bizantina, mai avrebbe immaginato il sussistere di tanti italici "bizantinismi" che hanno assegnato alla visita del Papa a Cagliari, grazie soprattutto alla presenza di Silvio Berlusconi non prevista da alcun cerimoniale vaticano, una valenza andata ben oltre il mero aspetto religioso.

Per il viandante bulgaro sarebbe stato forse sufficiente sapere che il tutto si è chiuso in bellezza e che al Papa è stato servito un pranzo tipicamente sardo al termine della messa, accompagnato dai vini nobili della regione. Il costo? Probabilmente inferiore a quello del menù per "incapienti" democraticamente proposto dall'altro famoso sardo acquisito Flavio Briatore nel suo Billionaire, per l'accessibilissimo importo di 200 euro a persona.
Raffaele Deidda

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