giovedì 25 dicembre 2008

RICEVO E PUBBLICO SULLA QUESTIONE MORALE DI CALOGERO MAGGIO

 

 

Carissimi,

adesso che si scoprono i corrotti anche nel PD è tornata di moda la "questione morale". Non è che in questi quindici anni di c.d. seconda repubblica la questione fosse stata risolta, anzi tutt'altro, solo che l'irrompere sulla scena politica dell'ottimista Silvio, recordman della corruzione, ne ha occultato l'esistenza.

Una vecchia canzone di Roberto Vecchioni, "Luci a San Siro", terminava con questa frase: "E se hai le mani sporche che importa? Tienile chiuse e nessuno le vedrà".

Così i signori della politica hanno cambiato strategia. Non più tangenti e mazzette, ma consulenze, incarichi, posti di lavoro a mogli,figli, fratelli, sorelle, nipoti, parenti e affini di tutto l'albero genealogico.

I magistrati, quei pochi buoni rimasti, li hanno, ancora una volta,scoperti e la politica che ha fatto ?  Invece di fare pulizia al proprio interno, invitando gli indagati a farsi da parte in attesa di chiarire la loro posizione, invece di dare all'elettorato un segnale di rinnovamento, ha fatto quadrato intorno agli inquisiti inchiodati alle loro poltrone. Invece di stare sul pezzo della corruzione la politica ha cambiato tema e si è messa ad invocare la riforma della giustizia al solo scopo di disinnescare la bomba giudiziaria ed evitare ai propri esponenti di continuare ad essere sorpresi con le mani nella marmellata.

Fanno ne più ne meno come la canzone di Vecchioni: basta tenere le mani chiuse e nessuno si accorgerà che sono sporche.

Certo la giustizia ha parecchi problemi: lentezza dei processi, scarsezza di risorse e un serio intervento non sarebbe del tutto fuori luogo anche per consentire ai cittadini di riacquistare un minimo di fiducia nella legalità. 

Chi ha subito un torto non può aggiungere ingiustizia all'ingiustizia e aspettare la vecchiaia prima di vedere acclarate le proprie ragioni e non è neppure ammissibile che l'esito di un processo sia rimesso all'esclusivo tecnicismo degli avvocati, così che vince non chi ha ragione ma chi ha l'avvocato o gli avvocati più bravi.

La riforma della giustizia dovrebbe mirare innanzitutto a rendere effettivi, a dare efficacia ai principi costituzionali, primo fra tutti quello previsto dall'art. 3 che stabilisce l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Risulta chiaro anche ai non addetti ai lavori che una riforma del genere non può essere fatta con i tifosi della squadra dei "Lodi" (Alfano, Consolo ecc..) e delle guarentigie istituzionali.

E poi, cosa diavolo c'entra la riforma della giustizia con la "questione morale" della politica?

Forse riformando la giustizia sparirà la corruzione negli appalti pubblici ? Forse riformando la giustizia si scioglieranno i "comitati d'affari" ? Forse riformando la giustizia verranno eliminate le collusioni tra politica e criminalità organizzata ? Magari fosse così semplice !

Eppure, ormai tutti, dopo i casi Forleo e De Magistris, dopo l'Abruzzo e la Campania, tutti i politici, sia di destra che di sinistra, ad eccezione di Di Pietro, invece di vergognarsi della nostra graduatoria mondiale della corruzione che ci ha visto retrocedere dal 30mo al 55mo posto, auspicano la "riforma della giustizia" come toccasana di tutti i mali che ci affliggono.

Persino l'ex "migliorista" capo dello Stato, negli ultimi tempi, è intervenuto più volte per sollecitare la panaceica riforma "rapida e condivisa", rimuovendo la indegna natura dell'inevitabile condivisore fino al punto di snaturare il proprio ruolo super partes.

Il condivisore necessario Silvio IV intanto ci ha insegnato come si evita un processo a carico: si va al governo e si depenalizzano i reati di cui si è accusati e, magicamente, da accusati si diventa accusatori di quei "delinquenti" dei magistrati che insistono a perseguitare gli innocenti !

Riformiamola questa giustizia, una volta e per tutte, dice Silvio IV: separiamo le carriere, togliamo obbligatorietà all'azione penale, assoggettiamo all'esecutivo il PM, politicizziamo ulteriormente, smembrandolo  il CSM, limitiamo le intercettazioni ai soli reati per cui sono previste pene detentive superiori ai 15 anni (solo mafia e terrorismo !) e avremo risolto la "questione morale".

Nessuno indagherà più i politici corrotti che così diverranno come per incanto tutti integerrimi.    

E adesso che i "cattivi" sono stati scoperti pure nel PD tutto sarà più facile. Altro che "duri e puri", ora potranno tutti, tranne Di Pietro, sedersi ad un tavolo e, condividendo gli stessi (in)sani principi, potranno "dialogando" sbarazzarsi di quei romp....oni dei magistrati |

Eliminiamolo finalmente, dopo 15 anni, questo conflitto tra politica e giustizia ! Non se ne può più ! 

Mettiamo a tacere quei pochi giudici onesti che rimangono. Forza ! Non è poi così difficile !

Invece di perdere tempo ad interrogarsi su come combattere la corruzione e la criminalità organizzata neghiamone semplicemente l'esistenza, invece di definire "colluso" il politico in odor di mafia, 'ndrangheta o camorra, definiamolo "convivente" come da insegnamento lunardiano e mettiamo finalmente sotto quei pochi illusi di "idealisti" che sparlano di valori, correttezza e moralità e che ancora credono  riformabile anche la politica.

Chissà perché, ma tutta questa vicenda mi fa venire in mente un malato terminale. In genere per guarire un malato si cerca non tanto di eliminare i sintomi del male, ma di curarne le cause; soltanto in fase terminale, si somministrano al malato le c.d. cure palliative per lenire il dolore e limitare la sofferenza.

La cura Berlusconi attualmente somministrata al ns. Paese, è proprio il classico palliativo. La posologia prevede: la morfina del licenziato ma ottimista, l'oppio del povero ma bello, il valium del corrotto ma onorevole, la vasellina del mafioso ma ministro e intanto la malattia ha invaso tutto il tessuto sociale ed ha fatto degenerare la ns. democrazia in mafiocrazia.  

Ma questo significa che per l'agonizzante politica non vi è più speranza e che la fine ingloriosa è ormai prossima? Certo, il malato sembra effettivamente spacciato. A meno che in extremis non riusciremo a somministrare l'ultimo ritrovato della scienza politica: la cura Di Pietro !

In Abruzzo erano sulla buona strada ma la dose somministrata non è stata sufficiente.

Ciao Kalogero