È proprio vero: ognuno di noi, anche una persona straordinaria come Umberto Veronesi, ha qualche dogma che non riesce a superare. Il 4 febbraio Veronesi ha dichiarato: "Scienza e fede non possono coesistere perchè la fede presuppone di credere ciecamente in qualcosa di rivelato nel passato senza il diritto di mettere in dubbio i misteri e i dogmi che vanno accettati o, meglio, subiti".
A parte una incredibile confusione tra fede e religione (servirebbe leggere gli scritti di Barth di 70 anni fa) e qualche strana ombra sulla storia dei dogmi e delle formulazioni dogmatiche, Veronesi pensa ad un cristianesimo fondamentalista che esiste, ma non è affatto l'unico. Ignazio Marino è uno scienziato ed un cristiano e unisce le due esperienze nella sua vita. Ma voglio segnalare al riguardo la limpida riflessione di Umberto Galimberti comparsa su "La Repubblica delle donne" di sabato 6 febbraio:
«E allora tra scienza e fede non c'è conflitto, perché la scienza risponde all'esigenza di una "spiegazione" del mondo, mentre la fede risponde all'esigenza di reperire un "senso" alla nostra vita e al nostro essere nel mondo.
La fede infatti, ce lo ricorda Pascal, non saprebbe cosa farsene di un Dio raggiungibile con gli strumenti della sola ragione, perché ciò di cui va alla ricerca è, nella versione della fede cristiana, "il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe". Quindi un Dio che parla al cuore umano nei termini di uno sguardo accogliente, di una protezione che ci rassicuri nella precarietà dell'esistenza, nella speranza di sopravvivenza e di salvezza. Di tutto questo la scienza non si occupa, perché il suo scopo non è quello di reperire un senso per la nostra esistenza, ma di pervenire alla conoscenza sempre più approfondita del mondo.
Se i riferimenti della fede e della scienza sono così diversi e tra loro distanti, non c'è un piano su cui possono confliggere, se non per coloro che vogliono affidare all'una o all'altra entrambi i compiti: quello di spiegare il mondo e di reperire un senso. Questa pretesa, nel caso della scienza, si chiama, come scrive Jaspers, "superstizione scientifica" e nel caso della fede "negazione della ragione"».
Dunque, anche Veronesi ha le sue "superstizioni" e i suoi schemi rigidi. L'ateismo è del tutto rispettabile, se non diventa un dogma.
5 commenti:
forse la linea di demarcazione tra scienza e fede non è così semplice come il tuttologo galimberti afferma: dalla scienza è possibile trarre anche un senso alla propria esistenza; la fede si occupa di spiegare anche il mondo. Ci sono delle zone di soprapposizione in cui il conflitto è possibile.
lp
E' vero, ci sono delle linee di demarcazione in cui il conflitto è possibile, nessuno lo nega, quello che sia Galimberti che Don Franco vogliono dire è che non tutti i cristiani si bevono ciecamente tutti i dogmi della Gerarchia, c'è chi usa il cervellino(Il Signore non ce lo ha dato come optional, ma per usarlo)e si pone dei quesiti.
Gesù diceva solo "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi", il resto, tutto il resto, è venuto dopo e non sempre è propriamente positivo ma nemmeno negativo, eh.
Insomma un cristiano non è sempre un bigotto con il cervello atrofizzato, è un essere umano, si pone delle domande, ha dei dubbi come tutti, invece è brutto sentirsi accusati di essere fondamentalisti, insomma i dogmi, come sottolinea Don Franco, li hanno anche gli atei, come Veronesi, che è e resta un grande uomo, ma in questo caso sbaglia.
Esistono cristiani tradizionalisti e cristiani progressisti ;)
Da ateo sereno non posso che concordare con Don Franco e con i commenti precedenti.
Devo dire che pur rispettando Veronesi devo dire che non sono d'accordo con lui su alcuni punti che non riguardano la fede, come ad esempio quando dice che gli inceneritori non producono diossina: è un falso!
Quanto al dibattito tra fede e scienza la mia opinione è che la scienza sia e lo è, un aspetto della vita umana che è fatto di teorie faticosamente provate e riprovate, di speranze e continui dubbi e soprattutto di condivisione con dei risultati per permettere altre prove, insomma un fatto necessariamente pubblico.
La fede invece dovrebbe essere viceversa un fatto privato, intimo, esistenziale, anche se praticata pubblicamente.
Purtroppo la Storia ci insegna che non è mai la scienza che interferisce con la fede, ma sempre il suo esatto contrario.
Ferme restando le condizioni dette penso che tra credenti e non si possa camminare insieme serenamente per far progredire, (non sviluppare), questa nostra Umanità.
Con stima.
Bruno
Errata corrige
leggasi" condivisione dei risultati" e non "condivisione con dei risultati"
Ferme restando le importanti distinzioni tra fede e religione e tra fede e scienza,vorrei aggiungere una considerazione per noi credenti: spesso la fede assume dei connotati alquanto diversi dai nostri stereotipati modelli. L'esperienza dello psichiatra Franco Basaglia,recentemente rivisitata sullo schermo televisivo,ne è una vivido esempio.Pur autodichiarandosi ateo,possiamo davvero ritenerlo un non credente! Quale migliore testimonianza di una fede per l'uomo,immagine di Dio sulla terra!Quale migliore esempio di concreto impegno per la realizzazione del regno di Dio in questo mondo! La sua esperienza ci stupisce,Eppure Gesù era stato più che chiaro,con la parabola del buon samaritano e con la famosa ammonizione <>
Duemila anni di storia cristiana forse ce lo hanno fatto dimenticare!
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