martedì 10 novembre 2009

SEGNALI ALLARMANTI

  • Le mani sull'acqua diventano un affare da otto miliardi di euro. Le aziende idriche intensificheranno le loro manovre per guadagnare quote di mercato sempre più consistenti.
  • L'acqua potabile è un diritto essenziale per la vita. Così recita la Dichiarazione Universale dei diritti umani. Ma la sua gestione – come quella di altri servizi pubblici – deve essere affidata, secondo il nostro governo di centrodestra, soltanto ai privati. Così si è espresso il Senato, pur essendo stato inserito in commissione un emendamento del Partito Democratico che mantiene ai Comuni la proprietà dell'acqua. In un certo numero di Enti locali le società private si sono già insediate al posto dei tradizionali gestori comunali o consortili e le tariffe dell'acqua potabile hanno registrato impennate vessatorie. L'acqua rischia di essere un business e non, invece, uno dei beni primari da garantire alle popolazioni.
  • Ebbene, col testo di legge approvato, i Comuni potranno d'ora in poi partecipare alle aziende idriche miste al massimo per il 40 per cento, ma senza più gestioni dirette: la privatizzazione della gestione dell'acqua punirà dunque nel modo più ingiusto i Comuni "virtuosi", quelli che hanno sin qui assicurato servizi adeguati a tariffe non demagogiche, facendo così, in modo equo, l'interesse degli amministrati. Né consentirà una sana competizione, alla pari, fra pubblico e privato. Esì che le prime privatizzazioni hanno già provocato un caro-acqua assurdo. Questo governo è rimasto sordo ad ogni saggio richiamo (Vittorio Emiliani, L'Unità 6 novembre).
  • Berlusconi risponde a Vespa con risposte che non rispondono un bel niente. Si può rispondere per nascondere. Vespa è un grande occultatore, affossatore. Le 10 domande di Repubblica a Berlusconi restano in piedi, inevase.
  • Occhio a ciò che succede a RAI TRE. Il siluramento di Ruffini è il segnale di un'operazione di regime galoppante. Tutto passa come normale avvicendamento.

 

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