L'incitamento alla rivoluzione contro i nomadi, le moschee, gli immigrati e la stampa costa caro all'ex sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini. Lo "sceriffo" leghista, infatti, è stato condannato ieri dal tribunale di Venezia per istigazione al razzismo a 4.000 euro di multa e al divieto per tre anni di partecipare a comizi politici.
Questo è il vangelo secondo Gentilini, il decalogo del primo sindaco sceriffo. «Voglio la rivoluzione contro i clandestini. Voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari». Un escalation di insulti che non risparmiò neppure i giornalisti: «Se Maroni ha detto tolleranza zero, io voglio la tolleranza doppio zero», urlava fra le ovazioni del popolo leghista.
Ma il bersaglio preferito dello sceriffo, ovviamente erano gli immigrati. «Voglio la rivoluzione contro quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici. Qui comprese le gerarchie ecclesiastiche che dicono: lasciamoli pregare – tuonò al microfono – No, vanno a pregare nei deserti! Aprirò una fabbrica di tappeti per darglieli ma che vadano a pregare nel deserto».
Io un anno fa avevo offerto a Gentilini di venire a Pinerolo per disintossicarsi dalle sue ossessioni. Non ha voluto accettare un percorso terapeutico di risocializzazione. Ora è giunta la condanna per questo uomo disturbato.