martedì 27 ottobre 2009

LA LETTERA

Caro don Franco,
l'ho ascoltata con grande piacere questa
mattina, per Radio Radicale, a proposito del libro "Vaticano S.P.A". So
da tempo della sua esistenza e delle sue lotte ed ammiro, pur essendo
ateo, il suo coraggio e , da kantiano, la sua intransigenza. Avrebbe
bisogno la Chiesa di Roma di molti uomini come lei, sacerdoti che danno
testimonianza del Cristo, di quello che credo di aver conosciuto
leggendo i vangeli e non di quello crocifisso al pastorale del Papa. Ma
la Chiesa di Roma è un vecchio arnese che non ha ancora varcato la
soglia del sedicesimo secolo e non si è ancora pentita del rogo a cui
ha destinato, il morso in bocca, una delle più grandi intelligenze del
mondo, Giordano Bruno. L'organizzazione che mentre scomunicava "i
comunisti", diseredati, povere donne e poveri uomini, salutava con
gioia, come doni della Provvidenza, sia il Fascismo che il Nazismo.
Altri sacerdoti, don Farinella, don Gallo, dom Franzoni sono nella mia
memoria per la loro generosità, oltre a lei. Che dirle? . Non la so a
memoria, ma le ricordo una bella poesia di Brecht che parla del
coraggio eroico del medico che opera senza speranza. Così lei e molti
suoi oscuri confratelli. Mia stia bene

MARIO PREVITERA