Riporto da L'Unità di lunedì 7 settembre, nella pagina curata da Delia Vaccarello questa lettera di una madre.
Sono la madre di un giovanissimo gay il quale, solo attraverso un doloroso percorso passato attraverso mesi di depressione, sta cercando di accettarsi per quello che è. Ho vissuto la sua sofferenza e la sua ansia, lo ho accompagnato verso una serenità che ancora stenta a prendere corpo, ho partecipato al suo timore di rivelarsi al padre. Ancora fragile e incerto, lo vedo fare i primi passi nella consapevolezza del suo Essere, preoccupata in modo indicibile per l'orrenda valanga di odio criminale che si sta riversando su tutte quelle persone che come lui, particolarmente sensibili e indifese, devono affrontare uno scontro bi frontale su due versanti: quello del disagio interiore e quello dell'intolleranza omofobica scrive Maria Grazioso sul blog di liberi tutti -. Sono forte e lo devo soprattutto dimostrare al mio ragazzo, ma intorno a me, sento crescere inciviltà, ignoranza, stupidità. Voglio tutela e garanzia della piena libertà di espressione per mio figlio e non solo, voglio combattere contro l'idiozia e il pregiudizio, lo voglio anche per me, amareggiata da un clima sociale e politico sceso al gradino più basso della sua manifestazione civile.