Caro extracomunitari,
lavorate nelle nostre fabbriche e nelle nostre imprese(quelle che non hanno ancora chiuso perché conviene trasferirle all’estero!!), nella nostra agricoltura ed edilizia, forniteci servizi, cambiate i pannoloni ai nostri anziani incontinenti, pagate le tasse, ma non rivendicate diritti: al massimo un po’ di assistenza sociale diamine!
Cari italiani,
questo mentre in vari Paesi dell’Europa unita, chi nasce da genitori extracomunitari regolarmente residenti da un tot di anni, ottiene al momento della nascita la cittadinanza (jus soli). E tutto questo alla faccia della Costituzione, che vieta discriminazioni, e che per giurisprudenza costituzionale costante attribuisce pari dignità sociale ad ogni persona in quanto tale. Dimentichiamoci poi dei tanti bergamaschi e italiani, tra cui mio padre, mia madre e i miei nonni, che questo razzismo lo hanno provato sulla pelle quando hanno assaggiato il pane amaro nelle miniere del Belgio, in Svizzera, in Germania, in Francia, là dove noi italiani eravamo considerati “brutti, sporchi, cattivi”. Appunto, italiani.
Don Alessandro.