Non c'era davvero bisogno di aspettare le solite intercettazioni per capire che il mancato G8 alla Maddalena era uno dei peggiori scandali della seconda Repubblica, un immenso e scellerato spreco di danaro pubblico. Bastava leggere i giornali, per esempio la bella inchiesta di Fabrizio Gatti su L'Espresso di oltre un anno fa. Come forse hanno fatto anche i magistrati che hanno aperto l'inchiesta sugli appalti d'oro della Protezione Civile.
E come si poteva non aprirla? Per non ospitare il vertice internazionale poi spostato a L'Aquila noi contribuenti abbiamo speso 370 milioni di euro. Quasi un terzo è finito nelle tasche del signor Diego Anemone, titolare di una minuscola azienda di costruzioni romana con un curriculum risibile in caso di concorso, ma benemerito nel procacciare fisioterapiste a Bertolaso.
Anemone li ha incassati per costruire un mega albergo di lusso, costato 4 mila euro al metro quadrato, il triplo del prezzo di mercato. Secondo Bertolaso, l'albergo destinato a rilanciare il turismo dell'isola. Per ore, è deserto. L'estate scorsa, a luglio, era occupata una camera ogni dieci. Soltanto dei pazzi o dei corrotti possono buttare a mare, alla lettera, tanti soldi pubblici per investire in un settore in caduta libera come quello del turismo costiero.
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