mercoledì 25 novembre 2009

UNA LETTURA ARRICCHENTE

JOHN P. MEIER, Un ebreo marginale, Volume 4. Legge e amore, Queriniana Editrice, Brescia 2009, pagg 760, € 68.

 

Si termina la lettura di questo quarto volume con soddisfazione non tanto per i risultati dell'indagine quanto per il discorso metodologico del nostro Autore. Meier, in un dialogo con una sterminata schiera di storici, si preoccupa di rendere vera l'acquisizione dell'ebraicità di Gesù entrando nel merito delle singole questioni. Nello stesso tempo, con l'equilibrio che governa e caratterizza tutta la sua produzione, evidenzia un Gesù che non è riconducibile ad un sistema coerente.

Ne consiglio vivamente la lettura e segnalo l'impegno che lo studio di queste pagine esige specialmente per chi non è ben addentro alla ricerca storica e biblica degli ultimi 50 anni.

Si noti che l'Autore è uno studioso che non s'allontana mai dal pensiero dogmatico cattolico ufficiale. Usa un'arma di estrema furbizia: "parlo come storico". E così si salva dal fulmini vaticani perché, sul terreno dei linguaggi della fede cristologia, è più papale del papa. Pur apprezzando la distinzione tra storia e dogma, per me resta un mistero il fatto che, dopo certe affermazioni storiche il nostro Autore non senta lo stridore sul piano dogmatico. Un teologo così può dormire e lavorare tranquillo.

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