UNIONE CRISTIANA EVANGELICA BATTISTA D'ITALIA
“V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo,
un Dio unico e padre di tutti, che è sopra tutti fra tutti
ed in tutti”. (Efesini 4:5-6)
La Presidente
Anna Maffei
Roma, 16 settembre 2009
Circolare 30/CP
Quando qualche straniero abiterà con voi nel vostro paese, non gli farete torto. Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso; poiché anche voi foste stranieri nel paese d' Egitto. Io sono il SIGNORE vostro Dio. (Levitico 19, 33-34)
Avrete una stessa legge tanto per lo straniero quanto per il nativo del paese; poiché io sono il SIGNORE vostro Dio"». (Levitico 24, 22)
“Fui straniero e mi accoglieste” (Matteo 25, 35)
Oggetto: Resistenza alla discriminazione verso gli stranieri
Cari fratelli e care sorelle,
le norme contenute nell’articolo 1 della legge 15 luglio 2009, n. 94, "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", note come "pacchetto sicurezza", hanno reso molto più difficile la vita degli immigrati nel nostro paese. Creando il reato di clandestinità hanno ridotto in particolare i diritti fondamentali di coloro che soggiornano nel nostro paese, a volte da anni, senza essere riusciti a regolarizzare la loro permanenza e hanno posto un gravissimo marchio di discriminazione anche sui minori, figli di immigrati irregolari. Quando i diritti non sono riconosciuti, lo sfruttamento, gli abusi e i ricatti sono più facili. L’articolo 1, comma 14 poi prevede la reclusione da sei mesi a tre anni per chi dà in locazione un immobile ad uno straniero privo di permesso di soggiorno anche se limitatamente ai casi di ingiusto profitto.
All’indomani dell’entrata in vigore di queste norme punitive nei confronti dei migranti irregolari, frutto avvelenato di una campagna volta a trasformare in nemici coloro che cercano nel nostro paese una migliore qualità della loro vita, molte nostre chiese si stanno organizzando, insieme ad altre comunità e associazioni laiche e religiose che operano nel settore dell’immigrazione, per protestare e resistere alle prevedibili misure repressive previste dalle nuove norme. L’innalzamento del livello di attenzione è necessario non soltanto verso la nuova normativa e verso la politica governativa che si esplicita anche nei respingimenti indiscriminati in mare e in discutibili patti di alleanza con il regime libico, ma più in generale verso il clima xenofobo che sta dilagando nel nostro paese e che favorisce un po’ dappertutto il perpetrarsi di gravi atti intimidatori e violenze di chiaro stampo razzista.
Segnalate tempestivamente all’Unione episodi di discriminazione e anche casi di membri o persone frequentanti le nostre chiese che compiono atti di obiezione di coscienza nei confronti delle norme riguardanti immigrati non in regola con il permesso di soggiorno.
Il comitato esecutivo riunito a Roma dal 10 al 12 settembre ha a lungo discusso sul da farsi e ha deciso di chiedere al Servizio rifugiati e migranti della FCEI di collaborare per l’elaborazione di un vademecum di resistenza alla discriminazione nei confronti degli stranieri da offrire alle chiese evangeliche. Ci sono infatti questioni molto complesse che sono al vaglio degli esperti e sulle quali siamo in attesa di risposta. Nel frattempo vi inviamo delle linee guida che hanno il carattere della provvisorietà.
Accoglienza
Le chiese battiste sono luogo di accoglienza. Nessuna norma umana può cambiare questo carattere fondante delle nostre chiese. Le porte delle chiese battiste rimangono sempre aperte a tutti. Tutti siamo accolti perché chi ci accoglie senza precondizioni è il Signore.
Casi di ingerenza
Segnalate tempestivamente alla presidenza e agli uffici UCEBI se si verificano casi di ingerenza o controllo da parte di forze dell’ordine o di altri gruppi o formazioni (come le ronde) nella vita interna delle nostre chiese. Qualora ci fosse un atto di ingerenza, potete opporvi ricordando che l’Intesa sottoscritta con lo Stato italiano (legge del 12 aprile 1995 n. 116 qui allegata) prevede all’art. 17 comma 2 che, salvo i casi di urgente necessità, la forza pubblica non possa entrare negli edifici di culto, se non previo accordo con i ministri delle singole chiese. Questa norma intende sancire la prevalenza della libertà di culto rispetto alla natura di luogo pubblico del locale stesso.
Reti antirazziste
Cercate di rinforzare le reti già esistenti sul territorio fra tutte le associazioni laiche o religiose che lottano contro razzismi e discriminazioni. Quando si vuole organizzare una manifestazione di pubblico dissenso meglio essere insieme. Si rischia meno e l’azione si dimostrerà più efficace. Ricordiamoci tuttavia che anche un’azione singola ben concertata e sostenuta può avere un alto valore simbolico e pratico e può far breccia nella coscienza di molti.
Realismo e perseveranza
Non lanciamoci in azioni o iniziative senza prima aver analizzato i pro e i contro e senza esser certi di portarle fino in fondo. Non c’è niente di peggio di una cosa che comincia e poi non viene portata a termine per incostanza, stanchezza o perché le persone che si erano impegnate con il tempo vengono meno. Meglio un’azione più modesta ma che arriva fino in fondo che iniziative annunciate da grandi proclami che poi si spengono dopo le prime difficoltà.
Prudenza
La mobilitazione non danneggi proprio coloro che intende sostenere. Nelle nostre iniziative guardiamo alle possibili conseguenze proprio su immigrati o richiedenti asilo con cui siamo in contatto. Nel dubbio che la nostra azione possa danneggiarli, rivolgetevi al Servizio Rifugiati e Migranti della FCEI.
Coinvolgimento
E’ indispensabile che ogni nostra azione o iniziativa pubblica di lotta al razzismo sia concordata , quando possibile con fratelli e sorelle stranieri che vivono fra noi, sia quelli regolari, sia quelli privi del permesso di soggiorno. Se nel nostro locale di culto si incontrano chiese formate da migranti, siano esse legate all’UCEBI oppure no, queste vanno informate e coinvolte.
Pastorale nelle carceri e nei centri di identificazione ed espulsione
Abbiamo in varie aree del nostro paese ministri che si occupano della pastorale nelle carceri. Tale pastorale è importantissima e va curata con costanza e serietà in questo momento particolare in cui le carceri sono sovraffollate e si prevede che la situazione si aggravi ulteriormente con l’attuazione delle norme che hanno varato il reato di clandestinità. I ministri che hanno per la legge d’Intesa la possibilità di visitare i detenuti dovrebbero anche fare valere tale diritto per l’accesso ai Centri di identificazione ed espulsione. Laddove vi sono ministri delle nostre chiese nell’area dove insiste uno di questi centri sarebbe molto opportuno offrire cura pastorale ai migranti ivi alloggiati. Informate comunque gli uffici di questa vostra attività e di eventuali dinieghi ricevuti o difficoltà nell’esercizio del ministero.
Per casi straordinari, ricordate che abbiamo in Italia pastori di varie nazionalità che potrebbero essere coinvolti nella pastorale.
Servizio Rifugiati e Migranti della FCEI e assistenza legale
Ricordate anche che il Servizio Rifugiati e Migranti della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia è a disposizione per tutte le chiese per offrire consulenza su casi concreti concernenti immigrati e richiedenti asilo. I suoi recapiti sono: srm@fcei.it tel. 0648905101; fax 0648916959.
Esiste già presso il Servizio Rifugiati e Migranti della FCEI un pool di avvocati disponibili ad offrire consulenza gratuita ed assistere le vittime di atti discriminatori, anche di quelli basati sulle norme del pacchetto sicurezza. Ci sono reti simili attive nelle principali città. Segnalateci nominativi di legali disposti a collaborare.
Raccomandandovi ancora di segnalare ai nostri uffici episodi di discriminazione e casi di ingerenza, vi saluto con affetto,