giovedì 22 ottobre 2009

LEZIONI DI ISLAM?

Apprezzo la proposta nel senso che può aprire un dibattito e aiutarci a superare il monopolio della religione cattolica nelle scuole dello Stato. Ma la prospettiva apre scenari inquietanti anche per uno come me che è amante dell'Islam.

La scuola laica non ha il compito di aprire uno "spazietto religioso e confessionale" a tutte le minoranze, a tutte le religioni. Domani potremmo trovarci a dare spazio all'induismo, al buddismo, a tutte le altre denominazioni religiose.

Quale sarebbe il risultato? Un vero naufragio, il fallimento della laicità.
Ci troveremmo a gestire non l'integrazione culturale, ma un sistema a compartimenti stagni che renderebbe un favore a chi vuole dividere, esponendo le persone non al dialogo, ma al rischio di una difesa integralista delle proprie identità.

Condivido la riflessione di Adriano Prosperi comparsa su Repubblica di domenica 18 ottobre: "Si tratta di portare nella scuola la religione, ma all'interno della storia culturale, non all'esterno. Solo qui può esserci posto per una conoscenza dell'Islam e del cristianesimo come realtà storiche portatrici di valori ideali che, se depurati dell'interferenza e dell'intolleranza dei poteri politici ed ecclesiastici, potranno alimentare di nuovi succhi vitali l'Italia di domani" (pag. 32).

Dunque, non aggiungiamo insegnamenti confessionali e partiamo dal superamento dell'attuale insegnamento della religione cattolica. Il "fenomeno religioso" in tutte le sue varie espressioni va laicamente studiato nel contesto culturale, filosofico, antropologico e letterario attraverso docenti che non siano "catechisti" di nessuna particolare religione e accedano a tale insegnamento mediante titoli e concorsi.