Cari amici,
lo scorso mese di marzo avete sottoscritto l’appello promosso dalla rivista MicroMega “Per la libertà sul fine vita”.
Come certamente avrete saputo leggendo Adista, l’iniziativa ha provocato l’intervento della Congregazione per la Dottrina della Fede. Alcuni dei firmatari sono già stati convocati dal proprio vescovo.
Micromega, Adista e la Comunità di San Paolo hanno ritenuto opportuno dare un seguito all'appello sul fine-vita, organizzando un'assemblea pubblica a Roma - il prossimo 23 ottobre - di “solidarietà con i preti colpiti dall’ammonizione vaticana”.
Vorremmo pertanto invitarvi tutti a partecipare all’incontro o, quanto meno, a far pervenire una adesione formale con un messaggio all'indirizzo mail valerio@adista.it.
In allegato trovate il volantino dell'iniziativa, che vi chiediamo di far circolare il più possibile tramite i vostri contatti, siti, blog, ecc...
La nostra adesione all’appello «Per la libertà sul fine vita» promosso dalla rivista MicroMega aveva una motivazione che andava oltre gli obiettivi politici della rivista.
Era la testimonianza evangelica di una fede cristiana e di una fedeltà ecclesiale che si nutrono della "libertà dei figli di Dio" in campi che sono opinabili, come la definizione del nutrimento e dell’idratazione forzati, se cioè siano cura obbligata oppure intervento terapeutico soggetto alla limitazione dell’accanimento terapeutico riconosciuta dallo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica (Compendio n.2.278), in modo da assumere così i limiti propri della condizione umana mortale.
C’era inoltre il bisogno di esprimere solidarietà ad Eluana, al padre di lei, gravemente offeso da ambienti ecclesiastici che lo accusavano di assassinio, e a quanti si trovano nella loro drammatica situazione.
Infine volevamo dare testimonianza concreta di una Chiesa-comunità, Popolo di Dio in cammino, non identificabile, come invece comunemente accade,con la gerarchia, la quale ha un carisma e un ruolo di unità ma non è tutta la Chiesa.
Queste motivazioni desideriamo ribadirle tutti insieme di fronte alla ripresa del dibattito parlamentare sul fine vita e alla notizia di stampa secondo cui "la Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede avrebbe inviata una lettera ai vescovi delle diocesi in cui operano 41 preti e religiosi che, nello scorso mese di marzo, hanno firmato l appello per la liberta sul fine-vita promosso dalla rivista MicroMega dopo la morte di Eluana Englaro,chiedendo ai vescovi di convocare i sacerdoti firmatari dell’appello per richiamarli all’ordine ed eventualmente punirli.
Di fatto, alcuni di noi hanno già avuto il richiamo dei loro vescovi, confermando così le notizie di stampa.
Crediamo che specialmente in questa occasione abbiamo un dovere di solidarietà reciproca. Di fronte ai nostri vescovi e alla Chiesa non siamo soli.
Non è una questione di opportunità ma di ecclesialità. Sentiamo il bisogno di dare una testimonianza coerente di unione fra noi e con molte persone nelle nostre parrocchie,comunità di base,associazioni che sono in profondo disagio per una incomprensibile rigidezza di ambienti ecclesiasti su temi opinabili. Riteniamo che questa testimonianza di unione possa alimentare per l’azione dello Spirito l’insieme della comunione ecclesiale e riaprire il dialogo delle comunità di base con il collegio episcopale e le altre comunità ecclesiali.
lo scorso mese di marzo avete sottoscritto l’appello promosso dalla rivista MicroMega “Per la libertà sul fine vita”.
Come certamente avrete saputo leggendo Adista, l’iniziativa ha provocato l’intervento della Congregazione per la Dottrina della Fede. Alcuni dei firmatari sono già stati convocati dal proprio vescovo.
Micromega, Adista e la Comunità di San Paolo hanno ritenuto opportuno dare un seguito all'appello sul fine-vita, organizzando un'assemblea pubblica a Roma - il prossimo 23 ottobre - di “solidarietà con i preti colpiti dall’ammonizione vaticana”.
Vorremmo pertanto invitarvi tutti a partecipare all’incontro o, quanto meno, a far pervenire una adesione formale con un messaggio all'indirizzo mail valerio@adista.it.
In allegato trovate il volantino dell'iniziativa, che vi chiediamo di far circolare il più possibile tramite i vostri contatti, siti, blog, ecc...
La nostra adesione all’appello «Per la libertà sul fine vita» promosso dalla rivista MicroMega aveva una motivazione che andava oltre gli obiettivi politici della rivista.
Era la testimonianza evangelica di una fede cristiana e di una fedeltà ecclesiale che si nutrono della "libertà dei figli di Dio" in campi che sono opinabili, come la definizione del nutrimento e dell’idratazione forzati, se cioè siano cura obbligata oppure intervento terapeutico soggetto alla limitazione dell’accanimento terapeutico riconosciuta dallo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica (Compendio n.2.278), in modo da assumere così i limiti propri della condizione umana mortale.
C’era inoltre il bisogno di esprimere solidarietà ad Eluana, al padre di lei, gravemente offeso da ambienti ecclesiastici che lo accusavano di assassinio, e a quanti si trovano nella loro drammatica situazione.
Infine volevamo dare testimonianza concreta di una Chiesa-comunità, Popolo di Dio in cammino, non identificabile, come invece comunemente accade,con la gerarchia, la quale ha un carisma e un ruolo di unità ma non è tutta la Chiesa.
Queste motivazioni desideriamo ribadirle tutti insieme di fronte alla ripresa del dibattito parlamentare sul fine vita e alla notizia di stampa secondo cui "la Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede avrebbe inviata una lettera ai vescovi delle diocesi in cui operano 41 preti e religiosi che, nello scorso mese di marzo, hanno firmato l appello per la liberta sul fine-vita promosso dalla rivista MicroMega dopo la morte di Eluana Englaro,chiedendo ai vescovi di convocare i sacerdoti firmatari dell’appello per richiamarli all’ordine ed eventualmente punirli.
Di fatto, alcuni di noi hanno già avuto il richiamo dei loro vescovi, confermando così le notizie di stampa.
Crediamo che specialmente in questa occasione abbiamo un dovere di solidarietà reciproca. Di fronte ai nostri vescovi e alla Chiesa non siamo soli.
Non è una questione di opportunità ma di ecclesialità. Sentiamo il bisogno di dare una testimonianza coerente di unione fra noi e con molte persone nelle nostre parrocchie,comunità di base,associazioni che sono in profondo disagio per una incomprensibile rigidezza di ambienti ecclesiasti su temi opinabili. Riteniamo che questa testimonianza di unione possa alimentare per l’azione dello Spirito l’insieme della comunione ecclesiale e riaprire il dialogo delle comunità di base con il collegio episcopale e le altre comunità ecclesiali.
Don Enzo Mazzi
Don Paolo Farinella
Don Raffaele Garofalo
Dom Giovanni Franzoni