Padre mio e dell’universo; come un bimbo nella pancia della mamma, ero una sola cosa con te, inconsapevolmente felice. Tu, amore sconfinato, incondizionato e onnicomprensivo, mi hai dotata di una valigia con tutto l’occorrente per un meraviglioso viaggio nella conoscenza di Te, e di me, attraverso lo specchio dell’esperienza quotidiana, costantemente nuova e diversa, impareggiabile scrigno ricolmo della consapevolezza. Ma io, accecata dalla presunzione, ho seppellito la mia origine, e mi sono persa nell’illusione che a contare fosse solo la mia volontà. Poi, attraversando alcune, difficili, esperienze, come una goccia lontana dal mare, sono sprofondata nella paura della separazione e della solitudine, e, nell’intento di proteggermi, ho iniziato a costruire dei muretti, e poi dei muri sempre più spessi e sempre più alti così da non riuscire più, né a vederTi, né a sentirTi. Ho ignorato, travisato e mal interpretato tutti i richiami che costantemente e ininterrottamente mi hai inviato attraverso le circostanze e le persone, finchè un devastante scossone, in un solo colpo, ha raso al suolo tutti i miei muri. Sconvolta, disarmata e nuda, completamente incapace anche di ragionare, istintivamente ho cercato, e trovato, conforto invocandoTi, pregandoTi, ed abbandonandomi tra le Tue braccia. Benedetto Tu sii, Padre sempre presente, per avermi aiutata a perdere me, piccola goccia quasi prosciugata, e avermi fatto ritrovare Te, il grande oceano di cui faccio parte anch’io. Maria Capitani