Il relativismo dell'etica Rosario Amico Roxas
Ho letto gli appassionati interventi, pubblicati sui quotidiani di regime, a sostegno dell'etica della vita nel caso della povera Eluana, che potrebbe restare vittima di un assurda e inumana sottrazione dell'alimentazione.
Argomenti che condivido pienamente nella sostanza, ma non nella forma, perché hanno tutta l'apparenza di un predicozzo elargito dal medesimo pulpito che avalla la sottrazione dell'alimentazione a milioni di indigenti, non riconoscendo loro i medesimi diritti dei quali altri abusano. Il diritto alla alimentazione appartiene a tutti, altrimenti diventano privilegi di casta.
C'è l'aggravante della presa in giro che si vuol far passare sotto silenzio ma che non permette la recita di una omelia sulla vita alla medesima parte politica che ha inventato il modo per mortificare gli indigenti e costringerli a ledere il residuo intoccabile della propria dignità; viene regalata una "social card" con la quale ottenere sconti su spese dieci volte tanto, con la periodica esibizione della propria indigenza davanti uno sportello postale "riservato ai miserabili", quando sarebbe bastato, senza costi aggiuntivi, inserire la medesima somma nella pensione e permetterne l'utilizzo secondo i bisogni.
Siamo nel pieno del relativismo dell'etica proposto da chi sostiene di combattere il relativismo, che diventa, quindi, il relativismo dell'anti-relativismo.
Ma sono stati già elargiti 1,3 milioni di euro per stampare le social card (un euro a carta) e altri milioni di euro saranno spesi per l'amministrazione delle medesime, chi sono i beneficiari ?
Poi ci saranno gli esuberi di quanti, nelle more saranno passati a miglior vita, magari per denutrizione, nonché l'inutilizzo forzato, in quanto per godere di 40 euro al mese di sconti (5 % !), bisognerà spenderne 800 sempre nei medesimi punti vendita convenzionati.
Gli sciacalli che divorano i cadaveri sono già in attesa della generosa elargizione.
Il caso pietoso di Eluana meriterebbe un composto silenzio, ma serve per levare una cortina di fumo intorno a ben altre circostanze che si vogliono mimetizzare per farle passare come buone.
Una nave tra i marosi necessita di un equipaggio di argonauti e non di marinai della domenica che si illudono e ci illudono che basta un "cucù settete" per evitare gli scogli che si parano, minacciosamente, davanti.