mercoledì 17 febbraio 2010

LA VERGOGNA DELLE SCUOLE PRIVATE

Stanno emergendo dei dati impressionanti. Nel degrado della scuola pubblica ogni giorno scopriamo che fiumi di euro vengono trasferiti alle scuole private (cattoliche) con una palese ingiustizia  e contro il dettato costituzionale.

I vescovi sono complici di queste manovre truffaldine; anzi, non perdono occasione per difendere i privilegi acquisiti e per estenderli…. Questa italietta che finanzia scuole di lusso per cittadini ricchi sta abbandonando la scuola pubblica a se stessa.

8 commenti:

Bruno ha detto...

Grazie a nome di mia figlia, precaria della scuola pubblica, nella quale ogni anno deve sperare di ritrovare un posto.

Anonimo ha detto...

forse il problema della scuola pubblica non risiede nei pochi o molti soldi ad essa destinati, ma nella sua organizzazione e innazitutto nella sua politicizzazione e sindacalizzazione, che comportano criteri di selezione degli insegnanti non meritocratici e la trasformazione della scuola in un ufficio di collocamento. Infatti, quando si tratta di valutare l'andazzo delle nostre scuole, non si guarda a ciò che sarebbe più naturale guardare, cioè alla preparazione degli insegnanti e al livello di formazione offerto agli alunni, ma alla capacità della scuola di sistemare i precari. Sono stufo, molto stufo di vedere trattata la scuola come un ufficio di collocamento!!! Basta!!! Un insegnante che perde il posto, o un insegnante precario è un problema, ma non è un problema la cui soluzione risiede nel trasformare la scuola pubblica in una agenzia assistenziale!
lp

Bruno ha detto...

@anonimo
Non fare di tutte le erbe un fascio!!!
Conosco moltissime insegnati che ci rimettono di tasca loro per insegnare e bene!
L'unico ufficio di collpcamento è quello della curia per gli insegnanti di religione cattolica!
Ha ragione don Barbero, ti invito a leggere questo righe:
Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"

Anonimo ha detto...

Caro Bruno,
ti confesso di non capire il teorema calamandrei (eppure ho un QI elevato). Questi sono teoremi metafisicheggianti, in cui ciò che primariamente conta è la loro spendibilità politica. Il cui semplicismo nel non tener conto delle molte variabili in gioco è disarmante.

in linea di principio, non ci trovo nulla di scandaloso nel finanziamento alle scuole e alle università private, a patto che non siano indifferenziati ma vincolati a criteri oggettivi (riconosciuti e standard) di qualità. Né nel finanziamento alle scuole private riesco a vedere un atto di ostilità nei confronti della scuola pubblica italiana, il cui malessere fondamentale consiste nella preparazione scarsa, anzi scarsissima degli insegnanti (specie di quelli laureati in materie umanistiche), e dunque nei metodi di arruolamento.

perché nel nostro paese si fanno inchieste giornalistiche sul precariato della scuola, e non anche qualche inchiesta volta a testare la preparazione degli insegnanti, la qualità dell'offerta formativa? Ne scopriremo delle belle!!! e magari ci scopriremo un po' meno disposti a prendere aprioristicamente le parti degli insegnanti.

tu lamenti il fatto che tu figlia sia precaria, ma, permettimi una domanda personale (puoi non rispondere ovviamente): tua figlia ha almeno una abilitazione all'insegnamento?
lp

Anonimo ha detto...

errata: scopriremo; corrige: scopriremmo

giacché si parla di preparazione! :-)
lp

Bruno ha detto...

Laureata in Scienze della Formazione Primaria con 110 e lode! E non è andata al sud come la Gelmini. E soprattutto con forte passione per il suo lavoro , (quando c'è), che ha sognato di fare fin da bambina.
Il tuo è un discorso, qualunquista, classista, chiuso, disarticolato, fazioso, polemico, poco rispondente alla realtà , non lungimirante e per niente solidale.

Domanda: ma uno che ha un QI elevato e non riesce a capire, ha forse qualche problema?


Comunque non affanarti a rispondere, tanto non ti leggerò, io non so farmi comprendere e dialogare con chi ha un QI troppo elevato rispetto al mio.

Anonimo ha detto...

Bruno,
nel mio ultimo commento non mi sono espresso bene, me ne rendo conto (per uno che ha un QI elevato è imperdonabile :-)). Infatti, la mia ultima domanda non era affatto volta a chiedere il curriculum vitae di tua figlia per valutarla. Davvero lungi da me! Il mio intento, invece, era fare un discorso sulle scuole sissis, in cui io non ho potuto mettere piede per via delle rette e dei costi elevati che impone la frequenza obbligatoria ai corsi (corsi inutili e culturalmente deprimenti, sono parole di un amico che li ha frequentati). Io ho anche un'amica che insegna nelle scuole private da molti anni (non so dirti esattamente da quanto tempo), comunque non retribuita, con lo scopo di fare punteggio. Prima o poi otterrà il posto fisso nelle scuole pubbliche con il solo merito di avere avuto una famiglia economicamente agiata. è una persona a cui voglio molto bene, ma io cerco di fare discorsi oggettivi.

anch'io sono laureato in una materia che passa per essere umanistica, ma anche qui cerco di fare discorsi oggettivi. Anch'io ho avuto 110 e lode. Ma il 110 e lode in una facoltà umanistica è poco informativo (ripeto, io sono laureato in filosofia), nel senso che se ottieni un potteggio basso in una facoltà umanistica, sei certamente scarso, se, al contrario, ottiene un punteggio elevato, questo non esclude che tu sia scarso.

quanto a calamandrei: mi pare che quando le premesse da dimostrare superano in numero (e anche in importanza) le conclusione dimostrate, il ragionamento ha un bilancio negativo.

io ti rispondo lo stesso, tu più non leggermi.

Chiedo ancora una volta scusa per i toni che sono sembrati (giustamente) inquisitori, quando in realtà non lo erano affatto, almeno nelle mie intenzioni.

ps. quanto al mio QI, in realtà è poco più superiore a 130 :-)
luigi

Anonimo ha detto...

Per essere ancora più chiaro: il discorso sulla sissis e sull'insegnamento gratuito nelle scuole private con il solo scopo di fare punteggio è volto a dimostrare che i criteri di selezione e di arruolamento nelle scuole pubbliche non sono affatto giusti, perché privilegiano situazioni economiche e sociali agiate, mediamente agiate (o comunque adatte allo scopo), impedendo amziché favorire la mobilità sociale, arruolando insegnanti non su basi meritocratiche.

forse questo è un discorso "qualunquista, classista, chiuso, disarticolato, fazioso, polemico, poco rispondente alla realtà , non lungimirante e per niente solidale", ma io questo penso!
l.