mercoledì 23 dicembre 2009

POCHE PAROLE

Vangelo di Luca; 2, 1 - 20

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.

6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

8C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,10ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.

17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.


Siccome a Natale ci si ingolfa fino alla nausea di parole ecclesiastiche, religiose, vuote, retoriche, mi limiterò a poche righe.

Siamo davanti ad una straordinaria pagina di poesia. I fatti sono andati diversamente. Gesù nasce in una numerosa famiglia nel più totale anonimato.

Questo genere letterario poetico è tipico di tutte le tradizioni religiose. La nascita dell'iniziatore viene poi avvolta in un quadro leggendario mitico ed affascinante.

La comunità, con questo linguaggio del meraviglioso, ha dato libero corso al suo amore per Gesù, ha espresso in modo enfatico - celebrativo quanta importanza abbia rivestito per loro aver incontrato il messaggio di Gesù: come questo "incontro" cambiò le loro vite.

Ecco perché queste righe non vanno lette come cronache, ma come una interpellazione, una domanda diretta: "Anche per noi Gesù e il suo messaggio sono stati così importanti e decisivi?

Forse ci siamo un po' abituati a parlare di Gesù, di Betlemme e di Nazareth, dello scenario e del paesaggio molto normalizzato della nostra fede tra santi, madonne, angeli e incensi e così ci sfugge l'essenziale, cioè la pratica di vita di Gesù. Scambiamo la cornice per il quadro, il linguaggio per il messaggio.

Ti faccio solo una proposta: trova in questi giorni un po' di tempo per stare in silenzio. Ti servirà a verificare se e quanto il Vangelo ha cambiato e continua a cambiare la tua vita, quanto incide nelle tue scelte. Se non avviene questo, puoi andare in giuggioli davanti al "bambinello", ma è puro sentimentalismo.


O Dio

Ti ringrazio con tutto il cuore

perché nella mia vita ho avuto il dono

di incontrare l'esperienza di Gesù.

Di lui mi sono innamorato,

anche se non ho mai accolto fino in fondo

il suo messaggio.

Vorrei ogni giorno convertirmi

al suo stile di vita.

Fà, o Dio, che il messaggio di Gesù

continui ad interpellare, rallegrare

e inquietare i miei giorni.


Franco Barbero






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