La morte del teologo di Nimega mi ha profondamente colpito. Ho guadato nella mia biblioteca i suoi studi. A lui debbo infinita riconoscenza. Per me, giovanissimo prete, la testimonianza della sua vita, il suo coraggio nella ricerca teologica e le condanne vaticane, sono state una preziosa indicazione per il mio ministero. Mi sono letteralmente buttato sui suoi libri che ho trovato nutrienti come il pane, solidi come la roccia, aperti come una finestra spalancata, appassionati ed appassionanti. Pagina dopo pagina avveniva in me un positivo sconvolgimento. Debbo a lui, a Kung e a pochi altri l'inizio della mia passione per le ricerche cristologiche che poi negli anni sono diventate un vero oceano. Fu da quegli anni che si determinò in me il passaggio dalla trinità ontologica alla simbologia trinitaria. Da allora intensificai la riflessione sui linguaggi dei Concili di Nicea, Costantinopoli, Efeso e Calcedonia. Ora lo penso nella pace di Dio, vicino a quel Gesù di Nazaret di cui è stato un testimone con la vita e con gli studi.
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