Guido SCOLLO
Finalmente la verità viene a galla!!!
Il 24 settembre c'è stata un'audizione della CGIL presso la commissione Lavoro e Previdenza sociale su "Livello dei redditi di lavoro e sulla redistribuzione della ricchezza in Italia nel periodo 1993-2008".
Riassumo per dovere di spazio e di tempo i punti salienti di questo rapporto.
<<1. Dal 1993 al 2008, in aggiunta alla perdita fiscale i lavoratori avrebbero perso altri 6.587 euro cumulati di
potere d’acquisto.
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Dal 1995 al 2006 i profitti netti sono cresciuti di circa il 75% a fronte di un incremento delle retribuzioni (nelle imprese di medesima dimensione) pari a solo il 5,5%. La caduta della quota del lavoro sulla ricchezza nazionale e l’aumento di quella dei profitti (dagli anni Ottanta) hanno determinato una caduta
della domanda interna che è stata surrogata da un’espansione della domanda
fondata sull’indebitamento delle famiglie, quella che Bauman ha chiamato
“l’economia delle carte di credito”. In Italia, il rapporto tra debito (mutui, credito al
consumo, etc.) e reddito medio lordo delle famiglie ha raggiunto il 50% (circa 17
punti in più dal 2001 al 2008): circa 15.900 euro annui di debiti in una famiglia di
lavoratori dipendenti, rappresentati per il 79,4% da immobili abitativi per il resto da
debiti per consumi e per attività lavorative.
3. Le disuguaglianze alle origini della crisi che stiamo attraversando riguardano
soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati. Nella crisi queste disuguaglianze non
potranno che accentuarsi. Già oggi, l’Italia risulta il sesto paese “più diseguale”
tra i paesi Ocse nella distribuzione del reddito. Secondo i dati elaborati dall’Ires-
Cgil sulle dichiarazioni dei redditi presso i CAAF Cgil :
. circa 13,6 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro netti/mese
. circa 6,9 milioni ne guadagnano meno di 1.000, di cui oltre il 60% sono
donne.
. oltre 7,5 milioni dei lavoratori in pensione guadagna meno di mille euro netti
4. Il reddito disponibile familiare tra il 2002 e il 2008 registra una perdita di
circa 1.599 euro nelle famiglie di operai e 1.681 euro nelle famiglie con
“capofamiglia” impiegato, a fronte di un guadagno di 9.143 euro per
professionisti e imprenditori.
5. Nella crisi, infatti, un lavoratore in Cassa integrazione a “zero ore” per un
mese vede il suo stipendio passare dai 1.320 euro netti in busta paga ad
appena 762 euro; una lavoratrice in CIG, sempre a zero ore, con uno stipendio
mensile di 1.100 euro netti passerà a 634 euro netti.
Se a perdere il posto è un lavoratore dipendente, ma dei servizi, ad esempio
del commercio, se – e solo se – ha i requisiti per l’indennità di
disoccupazione, potrà ottenere un sostegno di 462 euro, contro il suo salario
mensile netto di 1.155 euro.
Dall’analisi dei dati Istat, inoltre, emerge come le retribuzioni di fatto dal 2002
al 2008 abbiano accumulato una perdita del potere d’acquisto pari a -2.467
euro di cui circa 1.182 euro di mancata restituzione del fiscal drag.
Nonostante abbiano recuperato buona parte della perdita di potere d’acquisto
generata nel 2002 e nel 2003 causata da un’inflazione programmata metà di
quella effettiva.
In ogni caso, la mancata restituzione del fiscal drag ha portato 3,6 miliardi in
più nelle casse dello Stato solo nel 2008. Tra il 1993 e il 2008 su una crescita
complessiva di 14,3 punti percentuali della produttività dell’intera economia in
termini reali da redistribuire, solamente 3,8 punti sono andati al lavoro.
In sostanza Solo il 27% della produttività reale è andata al lavoro.
6. I dati sui confronti internazionali confermano l’insistenza di una questione
salariale tutta italiana : le retribuzioni nette italiane (a parità di potere d’acquisto)
risultano inferiori :
. di 12 punti rispetto a quelle spagnole,
. di 29 punti rispetto a quelle dei francesi,
. di ben 43 punti rispetto a quelle tedesche,
. di ben 56 punti rispetto ai salari dei lavoratori degli Stati Uniti,
. meno della metà di quelle dei lavoratori inglesi.
7. Nel periodo 1993-2007, le retribuzioni italiane sono cresciute solo del 4%
(appena 750 euro),rispetto alla crescita reale delle retribuzioni lorde
. dei lavoratori spagnoli pari al 10% (1.700 euro),
. dei lavoratori tedeschi (4.000 euro)
. degli americani pari al 13 % (3.400 euro)
. dei francesi pari al 23% (4.000 euro)
. e degli inglesi del 29% (8.300 euro).
E la differenza di produttività non può essere additata a causa di questo
differenziale di retribuzioni;se si escludono per omogeneità di comparazione le
piccole imprese.
Tra la retribuzione di un dirigente privato e quella di un operaio o un
impiegato medio, tra il 2002 e il 2008, si è aperta una forbice di
quasi 7 punti a favore del dirigente
Il confronto diventa ancora più interessante se si misura la dinamica dei compensi dei
primi 100 manager italiani: la crescita di questi redditi conta 38 punti in sette anni,
portando i livelli dei compensi mediamente 100 volte oltre i livelli medi dei
lavoratori dipendenti. Con il compenso dei 100 Top manager si possono pagare
infatti i salari di 10.000 lavoratori.
L’aumento tendenziale delle entrate complessive (+1,1%) è dovuto
principalmente all’incremento dell’8,1% (9 miliardi) delle entrate da lavoro
dipendente per effetto dei rinnovi contrattuali e soprattutto della mancata
restituzione del fiscal drag (3,6 miliardi).
Al contrario, dagli ultimi dati sulle entrate dello Stato, si registra una pesante
riduzione del gettito IVA da scambi interni del -2,7%, nonostante la variazione
nominale dei consumi del 3,4%. La perdita di entrate IVA risulta così di circa 5
miliardi di euro,presumibilmente ascrivibile all’allentamento delle misure di
contrasto all’evasione.Ripresa dell’evasione dovuta ad esempio alla soppressione a
giugno 2008 dell’obbligo di allegare alla dichiarazione IVA gli elenchi clienti/fornitori;
oppure all’abolizione della norma che portava il limite di emissione di assegni
trasferibili a 5.000 euro, ripristinando il vecchio limite (12.500). La lotta contro
l’evasione va rilanciata,portando a 1.000 euro il limite per l’emissione di
assegni trasferibili e ripristinando l’obbligo dell’elenco clienti/fornitori. >>
Commento
La situazione economica della classe lavoratrice e dei pensionati,come si evince da questa attenta analisi,è gravissima,ma alla luce degli ultimi interventi del governo Berlusconi (scudo fiscale) si traduce in un insulto all'onestà dei contribuenti ed in un attentato alla convivenza democratica. In questi ultimi sette anni,quando la classe lavoratrice faceva fatica a tirare avanti e vedeva anno per anno erodersi il proprio reddito, salario,stipendio o pensione che fosse,c'era chi poteva mettere "soldi da parte",non pagare il dovuto al fisco,e persino lamentarsi ed ottenere agevolazioni,finanziamenti dai vari governi che si sono succeduti (p.es. cuneo fiscale). Quando milioni di cittadini manifestavano l'impossibilita' ad arrivare alla quarta ( e poi terza settimana),l'opinione pubblica, opportunamente manipolata,si meravigliò, quasi fosse un fulmine a ciel sereno,un incidente di percorso;oggi abbiamo la conferma che si trattò e tuttora si tratta di manovra studiata,(ricordate la fine della scala mobile?),di una progressiva "rapina" legalizzata dei redditi fissi . Come mai la cosiddetta questione della politica dei redditi,tanto propagandata durante le rivendicazioni di lavoratori,precari,disoccupati,non è stata minimamente rispolverata durante questa enorme redistribuzione a senso unico della ricchezza italiana? Ci sono personaggi che ancora oggi sostengono che gli italiani devono ridimensionare i propri consumi,perché dicono che "non possono permetterselo". Ma a quali italiani si riferiscono costoro? A quelli che si dannano per sbarcare il lunario,ai senza lavoro,ai disoccupati,ai precari,o a coloro che hanno trasferito illegalmente all'estero capitali NON tassati,pari a 300 MILIARDI di euro?Mettere tutti gli italiani sullo stesso piano significa MISTIFICARE la realtà. Non stiamo parlando di quisquilie ma di un valore equivalente ad un quinto del prodotto interno lordo (1537 MLD di Euro nel 2007). E come mai gli occhi volutamente distratti dei nostri governanti,purtroppo anche di centrosinistra,NON hanno agito contro questa "rapina" alla collettività, testimoniata dalla straordinaria crescita di alcuni "consumi",quali le "barchette" da 500 mila Euro in su ormeggiate nei nostri porti turistici,o i mastodontici SUV.E' evidente che la sottrazione di 300 MLD (più la relativa tassazione) sottratti alla comunità nazionale è un ATTACCO all'economia nazionale nelle situazioni normali,ma lo è ancor di più nei periodi più critici. Qualunque sia l'origine di questa ricchezza PRODOTTA in Italia (profitti abnormi tramutati in rendita finanziaria anziché reinvestiti/investiti all'estero),oppure ricavi dell'economia illegale), rimane il fatto che sono sempre le classi meno fortunate ad essere penalizzate.
E' ora di CAMBIARE !!!
Spero che il PD NON si faccia più abbindolare da coloro che,col pretesto di difendere gli interessi nazionali,continueranno a proporre la solita politica dei due tempi per la classe lavoratrice:subito i sacrifici,
poi (cioè MAI) una vera redistribuzione dei redditi,sia sotto forma monetaria che come welfare.
A meno che NON voglia essere sconfitto come la SPD tedesca.
Perchè : "acca niscune è fesso"
Guido da Torino