sabato 20 febbraio 2010

I DUE BER

 

Non passa giorno che non arrivi una nuova novella sulle orge e sugli abusi e lo sperpero del pubblico denaro dei due BER  (BER/1 il mandante  e  BER/2 l'esecutore materiale)  e di tutta l'allegra brigata, "birichini" compresi..
Quattro gli elementi di rilievo:
 
l'accumulo di enormi risorse finanziarie nelle mani del BER/I e la gestione spericolata del BER/II:  siamo passati dallo stato pre-fallimentare del Cavaliere dell'epoca precedente alla nomina a premier al successivo possesso di centinaia di aziende da parte del Presidente del Consiglio e di un patrimonio di parecchi miliardi di euro (con al centro la missione italiana in Iraq con annessi finanziamenti miliardari americani alle fallimentari aziende Fininvest e Mediaset, stante il fatto che tali investitori americani non aveva trovato nulla di più serio su cui investire in giro per il pianeta).

E' un miracolo all'italiana? O c'è qualcosa sotto?

La fonte delle suddette risorse.

Il metodo è collaudato, anche se provoca effetti collaterali; lo sperimentarono precedentemente personaggi di grande rilievo, ai quali si affiancò il cavaliere: Cardinale Marcinkus,  Michele Sindona e Roberto Calvi e Silvio Berlusconi; la gestione unificata del Beni della Chiesa e di quelli della Mafia portarono alla fuga in USA del primo, alla morte violenta gli altri due e all'apoteosi finanziaria l'ultimo. I metodi del genitore Luigi Berlusconi nella Banca Rasini, della quale era amministratore delegato,  la presenza dello stalliere in casa sua, i conti correnti di Riina, Provenzano  e altri latitanti nella medesima banca, la limpida figura palermitana di Marcello Dell'Utri nella organizzazione del partito di cartapesta, spiegano molte cose.

Le conseguenze sulla vita economica del paese, sul lavoro dei cittadini.
E' impensabile prevedere la rinascita dell'economia italiana senza capitali. I capitali sono tutti nelle mani dei due BER, che hanno ben altro in testa che investimenti produttivi, cui del resto non potrebbero essi mai applicarsi. E' solo questa la ragione per la quale tutte le grandi opere finiscono e finiranno nella ragnatela della Protezione Civile, grazie ad una apposita legge pretesa dal cavaliere. L'economia italiana è stroncata dalla mancanza di capitali che sono finiti in gran parte nelle mani della coppia dei due BER e dei loro danti causa, oggi identificati come "birichini"
 
L'impegno a ridurre le tasse e la promessa taroccata.
Non occorre essere un economista per capire che i livelli di tassazione italiana sono tanto alti da far fuggire dall'Italia non solo i pochi investitori rimasti ma gli stessi pochissimi investitori presenti.
D'altra parte tutti sanno che senza risorse finanziarie le aziende non nascono e non vivono.
Per ridurre la tassazione come enfaticamente promesso dal BER/I, occorre ovviamente prima ridurre la spesa pubblica e poi agire sulla riduzione dei prelievi fiscali e sul lavoro dipendente.
La spesa pubblica è invece salita da 49% al 55% e lo sperpero del pubblico denaro continua all'impazzata e il Governo promette e pratica impunità totale per i colpevoli, invitando i magistrati a "vergognarsi" di inquisire simili farabutti. Intanto il decantato rientro dei capitali sporchi e sporchissimi, mostra tutte le sue defaillances; sono rientrati solo 35 miliardi, mentre la rimanente parte (oltre 65) hanno preferito sanare la loro provenienza, ma rimanere nelle accoglienti banche dei paradisi fiscali (hic manebimus optime).
 
La domanda è: quando e come si fermerà questo scempio? Migliaia di persone hanno perso il lavoro e molti anche la casa. Aspettiamo una rivoluzione sanguinosa oppure scegliamo, con urgenza, un'altra squadra?

 

Rosario Amico Roxas

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