SU P. ROGER HAIGHT IL SANT’UFFIZIO CHIUDE IL CERCHIO
Adista - Un divieto, quello di insegnare nelle istituzioni cattoliche, era già arrivato nel 2005; ora esso si estende fino a toccare l’insegnamento in qualsiasi scuola e la pubblicazione di libri; il gesuita statunitense p. Roger Haight, 72 anni, che 4 anni fa ricevette una Notificazione dalla Congregazione per la Dottrina della Fede per il suo volume Jesus: Symbol of God sul rapporto tra religioni cristiane e non cristiane e la proibizione di continuare il suo insegnamento presso la Weston School of Theology di Cambridge, Massachusetts, retta dai gesuiti (v. Adista n. 13/05), è stato raggiunto nella primavera del 2008 - ma la notizia è trapelata solo ora - da un nuovo provvedimento vaticano. Secondo quanto afferma una fonte interna alla Compagnia di Gesù, nel corso del 2008 si sarebbe svolta un’ampia discussione tra la provincia gesuita newyorkese, la Curia generalizia di Roma e il Vaticano. Sulla natura di queste ulteriori restrizioni comunicate al teologo, tuttavia, non c’è grande chiarezza. In seno alla Compagnia di Gesù la tendenza è a smorzare gli accenti: esse, infatti, non costituirebbero una “soluzione finale” del caso; “Il processo continua”, ha affermato p. José De Vera, fino a poco fa portavoce dei gesuiti “Può continuare ad insegnare : ama non teologia sistematica collegata alla cristologia”, ha confermato il suo nuovo sostituto, p. Giuseppe Bellucci, al Catholic News Service (5/1). “La proibizione di insegnare – ha spiegato – non è una condanna e non è definitiva; una commissione di gesuiti sta infatti studiando il caso di padre Roger, che intende collaborare per chiarire le sue posizioni”. Si tratterebbe, insomma, solo di una “sospensione”: “Padre Haight – ha detto – è un eccellente gesuita e né lui né nessun altro è coinvolto in un conflitto. Il desiderio è solo quello di chiarire la sua posizione”.
Il punto è che, dopo la Notificazione del 2005, giunta dopo cinque anni di investigazioni sulla sua opera, p. Haight - che in passato ha ricoperto la carica di presidente della Catholic Thrological Society of America - ha continuato a insegnare presso un’istituzione pluriconfessionale, il Union Theological Seminary di New York. Non solo: ha continuato a pubblicare testi in cui ha portato avanti la sua riflessione teologica sulla divinità di Cristo, la resurrezione e la salvezza per i non cristiani, riflessione che la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva giudicato piena di “gravi errori dottrinali contro la fede cattolica e divina della Chiesa”. In particolare, il Vaticano aveva contestato l’affermazione di Haight secondo cui “per la moderna coscienza pluralistica” non si può continuare ad affermare che il cristianesimo è una religione superiore o che Cristo è il centro del piano salvifico di Dio. In questi ultimi tre anni, il teologo ha pubblicato uno studio sulla Chiesa in tre volumi intitolato Christian Community in History e, nel 2007, un libro su The Future of Christology, in cui ha ripropostole posizioni che avevano provocato la censura precedente e che, secondo una fonte vaticana, motiverebbero ora il nuovo provvedimento.
D’ora in poi, secondo quanto si legge sul settimanale National CatholicReporter (5/1), p. Haight non potrà più scrivere su temi teologici, mentre gli sarà concesso di portare a compimento un progetto sulla spiritualità di Sant’Ignazio di Loyola.
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