venerdì 21 agosto 2009

NADIA URBINATI: INVITO AD AGIRE

Riporto alcuni passaggi tratti da un lungo scritto comparso su L'Unità del 12 agosto. Un articolo da non perdere.

Il tempo del silenzio, ripete Nadia Urbinati, docente di Teoria politica alla Columbia university. «Avrei voluto far qualcosa, in questi mesi estivi che passo in Italia, ma mi si dice che si deve aspettare l'autunno. Non capisco come mai. Non vedo che altro ci sia da aspettare. Le vittorie di Berlusconi appaiono ormai la conseguenza e non la causa dell'indebolimento della presenza attiva dei cittadini nella vita pubblica. Non c'è nulla da fare, sento dire. C'è, da parte delle persone attorno a noi, una specie di accettazione. Il senso dell'inutilità dell'agire collettivo. Non serve, si dice. Non produce effetti. Solo la pubblicità produce effetti».

«Ci hanno ingannati, in questi anni, illudendoci che si potesse partecipare stando a casa: davanti allo schermo di una tv, in un blog al computer. Soli davanti al video. È nato un pubblico che si cela al pubblico. Impotente, rassegnato. Si è fatta strada un'idea maggioritarista: quella che dice che chi vince ha ragione per definizione, in quanto vincitore. Poiché vince non può aver torto. La verità sta con la maggioranza. È un'idea che non prevede il dissenso.»