giovedì 9 aprile 2009

VENERDI' DI PASQUA

La memoria della crocifissione di Gesù ci riconduce all'abisso di violenza che continua a crocifiggere, affamare, annientare milioni di donne, di uomini, di creature.
Ancora oggi la crocifissone è in atto, ma Pasqua  dice ai nostri cuori che Dio continua a operare risurrezione nei mille cantieri umani della liberazione. Se sappiamo vedere, ci accorgiamo che nel mondo sono davvero numerosi i figli e le figlie della resurrezione che lavorano per un mondo più giusto.
 
DUE BRUTTE PREGHIERE
-Nella preghiera per gli ebrei si dice: " .....ascolta la preghiera della tua Chiesa, perchè il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione. Per Cristo nostro Signore".  cancellata la vergognosa versione precedente che  sostanzialmente pregava perchè gli ebrei si convertissero al cristianesimo, resta sullo sfondo l'idea che gli ebrei possono giungere alla "pienezza della redenzione" solo se aderiscono alla Chiesa ( che, con questa maiuscola , designa nei testi ufficiali la chiesa cattolica). La parola redenzione può alludere al bisogno del "redentore" cristianamente inteso. Sotto questo linguaggio si nasconde l'dea che la chiesa cattolica possegga la pienezza e gli altri debbano cercare casa tra le sue braccia ( di matrigna).
 
-Ma c'è, sempre nella "preghiera universale" del venerdì santo, un'altra supplica piena di arroganza teologica: è la preghiera " per i non cristiani".Ecco il testo: " Preghiamo per coloro che non credono in Cristo, perchè illuminati dallo Spirito Santo, possano entrare anch'essi nella via della salvezza e .......possano conoscere la verità". Che presunzione e che vergogna! Quale bestemmia è mai questa arroganza. Ci sono milioni, miliardi di uomini e donne che, senza essere cristiani, sono già nella via della salvezza. Le vie della salvezza sono infatti molte perchè Dio non si è fatto cristiano e tante sono le strade  che conducono a Lui.  Il pluralismo religioso non è una disgrazia, ma una benedizione che esprime sia la realtà plurale sia lo straripante amore di Dio. Si tratta di comprendere che Dio non si è imprigionato nel cristianesimo, tanto meno nel cattolicesimo. Quando mai ci apriremo con gioia a questo orizzonte pluralista e non confonderemo la fede in Dio con l'esperienza particolare che ne facciamo noi?