sabato 6 giugno 2009

OPPRESSIONI DA NON DIMENTICARE

IN SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO CURDO IN TURCHIA

Lo scorso 29 marzo in Turchia si sono tenute le elezioni amministrative e il partito curdo DTP (Partito della Società Democratica sulla scena politica dal 2005) si è affermato come primo partito nel sud-est della Turchia e quarto a livello nazionale, conquistando il controllo di 99 comuni tra cui Diyarbakir la principale città curda dell’area. Il DTP si è impegnato per una soluzione politica della questione curda e per la democratizzazione della Turchia. Per l’attuazione del suo programma, dopo le elezioni, ha rinnovato la richiesta di sospensione delle attività militari e ha chiesto con forza l’apertura di negoziati con il governo di Ankara, un tavolo di dialogo che comprenda tutte le realtà politiche curde. La scelta del popolo curdo di affermare i propri diritti attraverso negoziati politici e di lottare per vivere insieme in uno stato plurinazionale è un esempio per il mondo intero.

Di fronte alla schiacciante vittoria elettorale del DTP il governo turco al posto di scegliere la via pacifica e il tavolo delle trattative, come sperato da molti rappresentanti politici e della società civile, ha nuovamente optato per la repressione violenta e il 14 aprile ha dato il via ad una massiccia operazione di polizia – arresti, fermi, perquisizioni, pestaggi - ad oggi non ancora terminata, in ben 19 province.

Al momento sono oltre 316 le persone fermate e arrestate tra cui, 201 sono nelle carceri speciali con l’accusa di appartenere al PKK, quindi terroristi. Tra gli arrestati figurano 194 membri del DTP, 94 attivisti, 11 rappresentanti dell’Assemblea delle Donne del DTP (13 sono le donne elette), 45 rappresentanti dell’Assemblea dei giovani del DTP, 44 dirigenti del partito e rappresentanti delle autorità locali. Arrestati e poi rilasciati anche Osman Baydemir, primo cittadino di Diyarbakir, e Nejdet Atalay, capo della municipalità di Batman appena  eletti sempre nelle liste del  Dtp.

Arresti tra gli esponenti del Mesopotamia Social Forum e del Movimento Democratico delle Donne. Arrestata Filiz Kalayci, membro della commissione centrale dell'associazione dei diritti umani IHD; colpita duramente anche la Confederazione del Pubblico Impiego (KESK) in diverse sue sedi con perquisizioni e 31 arresti.  Messo sotto custodia anche Yüksel Mutlu membro dell'Assemblea della Pace. Tra gli arrestati figurano anche i tre avvocati di Abdullah Ocalan e Ahmet Birsin, direttore di Gun TV (televisione locale di Diyarbakir). E ancora una volta ci si accanisce contro Leyla Zana – cittadina onoraria di Roma - finita nuovamente sotto processo a soli 4 anni dalla sua scarcerazione dopo 11 anni di prigione.

Ma la repressione non si ferma nemmeno nei confronti di minorenni. In Turchia, a seguito delle modifiche alla legge anti-terrorismo del 2006, i bambini di età compresa tra i 15 e 18 anni possono essere trattati come adulti. Questo ha portato centinaia di bambini nelle diverse province del sud est della Turchia ad essere processati per "adesione ad organizzazione terrorista". E’ lo stesso ministro della giustizia turco Mehmet Ali Sahin a riferire che 1.572 bambini sono stati arrestati dal 2006 al 2007 per "crimini di terrorismo". 174 condannati. 92 solo a Dyarbakir.

Di fronte alle continue e reiterate violazioni dei diritti umani, civili e politici, nonché dell’infanzia non è più possibile restare in silenzio. E’ responsabilità di tutta la società civile italiana e europea chiedere con forza al governo turco

·        La fine immediata di tali violazioni

·        La fine immediata delle operazioni di polizia

·        Il rilascio immediato degli arrestati

·        La fine della carcerazione in regime di assoluto isolamento di Abdullah Ocalan

·        Il fermo all’ estradizione dei rifugiati politici presenti in Europa fatta da molti governi europei dietro richiesta del governo turco

·        Apertura di un tavolo di trattativa che comprenda tutte le realtà politiche curde per una soluzione politica e giusta del conflitto e per la convivenza pacifica tra i due popoli

 

Chiediamo alla Comunità Europea e alle Nazioni Unite di intervenire immediatamente nei confronti del governo turco colpevole di non rispettare i diritti umani, politici e civili del popolo curdo equiparando qualunque realtà socio-politica curda a terrorismo evitando così il confronto politico unica soluzione possibile per una convivenza pacifica tra i due popoli. La violazione sistematica dei diritti umani allontana la Turchia dall’Europa chiediamo di ricercare una soluzione politica del conflitto sin da ora, per fermare la guerra strisciante che da più di venti anni insanguina il destino dei popoli kurdo e turco.

 

Per sostenere la resistenza democratica del popolo curdo, per una risoluzione politica della questione curda, contro la violazione dei diritti fondamentali del popolo curdo invia una mail o un fax a:

 

Ambasciata della Repubblica di Turchia in Italia,  C.a. Ambasciatore Sitki Ugur Ziyal

roma.be@libero.it

Via Palestro, 28 – 00195 Roma

Tel: 06 445941

Fax: 06 4941526

 

Ambasciata della Repubblica di Italia ad Ankara, C.a. Ambasciatore Carlo Marsili

amabasciata.ankara@esteri.it

Ataturk Bulvan, 118 – 06680 Kavaklidere – Ankara

Tel: +90 312 4574200

Fax: +90 312 4574280