sabato 27 settembre 2008

UN UOMO CHE SI AZZARDA A PENSARE

Gerusalemme è "un bel posto per morire, un brutto posto per un moribondo" dice Carlo Maria Martini alla giornalista Lola Galan che è andata a trovarlo a Gallarate, nella residenza medica dei gesuiti dove da pochi mesi il cardinale combatte i progressi del Parkinson, assistito da un logopedista che gli sta "insegnando a parlare di nuovo". La malattia gli ha imposto di lasciare la Città Santa e di ritirarsi nella provincia lombarda. Negli stessi giorni esce in Germania il suo nuovo libro, Colloqui notturni a Gerusalemme, testamento spirituale e personale di un uomo che a 81 anni è I'ultima grande voce progressista della Chiesa. L'anti-ratzinger che più d'uno considerava l'antagonista di Benedetto XVI nell'ascesa al soglio pontificio. Tuttavia, scrive Galan, "Martini si presentò al conclave appoggiandosi a un bastone. Nel metalinguaggio vaticano quel bastone significava "non eleggetemi, sono ammalato". Leggere Martini è sempre un'esperienza di riconciliazione tra opinioni anche molto distanti. D'altra parte è questo il lemma che scelse per lo scudo cardinalizio: "Amare la parte avversa per amore della verità". Si esprime qui di nuovo su temi di dibattito contemporaneo: parla del rifiuto dell'accanimento terapeutico, ammette la possibilità della ricerca su ovociti prima della divisione delle cellule. Sull'omosessualità dice: "Conosco coppie omosessuali, uomini molti stimati e attivi nella società. Non mi sarebbe mai venuto in mente di condannarli, nè mi è stato chiesto di farlo". Con soave erudito colpo di bisturi concede due parole sul libro di Benedetto XVI, Gesù di Nazareth, pubblicato I'anno scorso: "Un libro gradevole, anche se si vede chiararnente che I'autore non ha studiato direttamente i testi critici del nuovo testamento". L'autore, il Papa. Ignazio Marino, il chirurgo oggi senatore del Pd, tra gli ultimi a fargli visita a Gerusalemme, racconta della loro visita al Santo Sepolcro oIle sette del mattlno, In assoluta solitudine. Martini a far da guida tra i resti archeologici e poi fino al benzinaio, a fianco dell'lstituto biblico, dove, "si beve il miglior espresso della città". "E' semplicemnte  un uomo che si azzarda a pensare", dice Marino di lui. Si azzarda a pensare. Bello, rischioso. A Milano, nella vita frenetica della metropoli, predicava il silenzio e chiedeva aIle migliaia di fedeli che accorrevano a messa che si concedessero una pausa nelle loro vite. Un momento di attenzione a se stessi, un contrappunto di meditazione, un controtempo. Pausa, silenzio. Poi andava in periferia a occuparsi di un vecchio solo, di una piccola storia marginale, di gente qualunque.
 
(Pubblicato su Repubblica delle donne 2 agosto - Concita De Gregorio).
 
 

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