"Nella pubbicistica ecclesiologica e canonistica d'Oltralpe è dalla fine degli anni Settanta che ci si chiede (famoso il saggio che aveva significativamente il titolo L'Eglise à l'heure du management, La Chiesa all'epoca del management) se il cattolicesimo abbia ancora bisogno di una curia che occupa circa 2800 persone, impermeabile ai volenterosi tentativi fatti da Paolo VI e Giovanni Paolo II per renderla ecclesialmente compatibile con la Chiesa reale, capace (come dimostrano le vicende di certi "gentiluomini" del Papa) solo di internazionalizzare gli atavici privilegi e vizi. Nell'editoriale del settembre 1997 l'allora direttore di Jesus, (mensile dei Paolini), fece rimbalzare in Italia una proposta molto seria avanzata da alcuni vescovi statunitensi: abolire la curia senza ulteriori indugi. Allora, il direttore perse il posto. Ora se il suo sogno si avverasse, a battere le mani sarebbe, probabilmente, la Chiesa intera".
Sono le chiese locali che, sinodalmente, possono assumere la responsabilità collegiale della cura pastorale dell'intera chiesa dandosi "strumenti" e ministeri adeguati.